Riace , resta al suo posto il sindaco Antonio Trifoli

Nonostante una sentenza di primo grado che lo dichiarava decaduto Trifoli resta al suo posto

Murale di Francesco Cirillo
Murale di Francesco Cirillo

Grazie ad un gioco delle tre carte fra Corte d’appello e Cassazione,  Antonio Trifoli, sindaco di Riace,  dichiarato decaduto subito dopo la sua elezione nel  maggio del 2019,  resterà al suo posto fino alle prossime amministrative.  Trifoli non ha opposizioni nella Prefettura di Locri, né nella Procura di Reggio Calabria , non ha ispezioni sul suo operato da parte della Guardia di Finanza e né Ministri dell’Interno che gli mandano ispettori, cammina quindi spedito a non fare niente nel paese che fu dell’accoglienza e punto di riferimento dell’Italia intera. Ora Riace è deserta e senza un futuro certo. I laboratori sono chiusi, il Frantoio sociale chiuso, la fattoria didattica chiusa, molte case nel Villaggio globale chiuse, se non quelle ancora abitate da una decina di famiglie di immigrati. La scuola ed altre attività che tenevano vivo il paese attirando centinaia di turisti solidali ogni anno , oramai non sono messe in funzione da nessuno.  Mimmo Lucano combatte da solo, ma combatte e dimostra di non avere paura di una sentenza che gli ha comminato 14 anni di carcere e 700 mila euro di sanzione pecuniaria per reati umanitari . Se fra qualche mese o  anno, prima la corte d’appello e poi  la Cassazione dovessero confermare questa assurda sentenza Mimmo dovrà andare in prigione e potrebbe finire  nelle carceri di Locri o Palmi dove risiedono ‘ndranghetisti che lui ha da sempre , fin dalla sula prima elezione ha tenuto lontano dalla sua Riace . Un territorio che Mimmo Lucano, durante i suoi 1uindici anni da sindaco ha tenuto limpido e fuori dalle speculazioni edili e da quelle sugli appalti. Un territorio ora nelle mire sia di speculatori che di ‘ndranghetisti che non troverebbero alcun ostacolo. Mimmo è stato contro la ‘ndrangheta   e contro i poteri  da sempre. La sua azione politica e sociale è stata all’insegna della difesa dei più deboli , degli ultimi della terra.

I colori della memoria . Murales contro la ‘ndrangheta

A cominciare dall’operazione Murales fatta nel 2009  con Mario Congiusta, padre di Gianluca massacrato dalla ‘ndrangheta a Siderno. La prima edizione venne dedicata ai morti ammazzati dalla ‘ndrangheta e vennero invitati a dipingere sui muri di Riace  una decina di artisti fra i quali Nick Spatari da Mammola recentemente scomparso assieme a Mario Congiusta. Il titolo della manifestazione fu ” I Colori della memoria” e i ragazzi artisti, provenienti da mezza Italia colorarono il paese di bellissimi murales che ricordarono le figure di Rocco Gatto, Peppino Impastato, Peppino Valarioti , Gianluca Congiusta e tutte le vittime della ‘ndrangheta. Dal 2009 a al 20019, a Riace, si sono susseguiti diversi artisti, molti anche autonomamente, che scelto un muro lo hanno dipinto. Anche nell’estate del 2020 i muri di Riace si sono ravvivati ed il borgo quasi del tutto abbandonato è ritornato alla memoria collettiva.

L’ultima estate di Riace

In quell’anno arrivando a Riace , nel caldo afoso dell’ estate l’aria che si respirava era quella della ripresa, del risalire la china dopo lo sprofondo creato ad arte da un’inchiesta giudiziaria su Mimmo Lucano, ex sindaco , che giorno dopo giorno mostra limiti e contraddizioni tipici di quelle inchieste volute dal potere politico con lo scopo di eliminare persone scomode e fermarne il contagio. La sentenza di condanna fu una mazzata alla democrazia giudiziaria, al potere operare per l’umanità  della quale tanti si sciacquano la bocca specie ora con la guerra in Ucraina. Mimmo non guardava il colore della pelle di ognuno e ed era a disposizione di tutti, mettendo danaro proprio e sacrificio personale. Il modello Riace era ineccepibile e se c’erano delle storture queste avrebbero potuto essere corrette nei tempi dovuti senza smantellare lo Sprar. Chi ripagherà le sofferenze di coloro che sono stati sfollati ? Chi ripagherà i posti di lavoro persi ? Chi ripagherà le calunnie lanciate su Mimmo Lucano fino a fargli perdere le elezioni, costruite in un clima di  odio e divisione ? Nessuno, tantomeno gli odiatori di professione che continuano nel loro sporco lavoro. Attorno a Mimmo Lucano si era cercato di creare una zona rossa, un’area contaminata dalla quale starne lontani e c’erano quasi riusciti. I ministri, Minniti prima, e Salvini dopo, e i vari giudici locresi da loro controllati come burattini  di un teatro per bambini hanno costruito la trama, che ha portato all’arresto e alla criminalizzazione di una serie di persone dedite esclusivamente alla solidarietà senza fini di lucro. Lemlem la mediatrice culturale, giunta dall’Etiopia con due figli dopo un viaggio attraverso i deserti, era la strega nera incantatrice del borgo, Lucano l’orco cattivo assetato di danaro, le associazioni e le cooperative salvadanai dei soldi pubblici che gestivano gli immigrati e li sfruttavano. Un piano che mise Lucano e i suoi alla gogna, arrestandolo, mettendolo prima ai domiciliari e poi mandandolo in esilio lontano da Riace mentre si consumava una campagna elettorale farsa che portò per la prima volta un sindaco ignorante e leghista al potere, ex vigile urbano di Lucano stesso una decina di anni fa.Domenico-Lucano-1

La paura di Riace

La locride zona della Calabria indicata dalla Dia, come la base di tutti traffici mondiali della droga, con centinaia di omicidi irrisolti, veniva cancellata nelle inchieste giornalistiche, superata dalle imprese del feroce Mimmo paragonato al pirata Uccialì di Crotone.  E molti avevano abboccato, anche nel suo stesso paese che Mimmo aveva governato per 15 anni stando sempre dalla parte dei cittadini. Poi arrivò la deportazione degli immigrati da Riace, una pagina vergognosa del nostro paese. Salvini ministro cancellò gli Sprar e donne e uomini che avevano vissuto per decenni nel paese, bambini che vi erano nati, vennero trasferiti in altri luoghi, per distruggere una comunità  che si era creata e che funzionava , unica in tutta Italia. Lucano sembrava solo, e ha sempre rifiutato protezioni politiche, dicendo no al canto delle sirene elettorali. Chiunque avrebbe ceduto, ma lui no, così come non ha ceduto ai premi in danaro, a quelli per la serie Tv con Fiorello, ai contributi di politici e perfino ecclesiastici. Spesso , Mimmo preso da momenti di sconforto vorrebbe allontanarsi da quell’essere “celebre” che è diventato nonostante la sua vita schiva e umile. La racconta, la sua vita , nel libro “Il Fuorilegge” edito dalla Feltrinelli. Ma, lo sappiamo tutti quelli che gli stiamo vicini, non se ne andrà mai dalla sua Riace,  non lo farà mai, lui lo sa, perché Riace lo circonda ogni giorno con le grida felici dei bambini che sono rimasti nel Villaggio globale, sede reale e concreta della solidarietà rinata.

L’ultima estate quella del 2020 vide tanta gente fare le passate coi pomodori nel cortile davanti il Frantoio sociale, dipingere i muri, spazzare il paese, tutti insieme, anche con ideologie diverse,  quelli della Terra di Piero di Cosenza, i comboniani di Padre Alex Zanotelli, e giovani che si aggregano spontaneamente. L’8 agosto di quell’anno  si  inaugurò la Forgia di Mastro Bruno, antica forgeria di Riace, abbandonata da anni e ristrutturata grazie alla Terra di Piero, che si è aggiunta agli altri laboratori quali quelli della ceramica, del vetro, della tessitura ora vergognosamente chiusi grazie anche al nuovo Sindaco Trifoli.  e il forno.

 

Murale Simona Ponzù DonatoRiace oggi

Il paese vive male questa stagione, con servizi come acqua e spazzatura ridotti al minimo e con una ripresa dell’emigrazione giovanile fermata solo dalle misure anticovid. Nella Riace di Lucano, lavoravano 70 riacesi addetti con vari mansioni nei progetti dello Sprar e delle cooperative sociali, le piccole attività commerciali respiravano con gli arrivi dei volontari e dei turisti solidali richiamati dall’associazione Città futura. Dopo la sentenza su Mimmo Lucano si sono viste solo squallide azioni. Una messa per i cartelli che indicavano Riace città solidale fatti togliere dal sindaco, il murales su Peppino Impastato imbrattato nella notte. E il sindaco decaduto, e ripristinato per burocrazie giudiziarie,  senza idee, né progetti, pensa solo a cancellare questa storia. Vorrebbe cancellare i murales prima di tutto e lo fa inventandosi un regolamento fatto ad arte, approvata dalla sua maggioranza i primi di settembre del 2020. Gli hanno dato fastidio gli ultimi lavori. La ristrutturazione del murales dedicato a Gianluca Congiusta, realizzato dall’artista Giusi Marruzzo, e quello nella piazza del borgo Dove vanno le nuvole? Tanto amato da Win Wenders,  la riproposizione del cartello rimosso all’ingresso del paese appena eletto sindaco, con il volto di Peppino Impastato. Ora per realizzare un murale a Riace bisognerà chiedere l’autorizzazione al sindaco e la sua approvazione ! Chissà se un murale dedicato a Peppino Impastato rientra in queste regole imposte dal  sindaco .  Ma non finisce qui. Si è tentata anche con un’ordinanza sindacale ( n. 6400 del 7/10/2020) la demolizione della Forgia ristrutturata nel suo antico luogo di nascita . Una ristrutturazione realizzata grazie al lavoro ed al finanziamento fatto dall’associazione di Cosenza “La terra di Piero”. E vorrebbe anche che fosse cancellato il murale realizzato dall’artista messinese Simona Ponzù Donato sul muro della forgia con una frase di Pasolini che rimane emblematica del momento che si sta vivendo. Un impazzimento completo, che vede i riacesi attoniti, in attesa che questo personaggio decada da sindaco, come sentenziato dal Tribunale di Locri, e si vada verso una nuova tornata elettorale, che riporti la democrazia nel paese.

Palazzo Pinnarò diventa sede di Città futura. La lotta Continua

Ma Mimmo, l’infaticabile Mimmo non sta con le mani in mano. Ha ricevuto un premio in danaro da una associazione svizzera e lo ha subito devoluto per la fine dei lavori del Palazzo Pinnarò divenuto adesso sede dell’Associazione Città futura. Un segnale di ripresa che tanti riacesi onesti aspettavano. Mimmo ha scritto anche al senatore Luigi Manconi sulla situazione che il paese sta vivendo ed ha anche dato la disponibilità di tante case a profughi Ucraini. Così scrive Lucano a proposito della raccolta fondi lanciata da Luigi Manconi :  “  …sono giorni drammatici della nostra vita L’odio, le armi, la guerra lasciano solo macerie, distruzione, vittime innocenti, morte, umanità in fuga verso un sogno di liberazione. Tutto sembra divenire  impossibile, inutile, superfluo, ci rimane solo la tristezza. Diceva un mio amico, tanti anni fa, che ” il male è veramente tale quando ci fa perdere il sorriso”. Non possiamo rassegnarci, siamo aggrappati alla speranza di notizie, di messaggi di pace che ancora non arrivano. Le case e non solo del villaggio globale di Riace sono disponibili per l’accoglienza di profughi, rifugiati in fuga dalla guerra. La raccolta fondi promossa da Luigi Manconi e dall’associazione umanitaria “a buon diritto” (a cui esprimo un forte senso di gratitudine ) finalizzata  al  pagamento della mia sanzione pecuniaria chiedo che venga utilizzata per l’accoglienza dei profughi di qualsiasi etnia in fuga dagli orrori della guerra in qualunque parte del mondo” . Domenico Lucano

Riace , resta al suo posto il sindaco Antonio Trifoliultima modifica: 2022-03-16T17:27:39+01:00da sciroccorosso