La Calabria che abbiamo

boss salutaLa storia infame della vicenda nella quale è stata coinvolta la nostra cara Ilaria che cosa ci insegna ? Che viviamo in una regione dove se sei ammanigliato per bene e cioè appartenente ad una cosca mafiosa o conoscente di qualche boss ndranghetista o hai un parente delinquente , o sei appartenente ad una qualsiasi loggia massonica , o  sei iscritto ad un buon partito, destra o sinistra fa lo stesso, allora qualsiasi cosa ti succeda ebbene devi sapere che sarai sempre protetto. Perché anche se sei coinvolto in qualche grave fatto, come  nel caso di un finto incidente,  non troverai mai il muro delle istituzioni a intervenire e  proteggere la vittima, la legge, la verità, o chiunque sia coinvolto nel fatto stesso, ma al contrario viene protetto quello che fa la telefonata alla persona giusta , la quale persona giusta telefonerà ad un’altra persona giusta, la quale manderà il maresciallo giusto, il gip giusto, il vigile urbano giusto, e potrai quindi startene tranquillo sul tuo divano a vederti la serie tv preferita.

Mimmo scrivenavi dei veleniLa Calabria è piena di casi manipolati, aggiustati, venduti da procuratori, da avvocati farlocchi, da miseri indagatori corrotti fino all’ultimo capello in testa, da giornalisti lecchini che ne nascondono e falsano le notizie. I casi clamorosi li abbiamo sotto gli occhi, e vanno dal finto suicidio di Bergamini, agli arresti manipolati dei no global, al falso stupro addebitato a Padre Fedele, all’arresto di Mimmo Lucano,alle navi dei veleni scomparse nonostante le prove evidenti e questi sono i casi più eclatanti, ma se indaghiamo paese per paese, città per città , se i cittadini potessero parlare a qualche giornalista vero senza un editore corrotto o di partito alle spalle ne verrebbe fuori un’enciclopedia Treccani. Basta che un giornale on line come Iacchitè un giornale libero senza nessuna protezione e finanziamento alle spalle, neanche un rublo di Putin che farebbe comodo , abbia sollevato dubbi sulla vicenda di Ilaria che ecco scoppiare il caso. Ma se non ne avesse parlato Iacchitè è certo che come in altri casi , la stampa ufficiale e i propri giornalisti al suo servizio non ne avrebbero parlato presi ogni giorno , dalla sagra della patata in Sila, dall’arcivescovo al ritiro a San Sosti, dal gattino finito in una buca salvato dai vigili del fuoco, e come diceva Benigni a Palermo, dal traffico infernale a Cosenza alla riapertura delle scuole.

Fatto fuori Gratteri promosso a Napoli, De Magistris, Cordova, magistrati scomodi non si pone più il problema vero della Calabria che è la corruzione ai massimi sistemi. Il parlamento italiano dal 1962 promuove ad ogni legislatura una commissione parlamentare  specifica sul fenomeno mafioso che in pratica non fa assolutamente nulla se non presenziare a qualche convegno chiaramente antimafia, inaugurare qualche scuola dedicata a qualche povero assassinato dalla mafia, sciogliere il nodo del lenzuolo per mostrare una targa , altro non fa , chiaramente i gettoni di presenza e gli spostamenti dei parlamentari sono tutti a carico del governo. Oggi la commissione antimafia è composta da ben 50 fra deputati e senatori. Se venissero per una settimana in Calabria tutti e 50 e veramente fossero mali intenzionati a mettere le cose a posto, e girassero per comuni, uffici della regione, redazioni di giornali, tribunali, preture, caserme dei carabinieri, municipi, ne verrebbe fuori una bella storia , e fatti come quelli capitati ad Ilaria sarebbero storia vera ed accertata non da Iacchitè ma dalle istituzioni preposte.

La Calabria che abbiamoultima modifica: 2024-09-18T16:03:35+02:00da sciroccorosso