Posso dire di essere nato ambientalista grazie a mio nonno che era un amante della natura e passavamo giornate intere nella sua terra a parlare di alberi, sementi, potature, frutta, verdura. Mio nonno mi ripeteva sempre che lui parlava con gli alberi e ritrovai questa sua affermazione in un libro di Herman Hesse parecchi anni dopo. Nell’ottantasei divenni militante verde ed entrai nella Federazione dei Verdi partecipando alla sua fondazione e promozione in Calabria. Divenni segretario dei verdi calabresi e membro del collegio nazionale dei probiviri . Quando nei verdi entrarono soggetti assetati di poltrone e potere me ne uscii ma continuai la mia militanza in comitati ambientalisti nati sul territorio e autonomi da quello che divenne il “partito dei verdi”. Ricordo queste cose per dire che conosco il territorio calabrese percorso palmo a palmo e ne conosco di conseguenza tutte le dinamiche che hanno portato alla nascita di discariche, di villaggi turistici, di inquinamenti dei fiumi e del mare, di cementificazioni su scogliere e su spiagge .
Ho visto nascere alberghi sulle spiagge, villaggi sul demanio, case su scogliere. Ho sempre denunciato tutto alla magistratura, ai carabinieri, alle soprintendenze. Mi sono esposto e con me decine e decine di uomini e donne appartenenti a comitati di base , nati spontaneamente contro una discarica, un’antenna telefonica, un albergo , un abuso palese. Nella costa tirrenica la speculazione edilizia dagli anni ottanta in poi è stata spaventosa. Si è costruito ovunque, sulle colline, sulle spiagge, lungo i fiumi, sulle scogliere. Con la speculazione edilizia sono nate discariche abusive, sversamenti di pozzi neri nei fiumi, sono nati impianti per depurare i pozzi neri, come l’impianto di San Sago, nel comune di Tortora che negli anni ha sversato di tutto e di più nei fiumi, finanche 7 milioni di litri di sangue proveniente dalla macellazione . Così i depuratori comunali senza alcun controllo affidati a ditte private hanno fatto il bello ed il cattivo tempo scaricando nottetempo nel mare o sotterrando abusivamente liquami nei terreni. Dopo decenni mi domando che fine abbiano fatto le 400 mila tonnellate di ferriti di zinco della Pertusola di Crotone. 35 mila tonnellate vennero trovate nelle campagne del cassanese ma il resto dove è finito ? Quello che vediamo oggi sotto i nostri occhi non è altro che il risultato di quelle politiche che dagli anni ottanta fino ad oggi hanno investito la regione e che ha fatto sì che cosche mafiose, imprenditori di assalto, politici corrotti e tutto il resto ne abbiano usufruito.
Nella sostanza potrei affermare che il crimine nella nostra regione paga. Chiunque abbia commesso azioni contro l’ambiente oggi si gode dalla terrazza della sua villa con annessa piscina che da sulla scogliera sottostante il mare , così come l’albergatore che ha costruito sul demanio può pubblicizzare tranquillamente su patinate riviste la sua struttura con vista sull’Isola di Dino o di Cirella, così come il ristorante costruito sulla scogliera, il villaggio turistico sulla collina di uliveti , o abbattendo millenari calanchi unici in Europa. Tutti felici e contenti dell’abuso fatto senza avere la minima paura che potesse essere abbattuto. In galera in questi anni non ho visto nessuno , e se qualcuno ha avuto processi anche con condanne ha potuto alla fine usufruire del bene abusivo. I casi di abbattimento di strutture in Calabria sono rari così come sono rare le case sequestrate a mafiosi e date ad associazioni. Tutto si aggiusta in Calabria, basta saper oliare le persone giuste , basta affidarsi a politici giusti, basta mollare le mazzette alle persone giuste , e godersi a vita il panorama esclusivo sul mare anche se inquinato e con la nave Cunski seppellita in pieno mare.

