La sdraio

Roma


Ma che bravo regista Cuaròn, trova sempre il modo di riempire lo schermo di tante cose. Sia che si tratti solo dello spazio profondo di Gravity con 3 astronauti, sia che si tratti di una chiassosa famiglia con quattro bambini, due domestiche, una nonna, un cane, mammà e papà nella caotica Città del Messico del 1970. "Roma" ha il pregio di avere ogni sequenza, ogni singolo quadro, pieno di roba. E la roba è sempre disposta nella maniera più efficace, nel farsi guardare o nel fare da ambientazione. E la scelta del bianco e nero assolve alla stessa funzione che avrebbe avuto la scelta di colori belli saturi tipici del cinema '70, solo che è assai più chic, cosa che a noi pretenziosi piace assai. Le facce pure sono meravigliose, tutte. I dialoghi servono giustamente a poco, perché tanto è tutto da vedere. Un film pienamente rappresentativo della vita e della morte, sotto tutti gli aspetti, interiori e esteriori. A scandire i segmenti tanto basta una banda musicale di passaggio quanto il passaggio degli aerei, nulla è mai fermo. Siamo al capolavoro.