Loro (2018).

Taniello   22 aprile 2019   Commenti disabilitati su Loro (2018).

loroGli anni del berlusconismo hanno tragicamente segnato la vita di molte (all’epoca) giovani vite,  non mi riferisco solo alle donzelle minorenni con cui (si dice) che il nostro eroe trascorresse tempo a guardarsi negli occhi.

Negli anni in cui, per molti, sarebbe stato certamente più utile allargare certi orizzonti, imparare a fare tante altre cose un poco più costruttive, Silviuccio della TV, delle fortune dalle origini oscure, dai rapporti loschi, dalla mazzetta come arma letale, quel Silviuccio era il male assoluto e doveva essere sconfitto.
A distanza di anni è diventato poi chiaro quanto sia riduttivo circoscrivere il male a una sola persona, forse è meglio ragionare in termini di specie, forse.

Il film: intanto si ringrazia la Produzione per questa versione unica di soli 150 minuti (non è che nei vari festival internazionali puoi uccidere la gente con proiezioni separate o che durano più di 3 ore, a meno che tu non sia un asiatico per palati d’essai).

Essendo roba di Sorrentino, non possono mancare le sorrentinate che rimarranno nella storia, come la potente allegoria del camion dei rifiuti che esce di strada per non investire un gigantesco ratto. Il camion, poi, precipita plasticamente nei Fori imperiali e infine esplode. Tutto per descrivere finemente lo stato delle cose del Potere nella Capitale, bene.

Scamarcio che fa il pappone è efficace, forse è la parte più riuscita del film: qui si tratta di rappresentare l’edonismo sfrenato (cioè zoccole e cocaina) che va a corrompere il potere. La cosa funziona abbastanza bene grazie a una certa tecnica che mette bene insieme montaggio e ricchezza delle immagini. Magari i festini alla Wolf of Wall Street potevano durare qualche quarto d’ora in meno, ma l’estetica del Nostro doveva essere travolgente, orsù.

Poi c’è la vicenda berlusconiana, che in questo caso è servilliana. Qui ci sono cose simpatiche e non. Diciamo che sarebbe stato meglio limitarsi alle prime,  invece Sorrentino doveva infilarci per forza le cose moralistiche, tra le quali vince un’insopportabile Veronica Lario, una che coi suoi libri “difficili” e il suo desiderio di andare in Cambogia a piedi ti fa davvero venire voglia di abbracciare Silvio e solidarizzare con lui.

Nella fase di Silvio Servillo, dunque, ci sono tutti i nani e le ballerine che hanno fatto la storia, cose più o meno riuscite, c’è la villa in Sardegna che rende la cosa abbastanza ariosa e consente di volgere lo sguardo altrove, c’è il declino tra una Noemi Letizia e un terremoto a L’Aquila.

Che dire, su vari siti internazionali questa versione viene definita “irrisolta”… Carne a cuocere ce n’era tanta, forse si sarebbe potuto lavorare più di fino.

Strano, non so dare un giudizio secco, sono stati anni terribili e dolorosi.
Tocca ad altri, oggi, fare più schifo di allora.

Loro (2018).ultima modifica: 2019-04-22T10:25:43+02:00da Taniello