Affida un pensiero al vento, questo è il mio, qual’è il tuo?

Affida un pensiero al vento, segui l’usanza tibetana, nonostante l’occupazione cinese, i monaci scrivono le loro preghiere su leggeri biglietti, le portano sulle cime dei monti e le affidano al vento affinché le divinità le leggano, chiedono in modo silenzioso, senza aver fretta, il vento sa..dove portarle.

Questo posto è una grande preghiera tibetana, il nostro io esplode in mille desideri, ogni volta che qualcosa diventa bisogno ci rivolgiamo all’esterno, ad un altro io, questo può essere il ricettore ricettivo metafisico o una persona, il cosiddetto miracolo spesso è solamente l’invocazione d’affetto o d’amore.

Per raggiungere questo, seguiamo un percorso interno, inizia col rifuggire persone e cose, o esser a nostra volta, lontani dalle stesse, sino a raggiungere uno stato di quasi atarassia, da quel momento in poi, cerchiamo l’eutassia, di ciceroniana memoria, il collocare in ordine le cose per raggiungere lo status di benessere.

Benessere diventerà crearci un luogo in cui, azioni e ordine delle stesse, sia legato alla serenità che questo ci porta, quando un discorso s’interrompe, ci si interroga, accusandoci per eventuali nostri errori, si esamina il comportamento dell’altro, con occhio benevolo, poi si conclude in due modi, ci sono o meno spazi per proseguire, il più delle volte la domanda è pleonastica, quando si arriva a far questo la risposta è già stata data. Siamo vivi, sappiamo di noi, conosciamo quel primo biglietto affidato al vento, e scrutando nel nostro cuore, scriviamo altre parole, sempre le stesse e diverse, il paradosso del vicino lontano che si scontra col lontano sentito vicino.

Una notte, due notti, cento notti e cento giorni, “sino a che le migliaia si confondano” e riviva la voglia di esser felici, uno sbaglio non dev’essere considerata giustificazione ad una pena eterna, il flagello ed il cilicio son solo dolore scioccamente cercato, esiste “altro”, intorno a noi, la mia notte, una di quelle notti particolari in cui il bisogno di quel contatto, di una parola, è più forte, mi ha fatto scrivere questo biglietto, ed ora lo affido al vento dell’est, in quella direzione intravedo una luce, sei tu

 

 

Affida un pensiero al vento, questo è il mio, qual’è il tuo?ultima modifica: 2017-09-10T10:29:25+02:00da Totodess