A quattro mani

Poggiare la penna


Poggiare la penna e osservare le sue ombre, intorno come per magia appaiono tutti i pensieri che sino a poco prima erano allo stato latente. Mani che ora vorrebbero semplicemente altre mani percorrono il foglio e lo colorano di tratti sino a farli diventare pensieri e parole, osservo la poltrona rossa che guarda stupita quanto succede e sorrido. Poggiare la penna ed ascoltare la propria voce che lentamente racconta la giornata vissuta e mi riporta alle mie scoperte. Giocando ho scoperto di una persona quelle cose che non avrei scoperto in anni di studio, voler accontentare tutti è la miglior via per l'insuccesso, quell'uomo ritrovato sono io. Rido di me stesso, leggo nella mia storia i momenti in cui ho lasciato che il mio corpo guidasse il gioco e con la complicità di altre persone che facevano lo stesso, fu piacere. Cosa voglio oggi per me?, dire semplicemente, "ho compiuto vent'anni", ed iniziare il ventunesimo con lo stesso slancio della prima volta senza dover fare il totale. Nella mia anima ho lasciato una casa, in quei muri esiste una fenditura che serve a dar luce all'interno ed osservare l'esterno, posso gioire con te?, se questa casa può esser gioia lo è anche per te che leggi. Vincitori osannati mi hanno stancato, sulle loro vittorie hanno lavorato migliaia di persone e da esse hanno pianto altrettanti uomini, la storia vera è quella descritta da Elsa Morante, viva i mille Useppe, viva Ida. Ora i miei pensieri vanno ad una donna che osserva il suo corpo come se fosse cambiato e in questo cambiamento avesse perduto il suo charme, quella donna ha degli occhi meravigliosi ed un cuore grande come un palazzo. Quel corpo ha importanza nella battaglia dell'amore legato ad uno sguardo dove perdersi, legato a parole non dette o frasi spezzate, ed è bello che sia così, perché lei è bella. So cosa voleva farmi fare la penna, voleva che scrivessi queste parole, ed ora dimmelo, ripetilo ancora, "sei di parte" https://www.youtube.com/watch?v=6vsw6w1hVGE