Mie considerazioni effetti Covid-19

UNA GENERAZIONE, LA NOSTRA, CHE NON HA MAI VISSUTO NESSUN CONFLITTO MONDIALE. UN MICRORGANISMO DI APPENA 160 NANOMETRI, HA INCENDIATO IL MONDO.
L’attuale realtà è assistere a un mondo letteralmente incendiato a causa di una Pandemia “Creata” da un esserino invisibile.
Credo di dire cosa vera nell’affermare che la nostra generazione non ha mai vissuto alcun conflitto mondiale come, invece, è stata vissuta dai nostri antenati con immani sofferenze. Quindi, ci possiamo considerare la generazione del dopo guerra, dei periodi della guerra fredda, la generazione dei progressi della tecnologia e della scienza.
Ci sentivamo degli “invulnerabili” degli onnipotenti in grado di mettere sotto nostro dominio il mondo intero.
Una generazione, capace di aggirare qualsiasi ostacolo che potesse essere di intralcio. In poche parole, siamo la generazione che ha vissuto e sperimentato con elevati benefici, una costante  e perpetua crescita.
E tuttavia, quando questa generazione pensava di potere dominare su tutto, ecco che proprio in questo momento, arriva il tempo dei genomi, delle manipolazioni genetiche, di alimentazione transgenica che ci rendeva la consapevolezza di essere informati su tutto e nel contempo farci svegliare più isolati che mai, e non potere guardare con gli occhi il “tête-à-tête”
Questa generazione ha creato sofisticatissimi sistemi di sicurezza volti a garantirci l’invulnerabilità ma ecco che ci sorprendiamo “Vulnerabilissimi”. Ci siamo sorpresi invasi dalla paura, da ansie incontrollabili, dal panico, dalla necessità di mettere denaro su denaro, mentre molti altri, quasi ignari della consistenza immane di quanto stiamo vivendo. A questi mi sentirei di porre una domanda; anzi, un invito a riflettere e a fermarsi, e per recuperare vitalità a rinascere, passare in rassegna la vita che stiamo conducendo e sul quanto può essere importante, la vita, se sopravviviamo a questa pandemia che, fuor di dubbio ne usciremo.
Quindi, superare questa pandemia e consapevoli che il livello di attività non sarà più quello di prima perchè a prevalere sarà lo spettro della disoccupazione.
Eppure non possiamo dire di non avere ricevuto gli avvertimenti, solo che abbiamo preferito non vederli.
In conclusione, questa è l’opportunità che abbiamo, per recuperare un “modo di vivere ” in perfetta armonia con chi abbiamo nutrito astio e non di meno con l’ambiente, e con la natura.
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I LAZZARETTI……AL TEMPO DELLA PESTE

CORONAVIRUS E MANZONI/ Padre Felice nel Lazzaretto: ecco perché Dio permette questo

La Peste è stata l’occasione dell'”invenzione ” dei Lazzaretti che, in verità, non godevano di buona fama sotto ogni aspetto. Per definizione erano luoghi dove molti venivano portati, ma da cui in pochi tornavano vivi.

Si calcola che più dei due terzi degli infermi confinati nel Lazzaretto Vecchio e nel Lazzaretto Nuovo a Venezia: il lazzaretto Vecchio è un’isola appartenente alla Laguna centrale di Venezia, mentre il Lazzaretto Nuovo è situato a nord-est di Venezia e all’inizio del canale di Sant’Erasmo, morirono in questi istituti. L’Isolamento era quindi ampiamente considerato una condanna a morte che serviva solo a separare  a forza i malati da parenti e amici.

Con l’aumentare del numero delle vittime nelle città, i Lazzaretti dovettero ricorrere a mezzi disperati per fare fronte alla situazione. Spesso i cadaveri venivano gettati senza tante cerimonie in fosse frettolosamente scavate dove i becchini li ammonticchiavano gli uni sugli altri, quando non li bruciavano su  cataste di legno collettive per la cremazione. I bagliori notturni e le  dense volute di fumo durante il giorno rendevano queste strutture e i loro dintorni luoghi spaventosi. La rigida disciplina e le severe pene inflitte a chiunque cercasse di fuggire intensificavano la paura. Per quelli che sopravvivevano, in certi casi il periodo di isolamento significava la rovina  finanziaria, perchè spesso veniva loro addebitato il costo del mantenimento. In alternativa, le autorità imponevano ai guariti imposte speciali nel tentativo di recuperare le spese.

Alcuni Lazzaretti recavano anche un marchio d’infamia perchè venivano usati come luoghi di punizione per coloro che non osservavano le disposizioni governative.

Le visite nelle case da parte degli addetti alla ricerca e al ritiro dei cadaveri aumentavano il terrore. Erano- se così si può dire- dei funzionari che svolgevano un compito notoriamente pericoloso, circondati dall’Ostilità  popolare e col  rischio di essere contagiati. A volte bevevano per farsi coraggio e si presentavano al lavoro comportandosi in maniera volgare e insolente.

Non pochi di questi funzionari vedevano la propria posizione come un investimento da cui trarre profitto minacciando persone sane di isolamento, prendendo denaro dai malati per lasciarli con le  loro famiglie, saccheggiando case rimaste vuote e alleggerendo i pazienti ricchi dei loro effetti personali.