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I LAZZARETTI......AL TEMPO DELLA PESTE


La Peste è stata l'occasione dell'"invenzione " dei Lazzaretti che, in verità, non godevano di buona fama sotto ogni aspetto. Per definizione erano luoghi dove molti venivano portati, ma da cui in pochi tornavano vivi. Si calcola che più dei due terzi degli infermi confinati nel Lazzaretto Vecchio e nel Lazzaretto Nuovo a Venezia: il lazzaretto Vecchio è un’isola appartenente alla Laguna centrale di Venezia, mentre il Lazzaretto Nuovo è situato a nord-est di Venezia e all’inizio del canale di Sant’Erasmo, morirono in questi istituti. L'Isolamento era quindi ampiamente considerato una condanna a morte che serviva solo a separare  a forza i malati da parenti e amici. Con l'aumentare del numero delle vittime nelle città, i Lazzaretti dovettero ricorrere a mezzi disperati per fare fronte alla situazione. Spesso i cadaveri venivano gettati senza tante cerimonie in fosse frettolosamente scavate dove i becchini li ammonticchiavano gli uni sugli altri, quando non li bruciavano su  cataste di legno collettive per la cremazione. I bagliori notturni e le  dense volute di fumo durante il giorno rendevano queste strutture e i loro dintorni luoghi spaventosi. La rigida disciplina e le severe pene inflitte a chiunque cercasse di fuggire intensificavano la paura. Per quelli che sopravvivevano, in certi casi il periodo di isolamento significava la rovina  finanziaria, perchè spesso veniva loro addebitato il costo del mantenimento. In alternativa, le autorità imponevano ai guariti imposte speciali nel tentativo di recuperare le spese. Alcuni Lazzaretti recavano anche un marchio d'infamia perchè venivano usati come luoghi di punizione per coloro che non osservavano le disposizioni governative. Le visite nelle case da parte degli addetti alla ricerca e al ritiro dei cadaveri aumentavano il terrore. Erano- se così si può dire- dei funzionari che svolgevano un compito notoriamente pericoloso, circondati dall'Ostilità  popolare e col  rischio di essere contagiati. A volte bevevano per farsi coraggio e si presentavano al lavoro comportandosi in maniera volgare e insolente. Non pochi di questi funzionari vedevano la propria posizione come un investimento da cui trarre profitto minacciando persone sane di isolamento, prendendo denaro dai malati per lasciarli con le  loro famiglie, saccheggiando case rimaste vuote e alleggerendo i pazienti ricchi dei loro effetti personali.