E’ più facile essere ingrati che…Grati

⋮ Limitazione degli ingrati ⋮ Cat. [Aforismi, Johann Wolfgang Goethe,  Schiele Art ] @ Rhadrix ⊚

Il filosofo romano Cicerone ha descritto l’ingratitudine come dimenticanza. Per lui la gratitudine è l’atteggiamento più importante dell’uomo. E’ il presupposto per la concordia fra gli uomini e per l’armonia dei cuori. Per Cicerone la mancanza di gratitudine è una seria minaccia per l’umanità. Per questo molti pensatori hanno descritto l’ingratitudine come uno dei peccati più basilari. Il Talmud ( testo sacro riconosciuto solo dall’ebraismo ) dice che l’ingratitudine è peggio del furto. E Goethe sostiene: “L’ingratitudine è sempre una forma di debolezza; di voragine interiore. Non ho mai visto persone virtuose essere ingrate “.

La gratitudine costituisce l’uomo, perchè nell’atteggiamento della nostra relazione esistenziale percepiamo il legame con gli altri e riconosciamo che non viviamo soli. Per il monaco benedettino David Steindl-Rast, la gratitudine è la preghera più profonda, perchè oltre ad allacciarci con gli altri ci relaziona a Dio mostrandoGLI la nostra gratitudine per tutto ciò che ci dona ogni giorno, in forma gratuita.
Ma allora l’ingrato come lo si può definire ? Beh, io personalmente non lo definisco neppure un uomo-persona, e proprio perchè non è in grado di percepire e di vivere occasioni positive. Gli ingrati sono persone sgradevoli. Con loro si preferirebbe non avere niente a che fare. Lo stare accanto ad una persona ingrata procura un grande disagio e malessere interiore. Egli, distrugge l’armonia dei cuori. Non è capace di festeggiare, e in ultima analisi non è capace di giore. C’è qualcuno fra chi mi sta leggendo che sia riuscito a fare un piacere per la seconda volta ad una persona ingrata ? Per l’ingrato è tutto dovuto. E’ insaziabile e mai soddisfatto. Queste persone, nella loro smemoratezza innaturale non riescono neppure a vivere, ma vivono bene, credendo di vivere.

Di contro, si guardi la persona grata. Sprigiona radiosità e gusto di vivere, perchè certa di sentirsi viva, e protetta.

E’ più facile essere ingrati che…Gratiultima modifica: 2021-07-22T19:05:28+02:00da un_uomonormale0

4 pensieri riguardo “E’ più facile essere ingrati che…Grati”

  1. La gratitudine è un sentimento che alberga in noi, è un istintivo moto di allegrezza che si affina a colui che ci ha aiutato, fatto del bene e rimane riconoscente nel cuore con la consapevolezza che un giorno, quando potremo, si ricambierà. Non lo si dimentica. Esistono, altresì, persone che potrebbero ricevere favori, doni o altri benefici e rimanere completamente assenti. Nemmeno un piccolo grazie…non lo sanno dire. A volte è questione di carattere, schivo, silenzioso…altre invece, di grande grettezza. Prendono e quasi si sentono in diritto per aver ricevuto e se qualcuno gli fa notare il loro essere ingrati si arrabbiano pure.. L’animo umano non è prevedibile. Anche i nostri figli peccano molte volte di ingratitudine, vedono le cose assolutamente “dovute”. Io penso che al di là di ogni ragionamento o logica, è un gran bene aiutare senza pensare di ricevere qualcosa in cambio. Abbiamo donato, sentiamo in noi una gioia serena, abbiamo fatto il nostro dovere. Non aspettarci riconoscenza è la cosa migliore. Felice giornata, Peppe, ti sorrido!!

    1. Ciao Licia, hai citato bene la sostanza dell’argomento. Non v’è alcun dubbio che la gratitudine è una virtù, e come tutte le virtù, la si deve possedere, allevare, custodire. E’ la sola opportunità che l’uomo ha di stare in pace e sereno con se stesso: una scelta, direi- mettiamola così- che poniamo in essere nella nostra vita. L’essere grati, ha molta più valenza di quel semplice “grazie”; non di rado pronunciato, similmente a chi vuole sbrigarsi la pratica e non pensare più al “benefattore”. Cicerone, è stato chiaro:”La gratitudine è la madre di tutte le virtù”. Essere grati, è come spalancare la porta del proprio essere verso la compassione, verso l’empatia, verso il disporsi facilmente al perdono. Vedi, mia cara, l’ingrato, per me, è colui al quale manca la memoria nel cuore. Ciao, Licia, lieta giornata

  2. Certo, hai ragione, Dott. L’ingrato non vuole ricordare il bene ricevuto, perchè gli ricorda la sua pochezza , il suo non essere stato autosufficiente per uno qualunque dei suoi bisogni, ciò che sempre inorgoglisce l’essere umano. Dunque , l’ingratitudine ha la sua causa principale in due gravi difetti della persona: orgoglio sfrenato e superbia. Le persone che hanno ad elevata potenza questi difetti, non saranno mai esseri riconoscenti del bene ricevuto, piccolo o grande che sia. Tanto più a Dio per i suoi doni, visto che ,di solito, non si lasciano condizionare neppure dalla fede: sono vuoti dentro e solo pieni di sciocca albagìa. Pertanto, mai aspettarsi gratitudine. Il bene, se si fa, costituirà solo l’approvazione della nostra coscienza e la serenità personale di esserne stati fautori che è,senz’altro, la ricompensa più preziosa. Ciao.

    1. Ciao Maria Teresa, e cosa dovrei aggiungere a questo tuo commento ? Nulla, lasciarlo così, ritagliarlo e conservarlo nel proprio portafogli. Avrei scritto le tue stesse considerazioni – magari con più errori di grammatica e più carenza lessicale -. Un abbraccio

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