Checchè se ne dica, le cose stanno così…purtroppo

Credo proprio che le cose stiano così. La mente vive nel perenne “No”. Dice sempre no. pare che si nutra pronunciando solo il “No” a qualunque cosa. Credo ancora, che non esista una mente positiva.

Il cuore invece è in un continuo “SI”. Proprio come la mente dice No, il cuore ribatte col suo SI. E’ naturale che è meglio dire “Si” che “No”. Perchè negando sempre, la vita diventa invivibile. Più una persona dice No, più si rattrappisce. Ci si chiude. Le persone che ci stanno accanto vengono ingannati. Diamo loro l’impressione di essere dei pensatori, mentre in realtà ci stiamo rinsecchendo, ci stiamo uccidendo lentamente.

Se diciamo No all’amore, diventiamo meno di ciò che eravamo prima; se diciamo no alla bellezza, siamo ancor meno di ciò che eravamo prima. Insomma, ci frantumiamo pezzo per pezzo. La nostra vita si va svuotando, non ha più significato, sta perdendo il suo senso.

Ma niente niente è ciò che siamo noi cosiddetti uomini moderni ? Nella nostra vita abbiamo pronunciato più No che Si. Per questo veniamo assaliti dall’angosciante domanda:”Che senso ha la vita ?”. ” C’è un motivo per cui sto vivendo ?” “Vale la pena continuare a vivere ?”.

E se siamo in questo stato non bisogna meravigliarsi. Abbiamo detto no a Dio, abbiamo detto no al trascendente, abbiamo detto no a tutto ciò per cui siamo stati chiamati a vivere da sempre, e adesso ci troviamo con le chiappe per terra. Abbiamo dimostrato fino alla nausea che tutti i valori per cui abbiamo vissuto sono inutili, insignificanti; e così, adesso ci troviamo nel fondo delle difficoltà, nell’angoscia più profonda. La vita ci appare impossibile e talvolta disgustosa.

Voi che ne pensate ?

Quante volte abbiamo sentito:” Era una persona davvero straordinaria!”

Perché alcune persone hanno più ambizione di altre?

Con questo non voglio parlare di me come di costui che “fu”, ma elaborare ciò che dimora dentro  l’espressione” Era una persona davvero straordinaria!” E’ovvio che chi pronuncia queste parole  avrà ben conosciuto questa persona che ipotizzo nella mia mente.

Mi sono sempre chiesto il perchè certi uomini  suscitano la voglia di incontrare almeno una volta nella vita. E perchè costoro, se  incontrandoli fanno venire voglia di imitarli. Sono persone che non passano inosservati lungo le strade della vita, perchè lasciano come delle orme che sembrano degli inviti a seguirli. In altre parole, queste persone mi hanno sempre affascinato e sin dalla mia età adolescenziale, hanno fatto fermentare dentro di me il desiderio di diventare qualcuno nella vita.

Ma un dettaglio  mi è sempre sfuggito, e cioè, di avere fatto confusione tra Personalità e originalità.

Oh, se contassi le volte che per fare prevalere le mie idee mi sono scontrato con le idee degli altri. Io ho sempre immaginato che pensare in maniera personale fosse come assumere l’atteggiamento di colui che è “originale”, di colui che sa farsi notare dagli altri. Epperò, nel medesimo  momento non perdevo occasione di “copiare” coloro  che ammiravo nel comportamento e pur’anche nelle idee. Tutto questo, ha avuto un prezzo; quale ? Non permettevo che mi sviluppassi nella mia personalità  perchè prendevo a prestito quella degli altri.

Insomma, capii, in età adulta, che dietro il mio personaggio prestato ci stava la persona che ero io, che soffocava dentro me.

Conclusione, ho ben compreso di avere fallito a causa del mio malsano orgoglio  di diventare dio senza DIO.

Ma….

Ho capito che sto invecchiando…assieme a tanti..

Tutti invecchiamo! | Top Doctors

Questa  fase della nostra vita, è sicuramente una terribile prova che va affrontata. E tuttavia, anche se la mia( parlo di me ) vita è stata spesso non sempre facile, nel momento che la vedo sfuggire, io, come tanti, cerco di trattenerla. Ma cosa ci  fa soffrire di più in questa fase? Semplice,  quella di sentirci condannati alla inutilità, quindi dare a chi ci sta accanto di che preoccuparsi di me o di noi, quando, invece vorremmo fortemente essere ancora utili.

Ma una cosa l’ho capita e cioè, che la vecchiaia non è quel  tracciato di strada che mi porta alla morte, bensì, un cammino verso la vita. Sembra strano, ma è così che la vedo. La vita totalmente sbocciata, e per sempre divinizzata in Cristo.

Epperò occorre che  io accetti la durezza della trasformazione, quel passaggio che mi introduce in un’altra vita; similmente al seme del grano, che  sotterrato per potere generare la spiga, deve morire.

Per la mia anzianità, è finito quel tempo  di correre verso gli altri, come pure di camminare speditamente, e come non posso più salire le scale a due a due e velocemente. E le mani ? Già, le mani che iniziano a tremare e gli occhi a fare fatica sullo scorrere delle pagine di un libro. E la memoria ? Ah, quella poi che sembra burlarsi di me nascondendomi anche i nomi che qualche anno prima stavano ben memorizzati. Ogni giorno che passa, mi scopro sempre più solo a radunare i ricordi, le mie pene passate, mentre quelle che furono gioia sembrano svanire.

Mi verrebbe da chiedere al Cristo, che Lui non ha provato questa esperienza perchè ha bruciato la sua esistenza nel fiore dei suoi anni:” Tu non puoi capire, Signore cosa significa quel lento e inesorabile invecchiare e vedere la vita che vorrebbe sfuggire !. E’ veramente duro, Signore invecchiare, mi capisci ?”

Cosa mi risponderebbe LUI ? Che non è come penso io, e che di me ha ancora bisogno,  come ne aveva un tempo perchè, è da un cuore che batte, fosse anche stanco, che genera e  regala tanta vita in quel corpo che lo ospita, e quel cuore è ancora fucina di amore potente e puro, e le parole, continui messaggi di vita. Ho capito, dunque, che il Signore mi chiede di aiutarlo per la salvezza del mondo.

 

Ma, siamo i padroni del tempo o siamo suoi schiavi ?

 

Noi, padroni o schiavi del tempo che viviamo?" - BergamoNews

Ho  di proposito scavalcato  l’articolo di sotto,  per una ragione personale, che non sto a raccontarvi, ho deciso di proporre questo che segue.

La signora M., casalinga, doveva uscire per  acquistare alcune cose necessarie per la casa. Tuttavia, nella sua mente si  faceva spazio un pensiero”  Rimpiango tutto il tempo perduto e che ho ritenuto fosse sprecato!”.

Ecco, questo tempo che si comporta simile a un tiranno, simile a uno sposo non voluto ma imposto, simile a un compagno inesorabile delle nostre giornate e anche dei nostri anni. Compagno abile distruttore della nostra vita che la spacca, che l’assilla, che comanda e che obbliga a correre perchè lui corre molto…e ha fretta.

Ci chiediamo:”Siamo suoi schiavi ?” Non sarebbe il caso di farci suoi padroni  e fare le cose con calma ?

La nostra corsa quotidiana  di cosa ci priva ?

La Coppia dopo il pensionamento

La Coppia Di Anziani Si Gode Lo Stile Di Vita In Pensione Che Va A Cavallo  Della Stessa Bicicletta Colorata In Attività Ricreativ Fotografia Stock -  Immagine di anziano, divertente: 148608070

La Foto non rende l’idea…ma non ho di meglio.

Oggi  uomini  e  donne,  magari  in  maniera  diversa  da  come   era  forse  nella  generazione  passata,  di  norma   hanno  un  rapporto  di  coppia  che  continua  ad  avere  degli  effetti  positivi  anche  dopo  il  pensionamento,  e  cioè  quando  resta   più  tempo   per  rivalutare  la  vita  in  comune.  Ma  continua  ad  esistere   anche  l’altro  caso:  che  le  donne  guardino  con  una  certa  paura  al  pensionamento  del  coniuge   che  trovano  la  loro  realizzazione  nel  proprio  lavoro.  Non  ci  si  stupisce  se  ascoltiamo  non  di  rado : ” Da  quando  mio  marito   è  in  pensione   me  lo  trovo  sempre  in  casa,  e  ci  diamo  continuamente  sui  nervi,  complicandoci  la  vita  a  vicenda”.  E’  chiaro  che  nessuna  coppia  osa  ammetterlo,  ma  è  un  fenomeno ;  ahimè,  vero !  Quando  ambedue  lavoravano,  o  uno  solo  e  lei  la  casalinga,  avevano  i  ruoli  divisi  le  cose  andavano  bene.  Ma  adesso  non  funziona  più.  Così,  d’improvviso  ci  si  trova  sempre  insieme.  E  non  è  mica  facile  trovare  una  nuova  forma  di  convivenza.  Eppure,  questa  fase  della  vita  di   una  coppia  dovrebbe  rappresenatare   un’occasione    per  cercare  un  nuovo  rapporto  di  vicinanza  e  distanza  nello  stesso  insieme.  La  donna;  quindi  la  moglie,  con  molta  probabilità  ora  sente   di  più   che  gli  anni  in  cui  suo  marito  andava  a  lavorare ,  e  in  cui  forse  anche  lei  lavorava,  automaticamente  creavano  un  rapporto  di  vicinanza  e  distanza  che  faceva  bene  ad  entrambi.  Il  marito  aveva  il  suo  lavoro,  la  moglie  il  suo;  sia  pure  quello  in  casa,  e  di  norma  anche  l’educazione  dei  figli.     Ognuno  poteva  fare  e  disfare  a  proprio  piacimento.  E    quell’attendersi  era  un  momento  di  gioia.  Come  gioiose  erano  i  fine  settimana.  Erano  i  momenti  in  cui  i  due  partner   avevano  tanta  voglia  di scambiare  opinioni,  e  condividere  piccole  emozioni  in  compagnia  dei  figli,  o   da  soli.  Insomma,  un  equilibrio  davvero  piacevole  oltre  che  stimolante.  Il  marito  raccontava  del  lavoro,  dei  suoi  rapporti  col  capufficio  o  coi  colleghi.  Adesso,  si  trovano  sempre insieme.  Dalla  mattina  alla  sera. La  grande  Sandra  Mondaini  avrebbe  detto: “Che  noia,  che  barba !”.  Comunque,  bando  allo  scherzo  della  brava  e  indimenticabile  Mondaini,  il  problema  si  fa  serio,  in  quanto   una  crisi  può  anche  rivelarsi  fatale…all’unione.  E  pensare  che  ambedue   durante  il  periodo  attivo,   avranno  pensato  mille  volte   quel  momento  di  trovarsi  a  trastullarsi  e  non  fare  niente.   Non  è  così  purtroppo.  La  moglie  non  può  più  svolgere  le  faccende  come  vorrebbe  e  come  era  abituata  a   fare.  Si  sente  osservata,  controllata  dal  marito.  Insomma,  io  non  ho  altro  da  dire.  Il  problema  ve  l’ho  esposto,  parliamone  se  vi  fa  piacere,  e  magari   fornite   un  parere,  una  testimonianza  che  possa rivelarsi  utile  a  coppie  che  leggeranno  e  che  si  trovano  a  vivere  il  loro  pensionamento  in  questa  maniera.

 

Perchè ci complichiamo la vita con paure immotivate ?

Un post tra lo scherzetto…ma non troppo

Avere  paura  non  è  vigliaccheria,  ma  intelligenza.  Se  vedo  un  serpente  che  mi  attraversa  la  strada  mica  sono  scemo  ad  avvicinarmici.  Mi  allontano   con  la  scatto  di  un  grillo. No  no,  non  mi  sento  per  nulla  un  vigliacco.  Però  c’è  da  ammettere  pure   un  aspetto  fondamentale in  questo   fenomeno  naturale.  Esistono  due  possibilità:  la  paura   anormale;  quasi  patologica.  In  questo  caso  sono  un  pauroso  per  tutto.  Per  esempio,  qualcuno  ha  paura  di  entrare  in  una  casa.  Se  voglio  dissuaderlo,  non  debbo  usare  la  logica  per  dimostrargli  che  ha  torto.  Quella  persona  dirà,  giustamente:” E  chi  mi  garantisce   che  la  casa  non  crollerà ?”  Eh,  già,  chi  può  dargli  torto ?  Sappiamo  bene  che  le  case  possono  crollare,  quindi  anche  la  casa  del  nostro  protagonista  potrebbe  crollare.  Alcuni  sono  rimasti  schiacciati  sotto  le  macerie  di  una  casa  che  si  è  afflosciata  sotto  il  suo peso;  quindi  nessuno  può  dare  alcuna  garanzia  assoluta;  tutto  è  possibile…

Ci  sono  altri  che  hanno  paura  di  viaggiare  perchè  i  treni   possono  deragliare:  può  succedere;  eh  già !  Poi  c’è  quell’altro  che  ha  paura   e  non  riesce  a  salire  in  macchina,  a  causa  dei  molteplici  incidenti  cui  assistiamo.  Altri  ancora  hanno  paura  dell’aereo.  Al  solo  pensare  quell’altezza  vengono  già  i  primi  brividi.  E  allora ?  che  facciamo ?  Meglio  starsene  in  casa  nel  lettuccio;  è  più  sicuro.  Ma  noooo!!!  chi me lo  assicura  che il letto è “sicuro?”   Manco  a  pensarci !  Se  si  leggono  le  statistiche  circa  il  novanta  per  cento  delle  persone  muore  nel  proprio  letto,  quindi  è  il  posto più  pericoloso  che  esiste: Vade Retro  letto !  Se  aziono  dunque  la  ragione  io  non  mi  avvicino  per  niente,  sto  alla  larga  dal  letto.  Ma  se  agisco  in  questo  modo,  la  mia  vita  è  impossibile;  la  rendo  impossibile  e  un  continuo  attentato  alla  mia  vita.

Quindi  siamo  sul  patologico.  E  visto  che  esiste  tale  possibilità   i  politici,  in  primis,  la   sfruttano,  rendendola  appunto  patologica.  Ahimè,  mio  malgrado,  debbo  ammettere  che  di  questo  stato  anormale  di  paura  persino  i  preti  ci  giocano  un  po’  fornendoci  l’immagine  dell’inferno.  La  paura  aumenta.  Nei  testi  sacri  vengono  descritti  quali  indicibili  torture   vivono  le  anime  dannate,  è  un  vero  godimento ! Hitler   di  certo   avrà  letto  quelle  scritture,  e  ad  esse  si  è  ispirato.  I  suo  cervello,  la  sua  mente  pervertita  si  è  trasformata  in  una  enciclopedia  del  male.  I  preti   facevano  il  loro  mestiere,  Hitler  ha  mostrato  di essere  “molto  religioso”.  Così,  si  è  detto: ” Perchè  aspettare  tanto ? Io  creerò  un  inferno  quì,  ora,  così  potrete  avere  un  assaggio “.

Anche  il politico  si  è  reso  conto  che  le  persone  si  possono  intimidire;  e  una  volta impaurite,  si  possono  dominare:  è  dalla  paura  che  sono  nate  le  nazioni.

 

La santità dell’albero…la santità della Natura

Mercoledì Freudiani: L'ALBERO DEGLI AMICI (di Jorge Luis Borges)

Ho letto poco fa sul profilo di “Licsi 35pe”, cioè dell’amica Licia, una poesia di un poeta romanesco che amo tanto TRILUSSA. E così, mi è venuta alla mente una sua poesia che presumo possegga tanta verità

***

 È un dialogo tra un albero di ulivo e il taglialegna che sta per tagliare l’albero. L’albero dice:

“Ma perché mi strappi dalla mia terra? Che vuoi? Mi fai trasformare in una scrivania come quel faggio?”.
Risponde: “Ma no, che dici? Tra poco tu diventerai statua di un santo. Ti metteranno sull’altare, ti porteranno in processione. Sarai santo. Potrai fare tutti i miracoli che vuoi.”
Ma l’albero rispose:
“Ti ringrazio tanto, ma il carico di ulive che ho addosso, non ti pare un miracolo più grosso di tutti quelli che farei da santo? Tu stai sciupando tante cose belle, in nome della fede. Ti inginocchi se vedi che un pupazzo muove gli occhi e non ti curi di guardare le stelle. Mentre gli diceva queste parole si intravvide una luce d’improvviso, un raggio d’oro e Dio dal paradiso benediceva l’albero, con il sole”.

Trilussa

La Vita insegna ma….non si ripete mai.

Frasi sulla vita e vivere • Scuolissima.com

Ho  imparato;  come  tutti,  naturalmente,  che  in  questa  avventura  in cui  siamo  tutti  imbarcati,  e  che  si  chiama  vita,  è  come  se  ci  trovassimo  in  una  vastissima  aula  magna,  dove  ci  vengono  somministrati  amorevolmente   tutte  le  nozioni  per  vivere  l’avventura  in  modo  sano.

Ho  imparato,  alcuni  criteri  per  discernere  se  un  amico  è  vero  amico.  Le  mie  conclusioni sono  queste:

1- Se  non  mi  ama  per  vantaggio  suo;

2- Se  la  sua  amicizia  con  me  non  è  basata  su  valori  futili  e  transitori ( bellezza  fisica,  intelligenza,  vivacità  di  carattere,  ecc.  ecc. ),  ma  sui  valori  veri;  per  un  aiuto  vicendevole:  sulla  virtù;  sul desiderio  di  diventare  più  buoni,  e  via  discorrendo;

3- Se  mi  è  fedele  nei  momenti  di  prova,  disgrazie,  sofferenze.  La  fedeltà  dell’amico  nelle  prove  è  la  cartina  di  tornasole  della  bontà  di  una   vera  amicizia;

4-  Se  la  nostra  amicizia  ci  rende  migliori;

5- Se,  soprattutto,  questa  amicizia  ci  porta  ad  elevarci  sempre  più  nell’amore  e  generosità  con  tutti;

6-  Un  altro segno  della  vera  amicizia,  non  bisogna  dimenticare;  ed  è  questo :  due  amici  veri,  perchè si  vogliono  bene,  amano  stare  insieme.  Ma  a  condizione  che  questo  non  diventi  un ghetto.  Si  deve  stare  bene  insieme  con tutti,  dando ad  ognuno  il  suo.  La  vera  amicizia,  per  sua  natura,  riversa  sull’altro,  la  carica  di  amore  e  bontà  che  è  stata  intessuta.

In  conclusione,  aggiungo  ancora,  che  la  vera amicizia,  rara  come  l’oro;  è  un  dono  troppo  alto  per  soffrire  di  quella  bruttissima  cosa  che  è  la  gelosia!

La Donna è contraria alla logica…?

Due minuti di storia - Einstein, fisica e filosofia - Cultura -  ilrestodelcarlino.it

Si,  pare  proprio  che  il  problema  della  donna  sia  quello  di  essere  fortemente  contraria  alla  logica.  La  donna   si  contrappone  con  l’emozione.  In  questo  non  ha  avversari  che  la  possano  battere.  Forse  per  questo   affiorano  difficoltà  di  comunicazione  tra  uomo  e  donna,  tra  marito  e  moglie.  In  realtà,  poichè  hanno  modi  diversi,  si  interessano  l’uno  all’altra,  si  attirano  a  vicenda:  sono  polarità  opposte,  simili  al  polo  negativo  e  quello  positivo  nell’elettricità.  Ecco,  si  attirano,  ma  poichè  sono  opposti  la  comunicazione  diventa  estremamente  difficile,  quasi  impossibile.

L’uomo  parla  sempre  con  la  testa  e  la  donna  parla  sempre  con  il  cuore.  Praticamente  due  linguaggi   completamenti  differenti  e  un  po’   predisposti  allo  scontro  anzichè  all’incontro.

Prendiamo  un  piccolo  esempio.  Una  coppia  sta  litigando  e  il  marito  dice: ” Cara,  non  litighiamo,  discutiamo  in  maniera  razionale !”  Ribatte  lei  tutta  arrabbiata: ” Tutte  le  volte  che  discutiamo  in  maniera  razionale  io  ho  la  peggio !”.  Mi  piace  questo  teatrino.

E  si,  perchè  si  intuisce  molto  circa  la  relazione di  una  coppia.  Se  la  donna  è  disposta  a  perdere,  accetta   di  parlare  in  maniera  razionale,  logica.  E  ogni  donna  sa  che  una  discussione  razionale  non  è  il  modo  per  averla  vinta:  ne  uscirà  sconfitta,  perchè  la  mente  maschile  ne  è  esperta.  A  proposito,  ma  il  grande  Einstein  possedeva  l’emisfero  destro ?  OK,  lasciamo  perdere.

Quindi,  la  donna,  non  avendo  sufficienti  cartucce   di  logica,  escogita  l’arma  di  cui  è  specialista:  il  pianto.  Con  il  pianto,  tutta  la  logica  dell’uomo,  che  sta  alzando  bandiera   di  vittoria,  in  un  attimo  si  vede  a  terra  col  manico  della  bandiera  sulla  pancia.  La  donna  ha  imparato  la  potenza  delle  lacrime.  Che  senso ha  continuare  a  discutere  con  lei ?  E  non  si  tratterà  più  di  chi  è  nel  giusto,   ma  di  chi  l’avrà  vinta.

Donne  che  ne  dite ?  E  vero  quello  che  ho  detto ?