Non è un gioco di parole, ma sono certo che si viene al mondo soli, e soli lo si lascia. Sembra che la solitudine sia la nostra realtà assoluta. Solo che c’è da non creare un conflitto fra questi due tipi di solitudini, per ingannarci, e quindi creare un rapporto conflittuale. La solitudine, però, non è qualcosa di cui essere tristi, bensì di cui essere gioiosi. A mio parere, chi riesce a trovare la solitudine lo considero uno spirito che sa e conosce il linguaggio del silenzio. Se apriamo il dizionario troviamo due parole cui vengono assegnate lo stesso significato, ma che per l’esistenza indicano realtà completamente opposte. Una è la solitudine, l’altra è l’isolamento. Non sono affatto sinonimi.
L’isolamento è uno stato negativo, come il buio, come il nulla. Vuol dire che ci manca qualcuno; ci sentiamo vuoti e impauriti. Diversamente la solitudine non sta ad indicare che ci manca qualcuno, ma che abbiamo trovato noi stessi; eterni smarriti in mezzo alla folla impazzita del mondo. Quindi un fatto positivo, direi. E si, perchè nel trovare noi stessi, troviamo il senso, il significato, la gioia della vita. Trovare se stessi è la più grande scoperta della vita: Non è una cosa facile.
Certo che questi due termini della nostra lingua non sono sinonimi in senso stretto, anche se in ognuno di essi è anche possibile trovare la sostanza dell’altro. Parlare di solitudine mi viene veramente facile, visto che amo abbastanza tutto ciò che questa parola possa intendere, nel suo significato positivo di trovarsi a tu per tu con se stessi, senza interferenze fisiche che interrompano il flusso dei propri pensieri o, più semplicemente, il sentirsi senza intralcio alcuno di presenze che possano deviare una decisione personale di comportamento, in un
dato giorno, un dato momento. Beata solitudine, comunque, che mai mi è stata di peso nella vita e che mi ha permesso, di colloquiare con la mia interiorità, di coagulare in soluzioni pratiche le mie intuizioni, in scritti di ogni tipo la mia creatività innata,il mio bisogno di concentrazioe e di riflessione che ,da sempre, mi è stato caro. Ciò non significa, per questo, che io sia misantropa. Tutt’altro. Solo che la solitudine di un certo tipo mi piace , la cerco più spesso di quanto si pensi, mi è congeniale come il senso di un’assoluta libertà fisica e, soprattutto, mentale. La solitudine che è isolamento, invece, non mi appartiene; mai, per grazia di Dio, l’ho sperimentata,
perchè non sono introversa, ma comunicativa ed amo anche tanto coltivare le mie poche amicizie preziose e sentirmi circondata dall’amore della mia bella famiglia, che adoro. Un post, il tuo, caro amico, che ho commentato con piacere e di cui ti ringrazio, avendo avuto modo di dire la mia.Pertanto, buon pomeriggio . Ciao.
Mia cara, io sono sicuramente per l’infusione di pillole di solidarietà, in un mondo che dell’egoismo fa il suo “credo”. La solidarietà va creduta, e senza l’altruismo il mondo è destinato a apssare dalla solitudine imposta dall’egoismo all’isolamento degli altri. Non essere amati o il non essere accolti o peggio il non essere accettati è l’inizio della tragedia umana. Ma la tragedia più grave è, quella di non amare. Se io posso non devo guardare al mio calcolo, e senza lo scopo di catturare l’altro/a. Solo dando all’altro possiamo dirci ricchi di vita. La moltitudine guarda la sua vita svuotarsi in ordine al blocchetto di assegni vuoti o perdere i beni conquistati e non si accorgono che la loro vita diventa insopportabile del peso perchè vuota dentro.Un grazie dal cuore mia cara per il tuo interessante intervento. Ciao