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L'UMILTA'


Ho avuto fatta questa domanda: " Ma tu, coltivi l'umiltà ?". Beh, lì, per lì, m'è venuto da ridere. Ho risposto che cerco il più possibile di non guardare a me stesso. E' la migliore soluzione che ho trovato. E' da un po' di tempo che lo faccio. Ma, stranamente, e vi chiedo di non stupirvi non so bene in fondo, cosa sia l'umiltà. E questo, a motivo delle tante false umiltà che circolano nel palcoscenico della vita. Perchè, vedete, se per umiltà significa quel convincersi d'essere un povero miserabile soggetto, allora, spiacente, non sono umile. I mistici che si affliggono della loro mediocrità delle loro bassezze, che si ritengono dei miserabili ecc., non è il mio genere. Per carità, capisco benissimo il fatto che, alla luce folgorante dell'AMORE INFINITO, essi prendano coscienza della povertà della loro risposta d'amore, ma non capisco il fatto che sembrano disprezzare se stessi. Ho la sensazione che questa sia una mancanza di delicatezza nei riguardi di DIO. Dò per scontato che siamo degli esseri piccoli davanti a Dio, in quanto creature che ricevono tutto da LUI, ma anche dotati di un gande valore, dal momento che ci guarda da sempre come Figli. Bisogna confessare che non è facile tenere insieme i due capi della corda. Tornando a me. Chi può dire se io coltivi la virtù dell'umiltà in tutto questo ? Non so proprio. E la cosa mi preoccupa un po'. Alche, da tempo, ho preso la decisione di smettere di guardare a me stesso e di guardare il Signore Iddio, e lasciarmi guardare da LUI. E ancora, guardare gli altri. In realtà, la cosa non mi riesce troppo male. Mi preoccupo molto meno di me e delle mie virtù. E quando capita di sorprendermi a pensarci, escogito una strategia infallibile. Mi prendo gioco di me stesso. Insomma, mi diverto a prendermi in giro. C'è ben donde quando si guarda a se stessi.