senzatitolobis

Se potessi avere per un attimo, in prestito, gli occhi del virus....


Soltanto un disegno dalle mani di una bambina mi sta permettendo di esprimere un pensiero da fantascienza. Mi spiego meglio. Poniamo avessimo la possibilità di metterci sottosopra, quindi mettere in risalto quello che teniamo dentro e di guardarci con gli occhi di un virus. Ebbene, sono pressochè sicuro (?) che scopriremmo che tutta la popolazione del globo, quindi, uomini e donne ci apparirebbero come una sterminata foresta di Recettori; cioè quel rivestimento esterno fatto di "proteine"; o meglio più semplice, "chiavi" che aprono le porte delle cellule umane. Ebbene, siamo animali, e tra gli animali, l'Homo sapiens è il solo ed unico che possiede la "coscienza" di se stesso e della propria " compiutezza". Trovandosi faccia a faccia col pericolo, l'uomo se la dà a gambe, per un suo istinto di sopravvivenza e non solo per questo, ma pure perchè sa bene che se morisse non esisterebbe più- quanto meno in quella specifica forma e struttura - quindi alla sola idea prova molta paura. Questo è una ragione sul perchè abbiamo rimosso la morte, e perchè la scienza è sempre lì a puntare all'immortalità. Io non sono un esperto in Veterinaria; godo di abbozzi di conoscenza, che mi consentono quel minimo da consentirmi conoscere il mondo degli animali: la loro natura. Oggi, in questa tremenda esperienza pandemica, questi piccoli abbozzi di conoscenza mi fanno sentire quasi un "privilegiato". Perchè ? Perchè, vedo più nitido lo scenario che viviamo ancora oggi; ovverosia, noi possiamo certamente lottare con strategie varie contro questa Pandemia, ma non individualmente o dal punto di vista personale. Da soli, siamo un bel "niente". Siamo degli impotenti appunto perchè, uscire da questa situazione non dipende da me singola persona, ma dipende dalla collettività della nostra specie umana. Io, tu che mi leggi, o l'altro accanto a te che mi stai leggendo, siamo soltanto che esemplari di una collettività, molto organizzata dentro un sistema assai complesso. Quindi, come tale, potrebbe ammalarsi o magari morire. Questo tristissimo evento, può capitare a ognuno singolarmente, analogamente come può accadere a un operaio del mercato di Wuhan, oppure a Boris Johnson o altri. Nessuno di noi può definirsi "onnipotente": animali siamo. Vaste foreste di "recettori" o "Chiavi"; financo delle microscopiche scarpe dentro cui i virus possono fare entrare i piedini. Siamo tutti consapevoli della tragedia immane che stiamo vivendo: sono morti e muoiono ancora troppe persone, e un considerevole numero soffrono e tante, purtroppo soffriranno per avere perduto affetti cari, ma anche per avere perduto il lavoro. Questa pandemia si è impadronita di tutto quanto che ritenevamo nostro, indiscutibile e intoccabile. Similmente all'acqua in pendola che bolle e fa affiorare a galla  gnocchi: lo squilibrio introdotto nella natura, e il cattivo nostro rapporto con essa. Mi viene paragonare questo virus simile a una pallina gelatinosa , incredibilmente piccola, che è andata ad incastrarsi in mezzo ai denti del  nostro sistema e l'ha bloccato, non permettendo più agli ingranaggi di girare come faceva prima. Da modesto medico, e con abbozzi di conoscenza in veterinaria, mi permetto da persona umana, guardare questa pandemia come un fenomeno epocale. Sono sempre stato, per mia inclinazione, persona ottimista, ma presumo il tutto, post pandemia difficilmente potrà avere lo stesso meccanismo; come dire, che il mondo intero cambierà volto. Questo, naturalmente non deve significare che sarà negativo. In conclusione, voglio dire, che questa esperienza pandemica, appena l'avremo messa alle spalle, non deve assumere i connotati di chi rimane fermo, ma deve essere motivo di energia per riprenderci la nuova vita sia pure su binari diversi, altrimenti, questa pandemia rimarrà per sempre soltanto una calamità. N.B. In grassetto di proposito !