Una terribile Peste, quella “Bovina”, ma è stata debellata per sempre

AgroAvances .:. La erradicación no pone fin a la lucha contra la peste bovina

La peste bovina è originata sicuramente  un migliaio di anni fa. La causa era un certo virus appartenente alla famiglia dei “Morbillivirus”. Il  bersaglio principale erano i bovini ai quali dava forti sofferenze con mortalità molto elevata.

L’animale infettato, manifestava forte malessere con febbre molto alta, diarrea, ulcere e molto spesso morivano a qualche settimana dalla comparsa dei primi sintomi.

Il Morbillivirus era un Virus talmente mortale  che era capace di decimare intere mandrie nel giro di qualche settimana.

Calcolate che a quei tempi l’economia era basata soltanto sul bestiame, il che rende facile comprendere come questa “peste bovina” condizionò in modo assai pesante l’intera storia dell’umanità.

Una malattia che colpiva gli animali, ma che provocò  tante conseguenze come carestie, migrazioni e povertà.

Si calcola, in quel tempo, che non vi fu angolo del pianeta ad essere risparmiato. La storia ci dice, che questa peste si estese dalle coste africane sull’oceano Atlantico all’arcipelago filippino e dalla Scandinavia al Capo di Buona Speranza; cioè, quella punta più a sud dell’Africa. Alcuni focolai si formarono anche nel continente australiano e nel Brasile.

La sola arma capace di debellarla è stato il Vaccino, o meglio dire, una serie di Vaccini, che i ricercatori del tempo andavano mano mano perfezionando e che diffusero, al fine di circoscrivere la malattia in territori sempre più piccoli. Recenti informazioni, dicono che l’ultimo focolaio  risale all’anno 2001 in Kenya.

Dopo nove anni di silenzio, la FAO( organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione ), che dichiarò la definitiva eradicazione del virus, quindi la scomparsa della peste bovina.

Questa modesta storia, che ci ricorda un traguardo storico raggiunto dalla scienza, viene oggi testimoniato dall’obelisco  celebrativo di Alessandro Romano, e venne denominato “Eradicazione della peste bovina”, che si erge davanti il ministero della salute a Roma.

Ma…..i suoi effetti non si sono esauriti perchè ha lasciato  il suo “erede”, cioè, un altro virus non meno pericoloso e insidioso….

 Buona lettura, anche se  per i pochi

Una terribile Peste, quella “Bovina”, ma è stata debellata per sempreultima modifica: 2021-10-09T18:42:42+02:00da un_uomonormale0

8 pensieri riguardo “Una terribile Peste, quella “Bovina”, ma è stata debellata per sempre”

  1. Il problema è che, purtroppo l’uomo della strada non sempre pensa a rivangare le situazioni del passato e tantomeno per le sue arretratezze e per i passi da ginante che l’umanità ha fatto campo della Medicina e della prevenzione di tanti terribili mali ,grazie alla ricerca e, soprattutto, alla realizzazione e all’uso dei vaccini per le persone e per gli animali ed , inoltre, per tante providenziali cure anche nel campo delle produzioni agricole. “La scienza non dorme” hai postato tu ultimamente…Questa è una affermazione più che veritiera, ma dobbiamo anche aver fiducia e dare merito a tutti coloro che dedicano la loro vita ad un impegno importantissimo di attività e di studio per il benessere dell’umanità. Buona serata, gentile amico. Ciao.

    1. Buon giorno cara, è vero che la scienza non dorme; come dire, che mentre noi la notte riposiamo, c’è la scienza che lavora per il bene della salute dell’umanità. Calcola che, nel mondo, a ogni giro di lancetta che segna i 60 secondi, per ogni inoculazione vengono salvate qualcosa come due milioni e mezzo di vite, affette da morbillo, o da altre numerose malattie infettive. Inoltre, si stima che il prodotto vaccinale sia lo strumento sanitario più economico che l’uomo abbia mai inventato. I vaccini hanno conseguito risultati di successo contro malattie gravissime, che fino allo scorso secolo mietevano vite umane impressionanti. Pensa il Vaiolo, che era una devastante malattia che solo nella nostra Europa ha mietuto qualcosa come 750.000 vite, e che con l’avvento del vaccino, del vaiolo si ha solo un brutto ricordo.La scoperta dei vaccini riempie ampie pagine della storia della medicina. Grazie a te cara. Buona domenica

      1. Buon giorno e buon inizio di questa domenica. davvero interessanti gli argomenti che pubblica che non hanno finalità individuali ma per la collettività- almeno, credo di avvertire questo -. Ho letto con interesse quest’altro articolo e, oltre a tradurlo nel pacchetto delle mie modeste conoscenze, mi ha attirata la frase da lei scritta:”i suoi effetti non si sono esauriti perchè ha lasciato il suo “erede”, cioè, un altro virus non meno pericoloso e insidioso….”. Ecco, le sarei grata se fornisse un po’ di luce in più su questa “eredità” che, a naso pare voglia significare una eredità per nulla “buona”. La ringrazio. Gina

        1. Buon giorno a lei. La sua domanda è pienamente legittima. Vediamo se riesco a rendere esaustivo il concetto. In quel tempo, quando l’uomo addomesticò i primi bovini, non poteva immaginare che stavano cambiando drasticamente le norme che regolavano l’ecosistema. Infatti, fino a quel momento i bovini erano animali selvatici, quindi, non vivevano a contatto con l’uomo. E così, con l’addomesticamento tutto cambiò. L’uomo iniziò a trascorrere la maggior parte del tempo con i bovini addomesticati, quindi, a ospitarli dentro le proprie mura domestiche. Ed ecco che, proprio in quelle circostanze il virus della peste bovina, trovò un suo potenziale ospite di appartenenza ad altra specie, e questa nuova specie era appunto l’uomo. Vorrei fosse chiaro un aspetto, e cioè, che il passaggio di un virus da una specie ad un’altra non è un fatto scontato. Infatti, per entrare in un organismo e potersi diffondere, il virus deve necessariamente “attaccarsi ai recettori” delle cellule che lo ospitano. E i recettori degli animali sono completamente diverse da quelle di noi uomini. E tuttavia, nel caso dei bovini le difefrenze non sono poi così marcate. In un articolo precedente ebbi a fare l’esempio di paragonare i recettori a delle scarpe. Quelle dei bovini li paragoniamo a uno scarpone da montagna nr.41, e quelle dell’uomo nr.38. Quindi, per potere passare dai bovini all’uomo, un virus che entra bene dentro uno scarpone nr.41 si dovrebbe adattare a entrare in una scarpa di 3 taglie inferiori. La manovra non è semplice di per sè, ma nel caso del virus la cosa non è impossibile, soprattutto se il virus avesse a disposizione tempo e numerose occasioni di contatto per imparare ad adattarsi, anche tramite delle mutazioni. Ebbene, il virus della peste bovina riuscì in questa impresa, facendo il salto di specie passando nell’organismo dell’uomo. E così, nacque un nuovo “lineaggio”( replicazione ) della peste bovina generando miliardi di particelle figlie e ogni particella diede origine a miliardi di altre particelle. Nacque, così, il virus del MORBILLO. Spero non l’abbia confusa. Buon pomeriggio domenicale.

          1. Ciao Pippo…mamma mia, è tutto molto bello da leggere ma io mi sento ubriaca, scusami. Ma allora il Morbillo è nato dalla peste bovina ? Perdonami, ma non so esprimermi meglio. Un sorriso. Rosina

          2. Ciao Rosì, su dai, esci dall’ebrezza, non è il caso. Si, il Morbillo origina dal virus della “peste bovina”. Recenti dati forniti da studi, ci hanno messo a conoscenza che questo salto di specie ha avuto origine – pare – verso il VI° secolo a.c.a motivo della popolazione europea e orientale che iniziava a diventare molto “popolata”, e questo favorì molto che il “morbillo” si diffuse che all’epoca non era conosciuta ancora come “Morbillo” ma come “Peste di Atene”. Ciao Rosì

  2. Oddio!!!!!!!!!!!
    Siamo circondati da virus!!!!!!!!!!
    Ad ogni modo per i nostri scienziati è una continua lotta per debellarli.
    Spero riescano anche col nostro “amato”covid.
    Buon pomeriggio caro Peppe e serena chiusura di questa domenica.

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