Un racconto vero, che porta all’origine del Virus dell’Ebola…

I POPOLI DELLE FORESTE TROPICALI | TERRARIA

Abbiamo conosciuto  molti virus, e anche l’Ebola similmente ad altri virus, proviene da una foresta, ed esattamente quella Guinea, e che è il risultato di una zoonosi; cioè a dire, malattie che  si trasmettono dagli animali all’uomo; ancora più chiaro, il salto di specie da un animale all’uomo, per dirla in termini scientifici.

Alla luce di tante testimonianze raccolte, si è riusciti a fare una ricostruzione circa la dinamica avvenuta circa il passaggio di questo virus all’uomo. La storia ci racconta di un bambino, che io, per ragioni etiche, e di praticità, ne modifico il nome.  Comunque sia, i fatti sono avvenuti più o meno nel seguente modo. N’golo era un bimbo di circa sei-sette anni, figlio di un  bracciante raccoglitore di frutti delle palme nella foresta. N’golo viveva con la sua famiglia in una capanna di fango e paglia, in un villaggio di poche anime. In questa capanna c’erano due giacigli; uno per il papà e la mamma e uno per i cinque figli che dormivano assieme. Nella capanna, oltre a una pentola, una cesta con dentro vestiti per la famiglia.

L’acqua per lavarsi andavano a prenderla al fiume vicino; acqua che utilizzava la mamma anche per cucinare. Nessuno dei figli frequentava una scuola. Il fratello maggiore, di tanto in tanto accompagnava il papà a lavoro.

N’golo, trascorreva le sue giornate in compagnia dei fratelli a giocare, e quando capitava a fare qualche lavoretto che serviva alla mamma: andava al fiume a prendere l’acqua, come pure a raccogliere radici e frutti che crescevano nelle vicinanze del villaggio.

Venne un giorno in cui papà rientrò a casa con una bella notizia. Presto avrebbero avuto una casa vera.

Alcune aziende avevano creato grandi piantagioni. Avevano disboscato la foresta, e vi piantarono tante migliaia  di palme in fila, per ettari e ettari. Insomma, non ci fu più necessità di andare alla foresta a raccogliere frutti.

Nella piantagione nuova, il papà di N’golo poteva raccogliere molti più frutti e in poco tempo, oltre a guadagnare di più.

Partirono la mattina presto, la mamma portava la cesta coi vestiti, la pentola e l’acqua per il viaggio. Il papà portava sulle sue spalle la sorellina più piccola.

Dopo qualche ora  giunsero al nuovo villaggio. Era diverso da quello di prima; più grande e le case erano costruite con lamiere.

Ebbene, entrarono nella loro nuova casa, che era stata assegnata. Dentro faceva molto caldo. Fuori, un nutrito gruppo di altri bambini che giocavano intorno a un rigagnolo pieno di insetti. La mamma mandò N’golo a vedere  se c’era qualcosa per loro. N’golo rovistò in mezzo a quegli indumenti caldi e maleodoranti, e trovò una maglietta gialla per lui e un vestitino rosa, con un buco sulla spalla, per la sorellina più piccola.

La mattina dopo, N’golo si svegliò presto. si affacciò sulla strada sterrata e vide uomini che andavano a lavorare, uno dietro l’altro, e ognuno con la propria cesta e il coltello.

La sera, a tavola per la cena, il papà raccontava che adesso il suo lavoro era molto più semplice. Le palme crescevano  tutte in fila, e ben orinate. Erbacce non ce n’erano e neppure piante spinose sul sentiero. Persino predatori o animai selvatici non ce n’erano. Il papà era molto contento ma anche un po’ perplesso perchè le palme erano piene di pipistrelli che dormivano  appesi a testa in giù. Un suo amico gli aveva detto che i pipistrelli erano fuggiti dalla foresta e si erano trasferiti nel palmeto. Lì, si sentivano più al sicuro dai predatori e il cibo lo trovavano più facilmente.

Al papà diN’golo piacevano molto i pipistrelli arrostiti e sua moglie li cucinava allo spiedo con le banane verdi. Sulle palme, di pipistrelli ce n’erano a volontà. Erano così numerosi e scuri che quasi oscuravano i raggi del sole.

Una sera, prima di tornare a casa, il papà diN’golo  ne afferrò tre e li chiuse in una cesta insieme  all’ultimo raccolto di quella giornata…./

A DOPO IL SEGUITO

 

Un racconto vero, che porta all’origine del Virus dell’Ebola…ultima modifica: 2021-10-12T14:28:16+02:00da un_uomonormale0

10 pensieri riguardo “Un racconto vero, che porta all’origine del Virus dell’Ebola…”

  1. Ciao Pippo, un commovente racconto quello che hai pubblicato.Mi sembrava tratto dal libro cuore. Ho paura, però, che questa è solo illusione. Ci stai preparando il vero succo che non è certamente lieto. E poi, lo stesso titolo che hai messo lo dice chiaro. Aspetto domani per continuare. Ti lascio un sorriso. Rosina

    1. Ciao Rosì, non devi stare nell’ansia. La malattia dell’Ebola, origina proprio da una storia che è quella descritta. Del libro cuore ha solamente il protagonista che è un bambino: N’golo. da cui si snoda l’intera vicenda. Ciao Rosì

  2. Buon giorno, il racconto è molto interessante, e trasmette un po’ di emozione e ansia. Non è che le piace tenere chi legge sulle spine ? Ciò che lascia aperta la porta all’intuizione, è che tutto si incentra in una foresta, palmeti popolati da pipistrelli, quindi, orienta il lettore verso ciò che è stata la causa della malattia Ebola. Oltre questo non so andare, quindi, aspetto con ansia l’epilogo che ci farà conoscere questo virus di cui non si parla più come se fosse scomparso. Grazie amico mio. Buon pomeriggio. Gina

    1. Buon pomeriggio carissima, no, non era nelle mie intenzioni tenere sulle spine il lettore, anche perchè non ho la stoffa dello scrittore thrilling. E’ solo la vicenda di questa famiglia che precede l’origine di Ebola.No, se ne parla eccome. E’ stato lanciato l’allarme per una nuova recrudescenza di questo virus proprio in Guinea. Si teme una nuova epidemia. Ma vediamo dopo di poter dire qualcosa su quest’altro virus. Buon pomeriggio a lei.

  3. Mi scuso di nuovo, ma la curiosità mi vince. Per questa malattia Ebola, per quanto io ne sappia non c’è ancora il vaccino . Non so, forse mi sbaglierò ?
    Grazie ancora e scusi. Gina

    1. La capisco. La curiosità è sempre in agguato. Eccomi, dunque, a dissetarla. Dopo 20 anni di ricerche finalmente l’Europa ha autorizzato il vaccino contro il Virus Ebola; nome che fa riferimento al fiume nelle cui vicinanze venne scoperto questo virus. Ebbene, questo vaccino è frutto di una ricombinazione genetica che usa un virus come vettore. Sostanzialmente si prende il Virus della Stomatite vescicolare; malattia banalissima, a cui viene sottratta una sua componente che viene sostituita con un pezzo di codice genetico di Ebola virus, e questo genera un virus che non determina la stomatite vescicolare, ma “veicola” l’informazione genetica relativa all’Ebola. In due parole, una cosa molto complicata ma molto raffinata. Da qui, agisce come tutti i vaccini. Spero non l’abbia confusa.

  4. Un racconto che è fin qui, dove ti sei fermato, il narrare di una condizione di povertà assoluta in cui versa, purtroppo
    tanta gente: famiglie con un abbozzo di vita talmente infelice, di cui neppure hanno cognizione, perché è l’unica vita che conoscono e che a loro è concessa. Piccoli che dormono in cinque su un giaciglio, giochi lungo rigagnoli infetti, che non conoscano un sia pur misero giocattolo e una casa di lamiera caldo-umida che è ritenuta un rifugio ambito. Ritenuta una fortuna, pure il trovare abbondanza di pipistrelli sulle palme, da arrostire e cibarsene tutti con le banane, per sopravvivere. Altro che libro cuore…Se in quel libro c’è l’ emozione dei sentimenti e lo stimolo ad una vita moralmente retta ed eticamente generosa, qui si legge a caratteri cubitali, la vera ingiustizia umana e uno dei perché, verosimilmente, le pandemie scoppino nel mondo .Questo vuol essere,dunque, una specie di preambolo al tuo racconto per comprendere l’origine di un male che alcuni anni fa ha fatto vivere nel terrore buona parte del mondo, per il decorso epidemico di una malattia non certo leggera. Aspetto, con interesse, la seconda parte del racconto che entrerà, come di solito, nel vivo della sua valenza medico- scentifica.. Ciao, Dott. e buona serata.

    1. Buon giorno cara, la tua analisi si incentra sulla povertà e condizioni di assoluta mancanza di igiene. Ebola sta, appunto a dimostrare che noi, paesi occidentali evoluti, ci disinteressiamo di questi popoli segnati da una povertà che sta diventando irreversibile a motivo della mancanza di volontà di governare l’inarrestabile fenomeno migratorio. Sia chiaro un dato, che ritengo importantissimo, e cioè,che i migranti non “portano” nessuna malattia. Occorre che noi, paese occidentale fronteggiamo questo problema. Questa povera gente grida; e sono gridi di necessità che sempre cadono nel vuoto; inascoltate. Investire sulla salute di questa povera gente vuol dire fare investimenti per la salute dell’intero pianeta. Detto questo, quindi, Ebola, una questione sanitaria di enorme interesse e grande complessità. La carattersitica più importante di Ebola è quella di uccidere il 90% delle persone che infetta rapidissimamente e si trasmette attraverso tutte le vie. In passato è stato notato che si è addirittura trasmesso dai cadaveri, morti appunto di Ebola. Le persone che vegliavano il cadavere venivano infettati. Questo dava l’idea dell’infettività, della morbilità; cioè, la capacità di dare la malattia. Ma, attenzione, questo non è un vantaggio per il Virus Ebola. Un Virus intelligente è quello che non uccide il suo ospite. Il virus intelligente è quello che replica dentro l’organismo non uccidendolo se no, muore anche lui. E’, per esempio, quello che accade per l’Epatite “C” che è molto dannoso, ma impiega 20-30 anni e nel frattempo replica, si diffonde, passa ad altre persone. Tutto questo Ebola non lo fa. Ebola, infetta e uccide nell’arco di 48 ore, non dando persino a se stesso il tempo di passare ad altre persone in un numero sufficiente a diffondersi. Quindi, questo è il paradosso di Ebola finora. Un virus che è rimasto in comunità ristrette e che ha distrutto, ma questa sua capacità di uccidere è anche il suo limite perchè non si diffonde.Bene, cara, mi fermo qui, e credo di avere onorato il tuo intervento riservandomi ulteriori informazioni a seguire. Buona giornata.

  5. Per quanto mi riguarda, sono già a ringraziarti per avermi edotta sulle peggiori qualità che caratterizzano il virus in questione. Sono, però sicura che continuerai a parlaci ancora più approfonditamente di questo terribile virus che, pur di uccidere,annienta perfino se stesso. Spero che le vaccinazioni liberino da questo flagello quelle sfortunate popolazioni, abbandonate a se stesse dalla ingordigia e dal disinteresse di noi tutti,
    appartenenti a popoli cosiddetti civili. Resto in attesa, gentile amico. Ciao.

    1. Mia cara, cerco di onorare le tue richieste, che hanno fondamento elevato di conoscenza. Hai detto:” pur di uccidere annienta se stesso “. Lo devi paragonare un un uomo alto, robusto e muscoloso ma…un po’ stupido. Questa è la sua caratteristi: uccidere ma incapace di replicarsi per sopravvivere a lungo. E’ stato selezionato un ceppo di Ebola che uccide un po’ di meno; sempre molto, ma non quel 90% bensì 50%. Paradossalmente il 50% è sufficiente a ridurre la mortalità quanto basta per aumentare la diffusibilità. Questo sta a far capire perchè per la prima volta Ebola sia potuto uscire dai villaggi; luoghi che infettava e uccideva come un killer spietato, ma che poi, rimaneva lì. Ecco, per la prima volta è uscito e sta andando in giro. La scienza conosce abbastanza bene questo virus ma è un virus che per molti anni non ha mai interessato troppo: drammatica e cinica realtà fino al 2019, anno in cui nasce ERVEBO, vaccino vivo attenuato geneticamente modificato competente per la replicazione. Questo vaccino, che è stato sviluppato,è nato a seguito dell’epidemia “Ebola 2014-2016. In poche parole, pare sia la prima volta che una Immunizzazione contro Ebola vince questo ostacolo. Ciao e buon pomeriggio

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