Questo è l'altro cinico aspetto di questo virus. Nei rapporti sessuali, come pure con l'allattamento. Questo per dire che, Ebola si trasmette molto facilmente da persona a persona, ma soltanto attraverso il contatto diretto fra un individuo sano e i fluidi corporei di una persona infetta.
Il fatto che i malati siano contagiosi sin dall'inizio, quando i loro sintomi sembrano quelli dell'influenza, aumenta le opportunità di diffusione dell'epidemia, mentre la persona continua a sottovalutare il pericolo e a spostarsi anzichè mettersi a letto. Inoltre, la via di trasmissione sessuale e quella tra la mamma a figlio attraverso l'allattamento al seno, sono possibili anche per mesi dopo la guarigione. Proprio da queste modalità di contagio, l'epidemia del 2013-2016 trovò terreno fertile.
I pazienti allettati in casa rappresentavano un pericolo letale per familiari, amici e chiunque entrasse per prendersi cura di loro o entrare nella stanza contaminata. Per tale motivo Ebola iniziò a diffondersi non a distanza ma attraverso stretti contatti tra tutti coloro che si avvicinavano al malato o condividevano gli spazi domestici.
Le stesse considerazioni resero i funerali e le sepolture un secondo importante sito di trasmissione nel corso di tutta l'epidemia di quegli anni 2013-2016. Calcolate che gli stessi operai addetti alla sepoltura correvano notevole rischio di sviluppare la malattia, perchè subito dopo la morte, il cadavere sprigiona una elevata carica virale.