La Tiroide non ha bisogno soltanto del farmaco, ma anche del cibo che gradisce di più.

Mattino Live 20.07.2020 - La Tiroide - Rai Radio Live - RaiPlay RadioTiroide e Vitamina D - Alessandro Marugo

Credo non esista persona che non conosca la Tiroide. Questa piccola ghiandola a forma di farfalla situata alla base del collo. Ha una funzione fondamentale per regolare il metabolismo; cioè a dire, per Produrre energia e calore, seconda delle necessità vitali. Se la persona deve “Agire” essa attiva la sua attività metabolica, perchè possiamo affrontare dei compiti. Allo stesso tempo, riduce l’attività metabolica,  quando dobbiamo resistere a delle avversità; nel senso, per evitare spreco di energie.

Tutte le più importanti attività del nostro organismo, vanno avanti sotto la sua speciale “regia”; ad esempio, l’attività del nostro cuore, la nostra temperatura corporea, il metabolismo delle ossa, il sistema neuroendocrino, la crescita…sono dirette da sostanze speciali, che sono gli Ormoni prodotti dalla Tiroide.

La grande maggioranza oggi è affetta da disfunzioni latenti di questa ghiandola con una o più di una carenza di nutrienti, senza per questo, che debba esserci una patologia evidente alla Tiroide.

A queste disfunzioni di sovente si aggiungono  altre situazioni che peggiorano  il problema. Vi sono evidenti situazioni di Ipotiroidismo sub-clinico non curato che fanno aumentare il rischio di sviluppare patologie  cardiache, aterosclerosi, infertilità, aborti spontanei, disturbi alle articolazioni e anche che influenzano sull’umore.

E allora, ecco che, fermo restando l’obbligo- nel caso di Ipotiroidismo – della pillola “L-Tiroxina ” non va sottovalutata l’alimentazione, che di certo non sarà la panacea ma indubbiamente è una importante strategia per la prevenzione: anche per coloro che sono state sottoposte a “Tiroidectomia””. Col giusto cibo, è possibile rimediare alle carenze e contrastare l’infiammazione che accompagnano i tipici disturbi alla Tiroide.

In molti casi un regime alimentare ben scelto può anche portare a remissione del quadro clinico. Tengo a fare una chiara precisazione, e cioè, che questo non deve spingere a rinunciare a tutte le indagini che richiede il caso.

Come ogni organo, anche la Tiroide necessita di micronutrienti ben specifici al fine di potere esercitare in modo corretto  le sue funzioni.

Mi rivolgo a colei o colui; sottolineo colei, perchè le patologie alla Tiroide “prediligono il sesso femminile”, che dovesse sospettare di avere un malfunzionamento  della Tiroide deve, obbligatoriamente seguire l’iter  programmato dallo specialista endocrinologo il quale dispone  gli esami completi degli Ormoni tiroidei. In parallelo a questo atteggiamento, è buona prassi pensare a qualche esame dei micronutrienti, quali lo IODIO, il SELENIO, il FERRO; VITAMINA  D e K. Questi dati consentono di scegliere in modo preciso gli alimenti che ne sono ricchi e di potersi sostenere, se necessario, con integratori.

E’ un dato ben studiato. Il sesso maschile ha una incidenza maggiore di contrarre il contagio rispetto alla donna.

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Mi è stato chiesto.
Numeri alla mano, pare che il Virus ha soltanto “sfiorato” il gentil sesso. Se si esaminano bene le cartelle cliniche si osserva chiaro che tra i malati gravi e quelli deceduti le donne sono parecchio di meno degli uomini. Non solo, ma così come le donne anche i bambini hanno meno probabilità di esiti fatali qualora dovessero ammalarsi di Covid-19.
Il rapporto uomo donna è approssimativamente di 2,9-1,7 percentuale, cioè a dire, che il 2,9% di uomini muore rispetto all’1,7% di donne.
Quindi, esiste una considerevole difefrenza, ed è questa differenza che è diventata oggetto di studio da parte di ricercatori, e che potrebbe portare a riconoscere più cause di ordine funzionale ma anche comportamentale.
La donna, di solito, rispetto all’uomo è più attenta al suo stato generale di salute oltre che al suo peso; e questo ci offre a considerare che non è un caso che molti pazienti di sesso maschile in regime di ricovero ospedliero sono di obesità media e talora anche grave.
Adesso tentiamo di osservare l’interazione virus-ospite. Vediamo che donne e bambini hanno poche possibilità di venire infettati oppure che il loro sistema Immunitario presenta risorse considerevoli.
Circa l’interazione Virus-Ospite studi autorevoli hanno riconosciuto che i nuovi virus, dal momento che il sistema Immunitario non li Ri-conoscono, appunto perchè nuovi.
Come ci riportano i “bollettini” a volte si sente dire di tamponi fatti su qualche bambino, addirittura di età neonatale talvolta ma che non sviluppano nessuna malattia o se presentano qualche sintomo, la risoluzione è pressochè immediata.
Lo stesso dicasi per la donna, per cui i motivi degli esiti diversi negli uomini va ricercata nella capacità che si esplicano subito dopo l’infezione oltre a fattori comportamentali.
Lo sanno tutti che il sistema Immunitario della donna è assai più efficiente che nell’uomo, e questo è dimostrato dalla migliore risposta anticorpale che si ottiene in seguito alla vaccinazione influenzale. Questo è uno dei motivi per cui nella donna, a motivo non di rado di una risposta esagerata del suo sistema Immunitario, sviluppa più facilmente patologie autoimmuni

La Biodiversità…

La biodiversità entra negli investimenti sostenibili e responsabili - Etica  Sgr

Con questo termine, si intende significare la diversità genetica, tassonica ed ecologica in tutti i numerosi spazi e in tutti i tempi. Questo per dire, che non esiste biodiversità  solo delle piante e solo degli animali…ma anche dei microrganismi; quindi, anche la “biodiversità” dei Virus.

Ogni qualvolta che migrano, o che vengono migrati, animali o piante, questi portano con sè anche il loro patrimonio di  microrganismi, alcuni dei quali sono anche patogeni, cioè, in grado di causare malattie nei loro ospiti.

Ade esempio. Verso la seconda metà del 1500, nella nostra vecchia e cara Europa partirono in direzione America navi cariche di  Esploratori, o avventurieri che avevano con sè spade, archibugi e una nutrita serie di Virus. E’ pur vero che Hernàn Cortès ; nobile condottiero spagnolo e la sua soldataglia trucidarono il governo degli Aztechi  appena subito dopo il loro arrivo mentre erano ospiti di Montezuma; sovrano Azteco, ma la stragrande maggioranza degli indigeni americani  venne decimata nel decenni e secoli successivi a causa della grande epidemia del  Vaiolo e di altri virus, contro i quali non possedevano anticorpi.

Altro esempio interessante è quello del Cimurro del cane, un virus che si trasmette dai cani domestici ai  canidi selvatici, come le iene e licaoni ( questi, da tempo estinti ). Da loro ad altre specie provocarono una serie di epidemie concatenate. Il Cimurro, oggi, è una minaccia globale per molti carnivori selvatici che vivono sulla terra, a motivo che l’uomo, sempre l’uomo, ha violato continuamente e senza consapevolezza, gli Habitat selvatici.  E così, che il cimurro  del  cane è passato ai “Procioni”, ai “panda rossi”, agli orsi neri, ai furetti, ai visoni, agli Zibetti e  addirittura ai leoni e alle tigri, che si infettano mangiando animali a loro volta infetti.

Ebbene, se non fosse per l’uomo, ogni ecosistema ospiterebbe i patogeni che può gestire. E questo, in condizioni naturali, è perfettamente accettabile : i continenti si sono separati centinaia di milioni di anni fa, creando ambienti che la  natura non prevede entrino in contatto se non in modo “controllato”; cioè a dire, attraverso la migrazione di determinate specie animali. La natura accetta il cambiamento, si adatta al nuovo, ma nei tempi che le sono propri, e che sono ben diversi da quelli cui l’uomo si è abituato.

 

Le Pandemie influenzali si verificano con cadenza regolare

Il precedente: come andò con l'epidemia di influenza spagnola

Queste tipologie di Pandemie sono state studiate molto bene e sappiamo, ormai, che queste si verificano con una cadenza abbastanza regolare; solitamente  intervallate dagli undici ai quarant’anni.

Dopo quarant’anni, per questo  siamo abbastanza preparati ad affrontarle, grazie, appunto all’esperienza maturata dalle Pandemie influenzali degli anni precedenti. Dalla nostra abbiamo farmaci che funzionano e vaccini efficaci. Epperò le Pandemie non sono causate soltanto da Virus influenzali, come sappiamo bene, anche altri virus possono essere responsabili di epidemie su larga scala. I Coronavirus, per esempio, appartengono a una famiglia diversa; non sono virus  che si riproducono sessualmente, ma come i Virus dell’Influenza arrivano da serbatoi animali e sono capaci di fare il salto di specie e anche di scatenare una pandemia.

Appena 48 anni fa la gente a Napoli scendeva in corteo perchè voleva il Vaccino….

Un tempo a Napoli si protestava per avere il vaccino, non per rifiutarlo

Il Vibro Cholerae; un batterio che non viveva liberamente nell’ambiente e non aveva serbatoi naturali oltre l’uomo, arrivò in occidente grazie ai piroscafi e ai movimenti su vasta scala di persone e che stava “nascosto” negli intestini dei marinai e dei passeggeri, nella lro biancheria da letto e nei loro rifiuti. Ebbene, i primi casi di “Colera” scoppiarono tra le strutture portuali, specie nella stagione calda. Le prime vittime erano i consumatori di molluschi crudi pescati nei pressi di scarichi fognari, lavandaie che lavavano gli indumenti del personale di bordo, e gestori di pensioni e ristoranti nelle vicinanze del porto. In casi meno fortunati, le precarie condizioni igieniche potevano innescare contagi a catena. Quartieri squallidi e affollati offrivano l’ambiente ideale. Napoli rappresentò l’esempio, anche perchè il grande porto italiano era la città europea più spesso e più duramente colpita dai bengalesi. Nell’ anno 1880 Napoli doveva mettere in atto una riforma sanitaria, e nel 1884 stava per sperimentare la più famosa delle Otto epidemie di Colera, da cui venne devastata nel corso del 19° secolo. La città bassa di Napoli era la più colpita e tristemente nota per il suo alto indice di povertà oltre alla malsana condizione di vita: Mercato, Pendino, Porto e Vicaria. Nel 1837 il tasso di mortalità  ogni 1000 abitanti  fu dell’8% in tutta Napoli. Ho detto 1837, che è stato l’anno che il grande poeta Giacomo Leopardi a Torre del Greco, morì per scompenso cardiaco ed edema polmonare, quali conseguenze del Colera. Praticamente, il Colera era diverso da malattie come la Tubercolosi, la Sifilide, l?influenza e la Peste che interessavano tutti i ceti sociali. Il Colera, veniva trasmesso per  per via Oro-fecale, e proprio per questo venne definito la “malattia sociale” con forte tendenza sui poveri in ambienti caratterizzati da edilizia scadente, erogazione idrica discontinua, malnutrizione, sporcizia e incuria.

Bene, per accorciare una storia ricca, ma lunga, passo al 1973; quindi, appena qualche anno fa; il 24 Agosto che una recrudescenza di Colera colpì ancora l’Italia e al contrario di quanto abbiamo vissuto  per il Coronavirus,  in quell’anno, ( 1973 ) l’epicentro fu al sud Italia; esattamente Napoli. L’inizio fu nell’estate del 1973 giorno 24 Agosto, nella cittadina campana di Torre del Greco; dove Giacomo Leopardi morì, proprio di Colera. A Torre del Greco vennero registrate due casi di gastroenterite acuta.  Da li a pochi giorni, il famoso Ospedale Cotugno si vide sovraffollato di persone con sintomi riconducibili al Colera. E allora ? Il Colera venne dichiarata malattia molto contagiosa. Ma ciò che incutette più terrore fu la paura della gente. La stampa raccontava che la gente di Napoli si trovò a vivere una drammaticità mai conosciuta prima. Le file per le vaccinazioni che somministravano persino anche i militari americani. La gente portò alla mente il periodo ormai alle spalle del 1943, quando veniva spruzzato il Ddt al fine di impedire l’epidemia da Tifo. Rispetto all’attuale pandemia fu il modo con cui all’epoca si manifestò.  I primi morti diedero intendere che si pensava il Colera come una malattia di sola spettanza del terzo mondo. Invece NO, era presente anche in Italia. Inizialmente venne incolpato l’uso improprio di frutti di mare, pertanto vi fu un sequestro di massa e il divieto di consumare pesce. Il limone, che per certi aspetti potevano fronteggiare gli effetti del colera,raggiunsero prezzi stellari. Un dato molto rilevante emerse: la solidarietà della collettività al fine di superare quella terribile situazione.

Siamo responsabili solo del nostro orticello, o responsabile della salute collettiva come valore?

Positivo al coronavirus ma asintomatico: per quanto tempo si è contagiosi?  - Corriere.it

Fermo restando che una persona affetta da infezione da sars-cov-2 è scontato, ma perchè la persona in perfetta forma deve anch’essa isolarsi ?

La risposta  va da sè, e cioè, che l’asintomatico  può essere un potenziale portatore sano asintomatico del virus, quindi contagiare gli altri pur nella sua totale inconsapevolezza. Non a caso è stato chiesto a tutti, di compiere un vero e proprio salto culturale: passare dal concentrarsi esclusivamente su di sè al concentrarsi sulla collettività.

Auspico, quindi, che questa presa di coscienza non svanisca come la neve al sole, ma che aiuti a comunicare efficacemente l’importanza, ad esempio, di Vaccinarsi contro l’Influenza. E’ una pratica fondamentale per il singolo individuo e per la collettività: più vaccinati ci sono meno l’influenza gira, e meno persone  a rischio, che magari non possono vaccinarsi, saranno contagiate. Inoltre, e perchè no, vale la pena sottolineare che la profilassi aiuta a non ingorgare gli ospedali: perchè rischiare di farsi ricoverare per l’influenza e magari contrarre il Covid-19 in ospedale.Nnon dimentichiamo che molte infezione portano il termine “Nosocomiali”, appunto perchè prese presso la struttura ospedaliera. E tuttavia, numeri alla mano, in Italia in pochissimi si vaccinano contro l’influenza; direi, un modesto 15% di tutta la popolazione  e il 53% degli over 65.

Io, sono convinto che se questi dati fossero stati più alti, i numeri del contagio da Sars-Cov-2 sarebbero stati di meno; ma non ho fra le mani disponibili informazioni che suffragano questa mia…diciamo così, affermazione. In conclusione, vacciniamoci anche per l’Influenza stagionale. E’ possibile anche se assieme al vaccino contro Covid-19….possibilmente distanziati di un paio di settimane.

 

Voci infondate girano su Web: IL Vaccino modifica il nostro DNA.

Il vaccino anti Covid ci cambia il Dna? Smontata la bufala No Vax - ilGiornale.it

Fintanto che, queste voci originano da gente che  non conosce si può anche accettare con un “poveracci loro!”, ma quando escono fuori da professionisti della branca medica….oè, fa davvero male, non solo alla verità scientifica, ma alla vita degli esseri umani in questo drammatico contesto pandemico. E’ una affermazione a dir poco, ASSURDA…e Impossibile. Non è neppure ipotizzabile una simile “bufala”, che ha creato; per fortuna sui pochi, che la persona  a cui viene inoculato il vaccino, fra un tempo medio lungo, si vede il suo DNA modificato. La molecola di mRNA contenuta nel prodotto vaccinale, non viene processata nel NUCLEO DELLA CELLULA ( maiuscolo di proposito ), bensì, nel CITOPLASMA; ovverosia quella parte della cellula che si trova esternamente al Nucleo che è la sede dove sta il nostro DNA. La molecola di mRNA appena subito dopo l’inoculazione viene degradata in toto; eliminata con il sudore o con le urina, insomma, sparisce. E allora, chiederei a costoro, dove vedono questo rischio che va ad integrarsi col genoma della cellula del paziente a cui è  stato somministrato il vaccino ?

questo spaccato di cellula, mostra al centro il nucleo, dove è presente il DNA, ed esternamente il citoplasma con tutti i suoi costituenti, detti organelli che sono delle sostanze funzionanti per la cellula, fatta eccezione del Nucleo.Cellula: definizione, caratteristiche e proprietà

L’anno che ci siamo messi alle spalle- 2020- ci ha fatto conoscere un termine….

Come gestire l'assenza del dipendente per quarantena o per malattia  Covid‐19 - Studio Tributario Bracciali

…Già, “Stare in quarantena”. Ma non è una cosa del nostro tempo, ma di quarantena la stessa Bibbia ne parla, dove il numero 40 ha un suol valore simbolico: come pure il 3 oppure anche il 7.

Ecco, quarantena sta a significare un lunga attesa, sufficiente per vedere le opere di Dio, ma va significata pure come un lunga prova, un  tempo dentro il quale la persona deve assumersi le proprie responsabilità, senza procastinarle ulteriormente.

E quaranta giorni è anche la durata del diluvio universale, come pure  il tempo che Mosè trascorse sul monte Sinai, oppure financo il tempo occorrente alla donna per purificarsi dopo il parto.

Nella accezione corrente la parola “Quarantena origina dal veneziano antico “quarantina”. Letteralmente sta ad indicare un tempo di quaranta giorni, ma in senso figurato, può anche alludere sia a un momento di penitenza; come il digiuno che si infliggeva ai frati, sia a un tempo di isolamento imposto dagli uomini, animali o cose provenienti da aree infette o sospettati tali.

Il fatto che proprio quaranta giorni siano l’unità che è stata scelta come misura profilattica, cioè, cautelare, preventiva, ha certamente un legame col simbolismo biblico: dopo quaranta giorni chi è stato isolato può tornare nel mondo, analogamente il peccatore, finalmente purificato può fare ritorno a Dio.

Ma non solo. La quarantena come la conosciamo, nasce nella Venezia del ‘600. Proprio lì  si cominciò a  capire che il contatto con persone affette da alcune malattie potevano favorire l’insorgenza di altri casi e cominciarono a svilupparsi concetti e procedure che poi si sarebbero  rivelati essenziali per il controllo delle malattie infettive. E’infatti ragionevole supporre che i quaranta giorni siano stati scelti  non per ragioni simboliche, ma perchè i medici avevano notato che quel tempo era sufficiente per considerare relativamente sicura la ripresa di contatti con persone infette o potenzialmente tali.

 

Ebola viene trasmesso anche da uomo a uomo…

Allarme ebola, rapporti sessuali veicolo di contagio anche dopo la  guarigione

Questo è l’altro cinico aspetto di questo virus. Nei rapporti sessuali, come pure con l’allattamento. Questo per dire che, Ebola si trasmette molto facilmente da persona a persona, ma soltanto attraverso il contatto diretto fra un individuo sano e i fluidi corporei di una persona infetta.

Il fatto che i malati siano contagiosi sin dall’inizio, quando i loro sintomi sembrano quelli dell’influenza, aumenta le opportunità di diffusione dell’epidemia, mentre la persona continua a sottovalutare il  pericolo e a spostarsi anzichè mettersi a letto. Inoltre, la via di trasmissione sessuale e quella tra la mamma a figlio attraverso l’allattamento al seno, sono possibili anche per mesi dopo la guarigione. Proprio da queste modalità di contagio, l’epidemia del 2013-2016  trovò terreno fertile.

I pazienti allettati in casa rappresentavano un pericolo letale per familiari, amici e chiunque entrasse per prendersi cura di loro o entrare nella stanza  contaminata. Per tale motivo Ebola iniziò a diffondersi  non a distanza ma attraverso stretti contatti tra tutti coloro che si avvicinavano al malato o condividevano gli  spazi domestici.

Le stesse considerazioni resero i funerali e le sepolture un secondo importante sito di trasmissione nel corso di tutta l’epidemia  di quegli anni 2013-2016. Calcolate che gli stessi operai addetti alla sepoltura correvano notevole rischio di sviluppare la malattia, perchè subito dopo la morte, il cadavere sprigiona una elevata carica virale.

Quindi….cos’è Ebola ?

Ebola, ecco come uccide. Scoperto il meccanismo che annienta le difese - Il Fatto Quotidiano

Ecco, ve lo presento. Appartiene alla famiglia dei “Filovirus”. Il termine è appropriato a motivo della sua forma stretta e lunga, che quasi somiglia a uno spaghetto. L’Africa Subsahariana è la zona  in cui sono più diffusi. Ebola può fare affidamento su diversi ospiti-serbatoio. Fra questo i più noti e importanti sono alcune specie di pipistrelli frugivori, che, appunto, si nutrono dei frutti e di altre piante. I pipistrelli sono gli unici ospiti asintomatici del virus. Altre specie animali, come lo scimpanzè, il gorilla, manifestano sintomi di vario tipo. L’ospite che paga dazio molto caro, è l’uomo a cui provoca una malattia molto grave e mortale, che va dal 25 al 90% a seconda della tipologia di virus.

Si conoscono diversi tipologie di febbri emorragiche causate da virus molto diversi fra di loro. Uno di questi appartiene a una famiglia che abbiamo già incontrato; gli “Hantavirus”. Del virus Ebola invece esistono ben sei generi: Ebola virus, Sudan Virus Ebola, Bombali Virus, Ebola Reston Virus, Tai Forest virus, Bundibugyo ebolavirus. Di questi, solo alcuni infettano l’uomo. Ad esempio, “l’Ebola Reston” che è un Virus orinato nelle Filippine circa 20 anni fa, procurava sintomatologie febbrili emorragiche ma solo verso i suini.

A volere differenziarlo dai virus dell’Influenza e del Coronavirus, Ebola non si trasmette per via aerea, ma solo con il  contatto diretto con secrezioni ed escrezioni, come sangue, escrementi e altri fluidi corporei. Questo lo rende, fortunatamente meno contagioso. Tuttavia, nuovi focolai di Ebola si verificano ciclicamente, soprattutto  nei paesi poveri che non sempre hanno risorse adeguate per affrontarli e bloccarne la diffusione.

Nel 2014, però, si sono verificati  alcuni casi anche negli Stati Uniti, tutti originati da un solo paziente; il cosiddetto “Paziente Zero”.

Interessò 11 persone, tra cui alcuni reduci da viaggi in  Africa. In questo caso, però, grazie ai mezzi più potenti a disposizione, il Virus,è stato fermato subito.