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Se vogliamo vincere la partita contro il/la Covid-19, bisogna vaccinare tutta l'umanità


Ipotiziamo per un momento che tutte le mamme del mondo non possono allattare. Come riusciremmo a nutrire i milioni di  neonati che esigono la loro razione di latte ? Una soluzione potrebbe essere quella di riempire milioni di biberon di latte pastorizzato, sistemarli dentro giganteschi frigoriferi e spedirli alle varie latitudini. La cosa è possibile, ma molto complicata: dove non c'è l'energia elettrica, infatti, il latte andrebbe a male. E allora, non sarebbe forse più pratico usare il latte in polvere ? Si può conservare a temperatura ambiente, pesa poco e può essere spedito in un pacco qualsiasi; non necessariamente in borsa del ghiaccio e non ha necessità di energia elettrica. Ebbene, coi vaccini si deve fare la stessa cosa. Non è sicuramente facile, naturalmente, si tratta di dare una risposta efficace a un problema che prima del 2020 non veniva posto da nessun esponente della scienza: vaccinare tutta l'umanità in un tempo breve - ma riuscirci è essenziale, se vogliamo vincere contro Covid-19 e posare le basi per investire seriamente nella salute globale. Finora le campagne di vaccinazione hanno riguardato alcune fasce della popolazione: il vaccino del Morbillo, ad esempio, si somministra solo ai ragazzini. Conoscendone il numero, la programmazione è abbastanza agevole: gli Stati comprano le dosi dei vaccini col numero necessario per unità di tempo, e questo permette ai sistemi sanitari di vaccinare chi deve esserlo e alla case farmaceutiche di organizzarsi, sapendo che, per esempio, l'Italia ogni anno compra più o meno sempre la stessa quantità di dosi di vaccino per il Morbillo. Però, per una infezione che colpisce, senza distinzione tutta la popolazione umana nel mondo invece, bisogna fare in modo che tutte le persone della Terra siano immunizzate. Lo abbiamo visto che se il virus circola in zone dove l'immunità non "C'è", allora emergono le varianti, che sono dannatamente pericolose.