Le infezioni ospedaliere e la resistenza ai microbi

Superbatteri: le infezioni ospedaliere guidano la diffusione  dell'antibiotico resistenza in Europa - la Repubblica

A prima vista sembra un’argomentazione che si stacca dalla Covid-19, e vaccini. Non è così.

Paradossalmente, le stesse conquiste della moderna scienza medica preparano anche il terreno per nuove infezioni. Prolungando la vita, la  medicina dà origine a popolazioni in costante aumento di persone anziane- non dico vecchi  perchè nella categoria vi faccio parte anch’io-. E queste persone anziane hanno il sistema Immunologico compromesso. Come parte di tale processo, inoltre, gli interventi medici producono un crescente numero di categorie immunodepresse più giovani: diabetici, pazienti oncologici, e trapiantati, sottoposti a chemio. Inoltre, non di meno, persone affette da AIDS la cui malattia è diventata cronica in seguito a trattamenti antiretrovirale. Per di più, questi pazienti Non-Immuni sono concentrati in contesti dove la trasmissione microbica da corpo a corpo è accentuata, come ospedali, strutture per la 3^ età e penitenziari. Gli interventi invasivi hanno aumentato  le vie di ingresso attraverso cui i microbi possono entrare nell’organismo. E così, in simili condizioni compaiono infezioni, detti, “nosocomiali”; cioè, contratte in ospedale e che in precedenza erano rare o sconosciute e che sono diventate un serio problema sanitario, oltre che un crescente onere economico. Fra tutti, il più noto e importante è il cosiddetto Staphilococcus aureus, la principale causa di polmonite nosocomiale. 

Un altro preoccupante sottoprodotto del progresso della scienza medica  è l’insorgere di una sempre maggiore resistenza antimicrobica. Nel 1945, il premio Nobel Alexander Fleming, scopritore della Penicillina,  proprio durante il conferimento del  riconoscimento, disse:” La penicillina deve essere somministrata con molta attenzione, perchè, probabilmente i batteri a essa vulnerabili avrebbero sviluppato qualche forma di resistenza”. La pressione selettiva di un farmaco così potente lo avrebbe reso inevitabile.

Riprendendo l’avvertimento di Fleming, i teorici delle malattie emergenti affermano che gli antibiotici sono “una risorsa non rinnovabile” la cui efficacia ha una durata biologicamente limitata. Mentre la scoperta di nuove classi di antimicrobici : ne sono un esempio gli antibiotici, sostanze impiegate per eliminare o interrompere microrganismi e la crescita e proliferazione. Mentre la scoperta di antimicrobici si era ridotta a un rivolo, il mercato farmaceutico la bloccò del tutto inibendo la ricerca relativa a farmaci destinati a dare bassi margini di profitto.

Ebbene, mentre il progresso antimicrobico ristagna, i microrganismi si sono organizzati e hanno sviluppato una spiccata resistenza.

In parte, la  comparsa della resistenza antimicrobica è soltanto un esito dell’evoluzione “darwiniana”. Sappiamo già, che decine di migliaia di Virus e trecentomila  specie di batteri possono infettare l’uomo e molti di essi si riproducono e si evolvono miliardi di volte nel corso di un’unica generazione umana.