Omicron ? Una variante che merita la nostra “Pre-occupazione”, ma una grande “promessa farmacologica ” renderebbe problematica l’azione dannosa del virus.

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E’ verosimile che questo virus origina da un soggetto che inconsapevolmente ha tenuto incubato nel suo organismo per diverso tempo; quindi non derivante dalle varianti Alfa, Delta che li possiamo definire  progenitrici dell’uno verso l’altro.

Questo no. Omicron originerebbe come detto sopra, da un paziente che l’ha mantenuto incubato per qualche anno dentro di sè, oppure  da zoonosi di ritorno, cioè, cresciuto nei roditori. Il problema è la diversità rispetto ai suoi precedenti (delta-alfa ), nel senso che quando una persona ha sviluppato una certa Immunità verso Delta, Omicron spesso riesce a infettare. La dinamica sta proprio nella forma di quella “chiave” che il virus utilizza per entrare nelle nostre cellule ed è contro  questa chiave che i nostri vaccini sono stati sviluppati. Omicron  cresce nelle alte vie respiratorie con un rapporto 70  volte superiore alla Delta. L’aspetto buono è che nelle  basse vie respiratorie; ovvero, i polmoni, sede dei danni molto gravi, cresce nella misura di 10-12 volte meno. Poco male, ma c’è ancora speranza.

Una speranza che merita il sorriso, per un farmaco in commercio da ben mezzo secolo, ma che solo oggi si è presentato agli occhi dei ricercatori, con tante credenziali. Il suo nome commerciale è “Broncovaxom “; immunomodulatore straordinario, che negli anni remoti veniva impiegato per la prevenzione delle infezioni  delle vie respiratorie durante le stagioni autunno-inverno. Ancora non si è dato il via perchè venga testato, ma è assai probabile che impedisce al virus di accedere nelle cellule, quindi di fare danni infettivi.

sappiamo che il virus infetta le nostre cellule perchè, una volta entrato si replica espandendosi.

Il farmaco in questione, con la sua azione immunomodulatrice regola le nostre difese immunitarie, modifica la ” serratura” dentro cui inserire la “sua chiave” che ovviamente non apre.