Gettiamo via le pietre che appesantiscono il nostro cuore

Screenshot_2023-03-31-03-00-50-215~2

31 MARZO 2023

VENERDÌ DELLA V SETTIMANA DI QUARESIMA

Prima lettura: Ger 20,10-13

Salmo: Sal 17 (18)

Vangelo: Gv 10,31-42

“Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre; per quale di esse volete lapidarmi?”.

I Giudei non sopportano più Gesù, sono pronti a lapidarlo. Ha bestemmiato, perché Lui che è uomo si è fatto Dio.

Un Dio dal volto umano non può essere un Dio, è troppo povero! Non si accorgono di avere un immagine sbagliata di Dio, lo vedono come uno al quale importa più la sua legge, che non la gioia dei suoi figli; un Dio dallo sguardo giudicante, che toglie anziché dare possibilità. Non comprendono, che solo quel Volto può trasformare il nostro cuore che getta pietre, in un cuore umano che dona amore.

Dio dona misericordia e possibilità di vita nuova. Il fine di tutta la storia sarà positivo, perché vi ha messo mano e non si tirerà indietro; andra fino alla fine, salirà sulla croce per salvare tutta la creazione e redimere l’uomo creato ad immagine della sua immagine.

Alla soglia della settimana santa, gettiamo via tutte quelle pietre che appesantiscono il nostro cuore e occupano le nostre mani, per riconoscere quanto amore viene versato in quest’ora della storia e per tutti i tempi. Li è l’inizio della nostra fede, dove credere in Lui è lasciarsi commuovere da tanto amore.

“Signore,

sostieni la mia vita,

donami la forza di cambiare quello che non va,

tutto cio che mi allontana da Te.

Aiutami sempre a credere in Te,

nelle tue opere, nella tua parola.

Fa della mie scelte

il luogo dove si possa scorgere il nostro incontro.

E quando inciamperò

mostrami sempre il tuo amore

per rialzarmi e ripartire.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Un cammino di verità

Screenshot_2023-03-30-03-20-19-342~2

 

30 MARZO 2023

GIOVEDÌ DELLA V SETTIMANA DI QUARESIMA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Gn 17,3-9

Salmo: Sal 104 (105)

Vangelo: Gv 8,51-59

“Chi credi di essere?”. È la domanda impertinente che i Giudei pongono a Gesù. Egli, infatti, sta turbando il loro modo di credere in Dio, troppo legato ad un’osservanza di pratiche devote e statiche, ignorando che la Parola di Dio è viva e garantisce la vita di chi l’ascolta. Solo l’adesione a ciò che è vivo può dare la vita, altrimenti si resta legati ad una legge morta.

Una persona può essere viva, e vivere da morta. Gesù parla di una morte che non è quella temporale, ma i Giudei non capiscono, perché il loro cuore non è aperto ad accogliere una parola viva, per loro tutti muoiono, Abramo è morto.

Paradossalmente quella domanda può essere l’inizio di un cammino di verità che non porterà alla morte, bensì alla vita. Forse quei Giudei sapevano che Gesù aveva ragione, ma non volevano dargliela.

In quella domanda si incontrano il disegno umano con quello divino. Gesù si mostra come il figlio che prende la gloria dal Padre. Dio non è il datore della legge che immaginavano, ma è suo Padre e Padre nostro. Padre e Figlio hanno le stesse caratteristiche: donare amore. Sulla Croce, Gesù rivelerà tutto l’amore del Padre per noi.

Decidere di stare con Gesù è una scelta coraggiosa, impegnare la nostra vita per Lui, è compiere un salto fondamentale di fede, perché lo riteniamo degno di essere ascoltato e creduto. Chi sei o Signore, se non il Dio della mia vita?

“Signore,

cos’è la verità se non il Tuo volto?

Oggi mi chiami a questo:

a compiere in cammino verso di Te.

Sostieni i miei passi per avere la forza di cambiare,

per gettare dietro alle spalle tutto ciò che vi è d’inciampo.

E Tu, stammi accanto

passo dopo passo,

affinché guardandoti possa

sentire la Tua forza, e andare avanti.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

“la verità vi farà liberi”

Screenshot_2023-03-29-04-07-13-131~2

 

29 MARZO 2023

MERCOLEDÌ DELLA V SETTIMANA DI QUARESIMA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Dn 3,14–20.46.50.91–92.95

Salmo: Dn 3,52–56

Vangelo: Gv 8,31-42

Forse pensiano troppo poco al potere delle parole. Nella parola c’è la possibilità di dare vita, fiducia, chiarificare, di creare relazione, comunicazione, ma anche di gettare nel caos, nello smarrimento seminando sfiducia, di distruggere la comunione e minare la relazione.

Rimanere nella parola di Gesù, ci fa diventare suoi discepoli alla scuola della verità che libera, di quella verità che è Lui stesso. La verità di Gesù ci fa liberi.

Il segreto della libertà, è in quel pezzetto di Dio che è in noi. Dio che parla, crea l’uomo come libertà dialogante con Lui, ma non lo costringe a mettersi in dialogo, lo lascia libero. La libertà diventa allora per l’uomo, un cammino di continua ricerca e scoperta di essere già stato liberato da Gesù Cristo che è via e verità.

Quando l’uomo tenta di darsi la libertà da solo, fallisce miseramente, perché la libertà è propria solo di un cuore che è stato liberato da un amore più grande, altrimenti si rimane schiavi delle cose e presi dalla paura dei giudizi altrui. Cosi non si è liberi, si vive solo un’illusione di libertà.

“La verità vi farà liberi”, perché è l’amore che libera, ci insegna ad essere noi stessi, veri, autentici, a sentirci amati e ad amare gli altri stabilendo un corretto rapporto con Dio, coi fratelli e con le cose, dove tutto è posto a servizio della vita.

Restiamo nella parola di Gesù e chiediamogli di custodire il nostro cuore, perché la verità del suo amore che libera, ci insegni a fare verità dentro di noi, per vivere da veri figli liberati e liberanti.

“Signore,

libera il mio cuore da tutto ciò che non sei Tu.

Donami la forza di ricominciare, di essere vero

per vivere con Te come un figlio,

così che guardandomi dentro

ritrovi uno spiraglio di Luce,

un principio di libertà

nato non da me,

ma dall’amore che tu, o Dio mi hai promesso,

e che mi ha visitato.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

“Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo”

%22Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo%22

 

28 MARZO 2023

MARTEDÌ DELLA V SETTIMANA DI QUARESIMA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Nm 21,4-9

Salmo: Sal 101 (102)

Vangelo: Gv 8,21-30

Gesù sente avvicinarsi il momento in cui dovrà consegnare la sua vita. L’incomprensione continua, la sua predicazione, i miracoli che ha compiuto, non sono serviti a far comprendere il volto misericordioso del Padre. Gesù dovrà salire in croce.

La croce rappresenta tutto il male che ogni uomo costruisce quando ignora la luce del bene, per sé e per i suoi fratelli, quando vive da figlio delle tenebre.

Dio lascerà morire in croce suo figlio, perché l’uomo capisca finalmente la misura colma del suo amore, la portata del suo dono, la sua potenza che redime e salva. Non poteva fare altrimenti, ma quell’unico sacrificio ha salvato e redento tutto per sempre.

Per questo il Padre non abbandona il figlio: “Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo”. Come il padre è vicino al figlio, così lo è con noi, sempre.

Quando il dolore e la solitudine ci stringono il cuore, non siamo abbandonati: Dio è presenza.

Se una persona cara che ci ama e che amiamo ci dice “Sono io”, ci tranquillizza, perché risveglia in noi una relazione di fiducia e di amore, cosi Dio vuole entrare in comunione con noi, per far nasce una storia di dialogo, una vita avvolta dall’amore. Ti strappa dalle paure e dal peccato per renderti libero di amare.

“Signore, io nonostante tutto lo so,

quando cado e provo a rialzarmi,

quando la fatica prende il sopravvento.

Tu mi sei vicino,

poiché il tuo cuore così grande

mi abbraccia sempre

e per amore,

Tuo figlio ha preso su di sé tutto,

persino me stesso,

affinché io sappia che non sono solo

e che Tu sarai la mia forza per sempre”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

 

“non peccare più”

Screenshot_2023-03-27-05-10-38-628~2

 27 MARZO 2023

LUNEDÌ DELLA V SETTIMANA DI QUARESIMA

Prima lettura: Dn 13,1–9.15–17.19–30.33–62

Salmo: Sal 22 (23)

Vangelo: Gv 8,1-11

Ancora una volta scribi e Farisei vogliono cogliere in fallo Gesù e gli portano una donna colta in adulterio, perché la giudichi. Gesu, possiamo immaginare che si era stancato di questi giochetti, non risponde subito, si mette a scrivere per terra, nella polvere ed esclama: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei”. Tutti sono invitati a guardarsi dentro, non ad un insieme di leggi, ma al mistero di una persona che vive, ama, sbaglia. Una persona umana che rimane sempre amata da un amore che prima di tutto perdona, per questo scrive i peccati nella polvere, perche il vento del perdono li cancella definitivamente.

Gesù, non scrive più per terra, ma nel cuore della donna. Intorno non c’è più nessuno che la condanna e Gesù la invita ad amare in modo nuovo: “va’ e d’ora in poi non peccare più”.

Quella donna non è il suo peccato, è possibilità di alzarsi davanti a Dio pensando all’amore ricevuto e a quanto potrà ancora ricevere e donare, per dire a tutti che il perdono solleva dalla polvere, che Dio ha scritto amore nel suo cuore.

“Scrivimi sul cuore,

quella parola che spesso sento,

ma che pochi provano davvero: amore.

Si perché il Tuo perdono parte da lì,

te lo leggo negli occhi,

perché mi hai guardato qui

nel mezzo di un peccato più grande di me e

c’eravamo solo io e Te.

Non sono più il mio peccato,

sono solo io, ma con una amore dinanzi

che mi rialza, indelebile,

che il peccato non potrà mai cancellare.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

“vieni fuori”

Screenshot_2023-03-26-09-07-44-742~2

DOMENICA 26 MARZO 2023

V DOMENICA DI QUARESIMA – ANNO A

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Ez 37,12-14

Salmo: Sal 129 (130)

Seconda lettura: Rm 8,8-11

Vangelo: Gv 11,1-45

“Io sono la risurrezione e la vita”. Sono queste le parole che Gesù pronuncia nel dialogo con Maria, quando ridona la vita a Lazzaro. Gesù è la vita proprio ora, al presente, mentre sta parlando con Maria, mentre noi stiamo leggendo di questo miracolo.

È un Gesù presente che si fa accanto nella sofferenza, è l’amico non solo del cuore, come si usa dire, ma nel cuore.

Gesù piange profondamente per la morte del suo amico Lazzaro, se ne accorgono tutti. Le lacrime di chi ama sono le parole piu potenti dell’amore.

Chi è piu potente nell’amore se non Dio?

L’amore strappa dalla morte, e Gesù grida: “Lazzaro, vieni fuori!”. Intima alla vita di risorgere per vivere, perché Lui è la risurrezione e la vita.

Il motivo della risurrezione di Lazzaro è l’amore di Gesù, un amore fino al pianto, fino al grido: “vieni fuori!”. L’amore ti ha liberato, ha sciolto i lacci della paura del buio, della solitudine di quella grotta, perché tu tornassi a camminare con i tuoi amici.

È vero che Lazzaro morirà una seconda volta, ma ormai gli si spalanca davanti un’altissima speranza: Qualcuno è più forte della morte. L’amore ha vinto la morte.

Quando siamo amati veniamo riconsegnati alla vita, all’incontro con gli altri, agli amici.

Anche noi come Lazzaro, siamo amici di Gesù, anche per noi piange e a gran voce grida: “vieni fuori!”. Risorgi, perché la mia risurrezione sarà la tua vita, perché tu sei da sempre l’amico nel cuore.

“Signore,

come a Lazzaro,

aiutami a “venire fuori” da tutte quelle situazioni

che senza di Te, sanno solo di morte.

Aiutami a vivere,

ora, qui, così come sono nonostante tutto.

Sostienimi e tienimi

perché ho bisogno di vivere e

sapere che non sono solo.

Allarga lo spazio del mio cuore e

in tutte quelle parti che non vedono il sole da tanto tempo,

fa che la Tua luce le riscaldi

ed io piano piano torni a vivere,

nella certezza che Tu sei e sarai sempre con me,”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

Non temere, Maria

Screenshot_2023-03-25-03-14-20-988~2

SABATO 25 MARZO 2023

ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE – SOLENNITÀ

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 7,10-14; 8,10c

Salmo: Sal 39 (40)

Seconda lettura: Eb 10,4-10

Vangelo: Lc 1,26-38

“A queste parole ella fu molto turbata.”

Un annuncio sconvolgente raggiunge Maria, il turbamento le invade il cuore, e prima che lo smarrimento prenda il sopravvento, arrivano le parole consolanti dell’angelo: “Non temere, Maria”.

Dio sa di che stoffa siamo fatti, ma questo non lo preoccupa, entra nella vita di Maria per farne un capolavoro, per riempirla di vita. Entra anche nelle nostre vite sebbene abbiano turbamenti, emozioni confuse, ci sentiamo poveri e inadeguati. Egli ripete non temere la tua povertà, perché avrai vita dalla grazia.

Cosi Maria viene colmata di Grazia, Dio si è chinato su di lei, perché trabocchi di Dio e da questo fiume di grazia germogli un figlio, seme della vita Divina: Gesù.

Un annuncio che illumina la storia a partire dal buio di un grembo, dove solo Maria sapeva che l’origine di quel seme, veniva dalle parole dell’angelo.

Come Maria, anche noi siamo chiamati ad aiutare il Signore ad incarnarsi in questo mondo, prendendoci cura della sua parola, a renderlo vivo e presente, nel nostro vissuto, ad amare questo Dio bambino, che vivrà nella misura in cui sarà amato. Perciò lasciamo da parte le paure e i turbamenti per non perdere il tempo di Dio, il dono della sua grazia.

“Maria,

ti affido questo tuo figlio che sono io,

fatto di paure e di speranze,

di fragilità e tenerezza.

Maria, abbi cura di me.

Tu, che hai fatto della tua vita un Si a Dio,

rendi il mio cuore libero,

affinché anch’io nonostante il buio del mio cuore,

possa portare alla luce un frutto di speranza:

l’amore per Tuo figlio, Gesù, che ci hai donato,

per essere la nostra forza e la nostra gioia, per sempre”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

“Non è ancora giunta la sua ora”

Screenshot_2023-03-24-03-14-53-985~2

 

24 MARZO 2023

VENERDÌ DELLA IV SETTIMANA DI QUARESIMA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Sap 2,1a.12–22

Salmo: Sal 33 (34)

Vangelo: Gv 7,1-2.10.25-30

Le ostilità verso Gesù si fanno sempre più aspre tanto che vogliono arrestarlo, ma “non è ancora giunta la sua ora”, ovvero quel momento fissato dal Padre per il compimento dell’opera di salvezza.

Gesù resta in balìa del giudizio delle persone e della loro ira. Attenderà la Pasqua, la grande ora nella storia del mondo, l’ora della redenzione, dove consegnerà la sua vita e il tempo sarà compiuto.

È questa l’ora dell’amore, un dono supremo, un sacrificio grande e perfetto, più di così non avrebbe potuto amarci!

Tutta l’umanità è salvata. La nostra vita spirituale, progredisce a partire dalla scoperta di essere già dei salvati, da ora e per tutto il nostro futuro. Non abbiamo fatto nulla per meritarcelo, è tutto puro dono di grazia.

O meravigliosa grazia! Ci fa ricevere il bene da Dio, la misericordia, la sua pace, la sua Presenza. La grazia ci fa avere la promessa, che Dio non ci lascerà mai.

Nulla succede invano, e nessuna situazione in cui l’essere umano si trova immerso, è completamente refrattaria all’amore. Il Signore viene incontro a tutti, nessuna vita è sbagliata, Gesù ama e si dona. Il nostro futuro allora, è vivere da salvati, perché pensati dall’eternità nel disegno di amore di Dio; pensati in quell’ora di Gesù dove tutto si è compiuto per noi.

“Per me, Signore,

hai offerto la tua vita.

Per me, Signore hai sofferto,

così che fossi salvato una volta per tutte,

nonostante continui a inciampare.

Per Te, sono qui

ai piedi di quella croce che è la nostra,

dove Tu innalzato,

distendi le tue braccia e chini il capo verso di me.

Io ti affido il mio cuore, crocifisso dai dolori della vita,

ma con tanta voglia di riscatto,

di staccarmi da quella croce e andare via.

Una croce che Tu hai accettato, affinché io potessi andare

e vivere una vita da salvato,

con i segni di un amore che mai finirà,

perché è una vita sotto il segno della croce.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Il meglio di me

Screenshot_2023-03-23-02-18-40-999~2

 

23 MARZO 2023

GIOVEDÌ DELLA IV SETTIMANA DI QUARESIMA

Prima lettura: Es 32,7-14

Salmo: Sal 105 (106)

Vangelo: Gv 5,31-47

Molte volte nel testo, viene ripetuta la parola testimonianza. Questa è una categoria fondamentale dell’uomo e della sua cultura, perché ciò che sappiamo e siamo, è solo grazie a qualcuno che prima di noi ce lo ha tramandato.

La testimonianza che ci dà Gesù, riguarda la trasmissione della verità di lui stesso, venuto per farci conoscere il Padre attraverso le opere che compie, perché ogni uomo possa sentirsi oggetto assoluto del suo amore.

La testimonianza dell’amore è sempre la più credibile.

Paolo VI già molti anni fa asseriva che: “L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni.” Abbiamo bisogno di testimoni, che vivano soprattutto l’amore, che è il contenuto della fede. Abbiamo bisogno di diventare noi stessi testimoni di questo amore, perché è nel dono che possiamo vivere la fede e incontrare il Cristo.

Gesù è venuto per risvegliare in ciascuno l’identità di figlio amato: siamo preziosi ai suoi occhi, degni di stima (cfr. Is 43,4), ci ha fatti come un prodigio (cfr. Sal 138,14). Non c’è nessun motivo per cui temere Dio, Lui perdona, accoglie, comprende. Allora parafrasando le parole di Pietro, adoriamo il Signore, Cristo, nei nostri cuori, pronti sempre a rispondere, a dare testimonianza a chiunque ci domandi ragione della speranza che è in noi (cfr. 1 Pt 3,15).

“Signore,

aiutami a credere,

rafforza il mio cuore, quando alla ricerca di un segno

non vedo nulla.

Fammi attento ai tanti testimoni che metti nel mio cammino,

segno prezioso della Tua venuta,

segno che non mi lasci solo

e rendimi a mia, volta capace di rinfrancare un cuore affaticato,

non per restituirti qualcosa,

ma per imparare a donare

quello che ho scoperto,

essere il meglio di me: Tu.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

“Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco”

Screenshot_2023-03-22-04-38-07-546~2

 

22 MARZO 2023

MERCOLEDÌ DELLA IV SETTIMANA DI QUARESIMA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 49,8-15

Salmo: Sal 144 (145)

Vangelo: Gv 5,17-30

“Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco”. Queste sono le prime parole che Gesù pronuncia nel Vangelo di oggi: Padre e Figlio agiscono ora, in contemporanea e sempre. Dio non può rimanere inerme, persino le leggi della natura perderebbero il proprio ordine. Dio è il creatore che è costantemente al lavoro.

Nella tradizione rabbinica, si affermava che solo Dio era dispensato dal riposo del sabato. Quando Gesù opera in giorno di sabato è perché egli, che è Figlio di Dio, è in relazione col Padre e ne segue l’agire, può operare sempre.

Ogni atto che Gesù compie è sempre per donare vita e libertà interiore all’uomo, non per trasgredire il sabato, ma realizzarlo in pienezza secondo la volontà del Padre.

Dio, per ogni uomo, ha sempre una volontà di vita e di risurrezione. Il suo soffio d’amore entra e fa fiorire le radici di ogni essere umano, perché diventi come Lui donatore di vita.

Credere in Dio e in Gesù suo Figlio che Egli ha mandato, è aprirsi ad una meraviglia sempre nuova che non giudica per distruggere, ma per far rinascere. Il cuore della fede è credere che l’opera di Dio è Gesù: volto alto e luminoso dell’umano, libero come nessun altro, che ti invita a diventare il meglio di ciò che puoi. Nessuna minaccia in Lui, ma solo due braccia aperte che dalla croce custodiscono tutto ciò che fa male alla vita e insegnano perdono e misericordia per tutti.

“Dalla croce Signore,

tendimi la tua mano,

guarda il mio cuore e sollevami Tu,

in alto, accanto a Te,

crocifissi, perché la vita è anche questo,

ma con Te, l’amore è divenuto vita

capace di guarire ogni dolore.

Fa che accanto a Te,

ciascuno abbia la tua forza

e creda che mai nessuno da Te è dimenticato,

poiché è per questo che hai disteso le Tue braccia.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)