Pane

 

Screenshot_20240417_011258

 

17 APRILE 2024

MERCOLEDÌ DELLA III SETTIMANA DI PASQUA

La volontà del Padre, è il desiderio che tutti possiamo partecipiare della sua stessa vita, non a una vita qualunque, bensì eterna. L’uomo è una creatura fatta per l’infinito, geme dell’eternità che porta in sé e cerca cosi una pienezza di vita che gli arrechi felicità già qui in terra.

Gesù ci indica un alimento per saziare la nostra fame di vita, fame di eternità: il pane. Tuttavia il nostro semplice pane, non sarebbe in grado di sfamare l’uomo nel suo desiderio più profondo, se Dio stesso non si fosse fatto pane per entrare in ciascuno, per diventare relazione di vita. In quel pane è racchiusa una potenza di vita tale da contenere tutto l’amore del Padre, del Figlio, l’amore dei fratelli e per i fratelli: lì c’è la vita eterna.

Dio vuole farci vivere da risorti, perché con la sconfinata ricchezza del suo amore, possiamo avere la forza di vincere le nostre morti, ovvero tutti quegli angoli bui, dove non è ancora entrata la luce della salvezza.

Apriamo brecce di luce, brecce di vita, lasciamoci raccogliere da questa volontà di salvezza che Dio ha per noi, cosi da vivere nella pienezza del suo amore la vita eterna che è la vita dell’Eterno.

“Signore,

dall’eternità il mio nome è nel Tuo cuore.

Sono nato per una grande vocazione: essere figlio.

Ancora informe, Tu hai creato un pane

che crescesse il mio cuore,

e nella mia vita

la mia fame non si è spenta.

Dammi il Tuo pane,

fammi crescere,

così che di pane in pane,

viva già qui,

eternamente con Te.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Croce

 Screenshot_20240322_010708

22 MARZO 2024

VENERDÌ DELLA V SETTIMANA DI QUARESIMA

I giudei si accanisco sempre di più verso Gesù, lo vogliono uccidere perché bestemmia, ed è drammatico questo rifiuto, perché lo fanno forti della legge che ordinava di lapidare queste persone, lo fanno in nome di Dio. «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio».

Gesù morirà perché ha detto di essere Figlio di Dio e solo morendo verrà riconosciuto e creduto come Cristo, Figlio di Dio. È nella croce che abbiamo la rivelazione più alta di Dio, del suo amore che si effonde ad ogni uomo.

Un Dio che si lascia mettere in croce, sconvolge l’idea che ogni persona può  avere di Lui. Ci piaceva Gesù quando faceva i miracoli, predicava, guariva, dava da mangiare alle folle, ma un Dio che esce dagli schemi che ci siamo fatti, non lo comprendiamo, un Dio che accetta la sofferenza, non è possibile! Eppure Dio parte da qui, perché ogni persona umana soffre, e Lui condivide tutte le nostre sofferenze, tranne il peccato. Dio non  ci salva con il potere, ma con l’amore; si è lasciato mettere in croce per salvare l’uomo, per strapparlo da ciò che gli faceva più paura: la morte, e in cambio gli ha donato vita e salvezza.

Credere in Gesù è riconoscere chi è Lui per noi, la sua presenza nella nostra vita, un amore donato che ci abita nel profondo; il Figlio di Dio, morto e risorto per me, verso una pienezza di vita che non conosce tramonto.

“Signore Gesù,

guardo la Tua croce e penso

a quanto dolore hai provato!

Neanche la croce può dirmi quanto

perché essa ne è solo il culmine.

Allora, eccomi davanti a Te

per presentarti ogni mio culmine,

ogni mia fatica.

Tu sei qui davanti a me

e non hai steso solo le braccia,

ma anche il cuore,

così che potessi starci anch’io

con la mia croce.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

L’ora

l'ora

15 MARZO 2024

VENERDÌ DELLA IV SETTIMANA DI QUARESIMA

 

“Non era ancora giunta la sua ora.” E Gesù continua ad insegnare nel tempio, a dare testimonianza del Padre che lo ha mandato nel mondo affinché tutti siano resi partecipi della sua gloria. 

Il Padre non ci perde mai di vista, siamo sempre sotto il suo sguardo; ogni nostro gioire e soffrire e ben noto a Dio, così come lui gioisce e soffre con noi. 

Per ogni cosa c’è il suo momento, ci insegna la sapienza di Dio, e il Signore ci accompagna fino a quando quel tempo sia maturo. Nulla succede a caso, cosi la nostra vita si compie con un disegno preciso. 

Gesù ci svela il mistero della sua vita, che parte da una pienezza del tempo e arriva all’attesa di un’ora, quella del compimento della sua missione. L’ora dell’amore, che dopo aver amato tutti e tutto, arriva “sino alla fine”, al dono supremo della sua vita innalzata sulla croce. Una “scommessa sull’amore” che accoglie tutti, perfino i nemici. 

Tante volte avevano tentato di catturare Gesù, ma ciò non avviene fino al tempo che il Padre ha predisposto, quel tempo, dove manifestare il vero senso della sua esistenza, la sua vera identità, quel mistero di morte e di gloria, di amore e di salvezza. 

In quell’ora di Gesù siamo tutti sostenuti e amati, da lì possiamo trarre forza per affrontare le nostre difficoltà, gli scoraggiamenti, le delusioni, le ingiustizie subite, perché anche se provati e feriti, non saremo mai perduti, ne mai abbandonati, ma solo e sempre figli eternamente salvati.

 

“Signore,

nella Tua ora c’è anche la mia,

l’ora in cui a volte 

l’affanno e la solitudine, 

prendono il sopravvento.

L’ ora più dura per Te, 

è l’ora del mio amore più grande,

e allora sì, posso credere 

che in ogni mia ora più faticosa, quello stesso amore più grande 

verrà ad abbracciami,

verrà a consolare, quell’ora, la mia.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Tra le braccia

tra le braccia

VENERDÌ 02 FEBBRAIO 2024

PRESENTAZIONE DEL SIGNORE – FESTA

 

Simeone ci insegna l’attesa. Di Lui, si legge infatti: che aspettava la consolazione di Israele. Pensate a quanto ha atteso, ma non ha lasciato scorrere un giorno senza recarsi al tempio, ovvero non ha mai lasciato scorrere un giorno, senza recarsi dal Signore.

Quell’attesa per alcuni snervante, ha reso quei giorni tempo per preparare il cuore a riconoscere Gesù. La consolazione di Simeone è in quel bambino, lo vede, lo sa, non glielo dice nessuno.

Tutto il tempo speso nel tempio, ora è compimento: ha tra le braccia la Salvezza. E noi? Cosa abbiamo tra le braccia? Noi figli del nostro tempo che vivono nell’immediatezza, siamo tra le braccia di quel bambino divenuto uomo. Egli ha assunto la postura di Simeone, ha reso le sue braccia come quelle di quell’uomo: sorreggono per non far cadere. Ecco  anche i nostri occhi vedono la salvezza da una prospettiva diversa: quella di figli in braccio al loro Padre.

Siamo quei figli che in fondo vogliono un abbraccio da Dio, e quell’abbraccio vale tutto l’oro del mondo.

Facciamo di ogni nostro giorno, il luogo di quell’incontro e se non riusciamo perché facciamo fatica e sentiamo Dio lontano, viviamolo nell’attesa. Quell’attesa che quando diverrà realtà illuminerà il nostro cuore.

“Signore,

fammi vedere quanto grande possa essere la mia gioia,

fammi vedere i tuoi occhi posarsi sui miei,

fammi sentire il Tuo amore prendermi in braccio,

così da sentirmi al sicuro,

così da non dover cercare altro o altri,

così da non dover più temere di perdermi

perché ci sei Tu a sorreggere me.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Tornare indietro

Screenshot_2023-11-15-11-39-30-384~2

 

15 NOVEMBRE 2023

MERCOLEDÌ DELLA XXXII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Sap 6,1-11

Salmo: Dal Sal 81 (82)

Vangelo: Lc 17,11-19

Nel cammino avviene l’incontro tra Dio e l’uomo. Gesù va verso Gerusalemme, luogo dove darà la sua vita totalmente, ma il suo passare è sempre incontrare l’uomo nel suo villaggio, con le sue malattie, le sue ferite e cicatrici. Anche gli uomini desiderosi di essere guariti si fanno incontro a Gesù, invocando pietà, con la confidenza e la fede che quanti chiedono pietà, entrano dritti nel cuore di Dio. E cosi avviene, tutti si mettono in cammino sulla Parola di Gesù e vengono purificati, guariti.

Dieci sono i guariti, un numero simbolico, ma solo uno da guarito diventa salvato, la guarigione non riguarda soltanto la malattia, l’uomo è ben più del suo corpo fisico, ha bisogno di pienezza di vita, di entrare in relazione con quel Donatore che sana il cuore, lo colma di amore e di misericordia: dà la salvezza. Questo è il vero miracolo.

Quell’unico torna indietro per lodare Dio con tutta la sua forza, pieno di gratitudine per il dono ricevuto. Una vita salvata non per aver eseguito il comando di Gesù, ed essersi mostrato al sacerdote, ma per aver incontrato la Parola che salva, sana il cuore, lo mette in comunione di vita piena, non sarà più straniero, ma figlio. Ha invertito il suo cammino e ora vive restituito al mondo in quella relazione nuova che da lebbroso non poteva avere, vive nella gioia e nella speranza che il Signore gli ha donato.

A Gesù però, rimane una nota di rammarico per gli altri nove, che pur essendo gia amati sono rimasti ancora lontani. Non gli basta che sia venuto uno solo a ringraziare, non gli basta perché la guarigione è solo a metà, e Lui desidera la nostra pienezza. Quella nota di rammarico è segno di quello spazio di libertà che Lui ci lascia di poterlo ringraziare, seguire ed amare oppure no, Lui non si impone, dispone. Quella nota di rammarico è l’amore di un Padre che vuol per il figlio il meglio, che aspetta il suo ritorno e fa di quella mancanza, preghiera.

“Signore,

aiutami a non perdere le forze,

a non disperdermi nel tempo e nella fatica.

Fa che abbia la forza di tornare a ringraziare per tutto il bene,

l’amore e la vita che mi hai donato.

Conduci piedi e cuore da Te

per ritornare indietro, vederti e ringraziarti

per il mio cuore ferito che hai guarito,

e che ora può andare avanti

sui passi del Tuo amore.”

(Shekinaheart eremo cuore)

Con Gesù

con Gesù

 

22 SETTEMBRE 2023

VENERDÌ DELLA XXIV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 1Tm 6,2c-12

Salmo: Dal Sal 48 (49)

Vangelo: Lc 8,1-3

Nel Vangelo di oggi leggiamo che Gesù non era solo, aveva con sé i dodici e alcune donne. La storia di tanti trova un punto comune che unisce: Gesù. Egli non sta fermo, esce, viaggia, cerca; nel cuore solo un desiderio: dire a più persone qual è il vero volto del Padre e far rendere il cuore di ciascuno salvato. Nessuno è escluso da questo progetto di amore.

L’antifona al vangelo dice: “Ti rendo lode, Signore del cielo e della terra,perchè ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno (Cfr Mt 11,25)”. Ci apre a questa consapevolezza, che non importa quanto io mi senta ultimo, inutile senza speranza, poiché è proprio la speranza che viaggia per incontrarmi.

Coloro che sono con Gesù sono dei segni della concretezza di Dio, del suo essere in mezzo a noi. Aiutiamoci a renderlo vivo, condividiamo con altri la bellezza di questo Vangelo che si fa carne non solo una volta, ma sempre nelle nostre vite. Non lasciamo nessuno nel dubbio o nella fatica ma preghiamo per loro, viaggiamo con Gesù nei deserti degli altri e portiamoli sull’altare.

Siamo qui, ci siamo grazie anche a chi ci ha preceduto.

“Signore,

desidero incontrarti,

desidero viaggiare con Te.

Portami nel Tuo cuore,

fammi comprendere che

anch’io ho un posto nel Tuo.

Non importa il mio peccato, o la fatica,

perché il Tuo amore

spalanca le porte,

ed io, commosso e affaticato dal peso del mio errore,

entro nell’immensità di Te

e scopro che finalmente ho una casa per vivere: Tu.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

“La tua fede ti ha salvato”

la tua fede ti ha salvato

 

10 LUGLIO 2023

LUNEDÌ DELLA XIV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Gn 28,10-22a

Salmo: Dal Sal 90 (91)

Vangelo: Mt 9,18-26

Salvezza e risurrezione si intrecciano nel Vangelo di oggi. Un padre in angoscia per la figlia morta, domanda a Gesù di imporre le mani, affinché questa viva. Gesù subito si alza e segue quell’uomo. Lui ci segue, viene a cercarci nella nostra miseria, nella nostra morte. Lui ha atrraversato la morte per darci la vita.

Arrivato dalla ragazzina Gesù non impone le mani, gesto religioso per antonomasia, il gesto dei profeti, dei sacerdoti, no, Gesù la prende per mano e la fa risorgere, la riporta in vita. Un gesto umano di tenerezza, semplicissimo. Sebbene sia Dio non si impone mai, non si pone dall’alto, ma a fianco, saranno gli uomini a porlo in alto, sulla croce; Lui scende nelle tenebre della morte per annullarne il potere e riportare l’uomo in vita, per farlo risorgere.

Il Signore della vita dona sempre vita anche solo toccando un lembo del suo mantello, come per la donna che lo vede solo dietro, di spalle, non lo vede in volto, ma come sua discepola lo segue sa nel suo intimo che solo in Gesù è la salvezza: e così avviene. La fede in Dio dona la salvezza, genera vita nuova.

Sentiamo rivolte a noi le parole: “La tua fede ti ha salvata”. Continua ad essere mia discepola, mio discepolo, vivi da salvato, diffondi la buona notizia che io fatto risplendere la vita.

“Signore,

con tutta la forza, la fede, ti chiedo:

tocca il mio cuore,

riportalo alla vita.

Ai miei giorni buii, alle fatiche,

fa che senta la Tua mano farmi risorgere

da una vita che non è morta,

ma ha bisogno di luce.

Fa che mi rialzi presto per seguirti

e ogni giorno non sia perso,

ma risorto, vivo, amato,

vissuto accanto a Te”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

Ascolta e ama

ascolta e ama

 

20 APRILE 2023

GIOVEDÌ DELLA II SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 5,27-33

Salmo: Sal 33 (34)

Vangelo: Gv 3,31-36

“Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito”.

Gesù ci conferma come la sua parola provenga dal Padre. Grazie a Lui noi siamo uniti al Padre, Dio non è più lontano, ha un volto e soprattutto ora sappiamo quanto siamo nel Suo cuore, quanto gli stiamo a cuore.

La vera salvezza è riconoscerci amati e nelle parole di Gesù traspare sempre quanto amore ha per noi: amore che perdona, amore che chiama, amore che si mette a servire, amore che guarisce e amore che offre tutto se stesso.

Vuoi sapere cosa vuol dire amare? Ascolta! Ascolta la parola che Dio per mezzo di Gesù ha da dirti. Ascolta quanto prima che tu nascessi Dio aveva preparato per te, affinché in ogni tua situazione tu possa cogliere la sua Parola e trovare la forza.

Ascolta e ama. Ama come puoi, fa che questa parola ascoltata entri in te e faccia parte della tua vita in pienezza, perché l’amore da quella Parola ascoltata, avrà attraversato il tuo cuore così da renderlo simile al Suo.

 “Signore,

aiutami a saper ascoltare

non solo con le orecchie, ma con il cuore,

così che ogni Tua Parola non mi sfugga via.

Aiutami ad ascoltare ed amare,

poiché esso sarà il segno che avrò compreso

tutto quello che mi dici da tempo.

Possa il mio cuore prendere esempio dal Tuo

e possa riconoscere in me

quelle mancanze di ascolto e di carità,

che Tu però mi hai perdonato,

affinché io possa ricominciare.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

“Non è ancora giunta la sua ora”

Screenshot_2023-03-24-03-14-53-985~2

 

24 MARZO 2023

VENERDÌ DELLA IV SETTIMANA DI QUARESIMA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Sap 2,1a.12–22

Salmo: Sal 33 (34)

Vangelo: Gv 7,1-2.10.25-30

Le ostilità verso Gesù si fanno sempre più aspre tanto che vogliono arrestarlo, ma “non è ancora giunta la sua ora”, ovvero quel momento fissato dal Padre per il compimento dell’opera di salvezza.

Gesù resta in balìa del giudizio delle persone e della loro ira. Attenderà la Pasqua, la grande ora nella storia del mondo, l’ora della redenzione, dove consegnerà la sua vita e il tempo sarà compiuto.

È questa l’ora dell’amore, un dono supremo, un sacrificio grande e perfetto, più di così non avrebbe potuto amarci!

Tutta l’umanità è salvata. La nostra vita spirituale, progredisce a partire dalla scoperta di essere già dei salvati, da ora e per tutto il nostro futuro. Non abbiamo fatto nulla per meritarcelo, è tutto puro dono di grazia.

O meravigliosa grazia! Ci fa ricevere il bene da Dio, la misericordia, la sua pace, la sua Presenza. La grazia ci fa avere la promessa, che Dio non ci lascerà mai.

Nulla succede invano, e nessuna situazione in cui l’essere umano si trova immerso, è completamente refrattaria all’amore. Il Signore viene incontro a tutti, nessuna vita è sbagliata, Gesù ama e si dona. Il nostro futuro allora, è vivere da salvati, perché pensati dall’eternità nel disegno di amore di Dio; pensati in quell’ora di Gesù dove tutto si è compiuto per noi.

“Per me, Signore,

hai offerto la tua vita.

Per me, Signore hai sofferto,

così che fossi salvato una volta per tutte,

nonostante continui a inciampare.

Per Te, sono qui

ai piedi di quella croce che è la nostra,

dove Tu innalzato,

distendi le tue braccia e chini il capo verso di me.

Io ti affido il mio cuore, crocifisso dai dolori della vita,

ma con tanta voglia di riscatto,

di staccarmi da quella croce e andare via.

Una croce che Tu hai accettato, affinché io potessi andare

e vivere una vita da salvato,

con i segni di un amore che mai finirà,

perché è una vita sotto il segno della croce.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Mangiarono a sazietà

Screenshot_2023-02-11-02-18-05-226~2

11 FEBBRAIO 2023

SABATO DELLA V SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Gn 3,9-24

Salmo: Sal 89 (90)

Vangelo: Mc 8,1-10

“Mangiarono a sazietà”

Ogni individuo porta in sé una fame che non si ferma al cibo: il desiderio di dare un senso alla vita e divenire compiutamente un essere umano.

Ci hai fatti per te, Signore, dice S. Agostino. Solo Tu conosci fino in fondo la nostra fame. Fame di cibo, di lavoro, di dignità. Fame di vita e di edificazione comune. Fame di bellezza, di bontà e di verità. Fame d’amare ed essere amati.

Per saziare questi bisogni, non basta un pensiero. Il cuore dell’uomo è troppo grande per poter essere riempito dal denaro, dal divertimento sfrenato, da cio che è illusorio, anche se stordisce. Esso desidera un bene più elevato, senza limiti, che non abbia ad esaurirsi e duri eternamente. Questo bene può essere soltanto Dio.

Solamente nella relazione con Lui possiamo trovare la sazietà del cuore, perché entriamo in una logica di dono che si moltiplica, di una vita donata e spezzata per tutti, in una maniera abbondantissima, che rimane.

Anche  i discepoli oltre alla folla, fanno esperienza di questo pane e di questa vita che si moltiplica tra le mani, fino a saziare ed avanzare. Veramente si è colmati, stracolmati di beni, perché il Signore ha compassione di noi, prende il nulla o il poco che abbiamo e lo moltiplica con il suo amore.

Oggi ricorre la memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes, a Lei affidiamo il nostro cammino, la nostra storia. Ogni uomo può vedere la salvezza di Dio grazie a Lei, poiché nel suo Si genera la sazietà del nostro cuore, un Dio bambino il cui amore ci unisce a Lui in pienezza