A chi?

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18 Settembre 2024

MERCOLEDÌ DELLA XXIV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

Quando le cose in noi non vanno secondo gli schemi che ci siamo creati, cerchiamo delle scuse per fare o per non fare. Il rischio è quello di non muoverci in un percorso di libertà, rimaniamo sui nostri preconcetti e non ci apriamo a un cammino di conversione del cuore e di coltivazione di gioia.

Gesù si chiede: A chi posso paragonare questa generazione? A chi è simile? O meglio a chi noi vogliamo assomigliare?

Lasciamoci coinvolgere da questo gioco serio e meraviglioso che è la vita, impariamo a guardarci dentro per vivere un equilibrio che non cerca di difendere schemi, ma la semplicità di essere uguali a noi stessi, per agire nella logica di Dio.

Lasciamoci generare dalla Sapienza che è Lui stesso, il gusto della vita vissuta in ogni attimo; proviamo a guardare con gli occhi di Dio le situazioni che ci circondano, il prossimo che come me ha desideri, sogni e ferite, allora impareremo a crescere, non saremo più simili a quei bambini seduti in piazza, saremo pellegrini della vita che sanno piangere con quelli che piangono e gioire con quelli che gioiscono (crf Rm 22,15). “Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù” (Fil 2,5).

“Signore,

aiutami ad essere docile

alla tua voce,

aiutami a seguirti.

Tu sei la mia strada,

la mia forza,

fa che ti riconoscano in me,

vedano che il mio grande desiderio

è incontrarti in ogni luogo,

per giungere non più a cercati,

ma ritrovarti in me.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Di nuovo

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20 NOVEMBRE 2023

LUNEDÌ DELLA XXXIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

“Di nuovo” ripetuto per ben tre volte, perché anche noi come il cieco abbiamo bisogno di più occasioni per ripartire. Il cieco non vede ma sa chi è Gesù lo chiama: “Figlio di Davide”; anche noi sappiamo, ma spesso non vediamo i nostri sbagli, le nostre fatiche. Oggi il Signore ci invita ad avere nel cuore quella speranza che grida: “abbi pietà di me”.

Lasciamoci guarire dal Signore “di nuovo”, in quel “di nuovo” che è nuovo. “Di nuovo” non perché prima ho fallito, ma perché mi sono perso, eppure nonostante questo, Gesù è passato per quella strada, dove sono cieco, dove mi sono perso. Un caso? No, Egli è venuto per incontrare te e tutti i “di nuovo” che verranno. É venuto per alimentare nel cuore la tua speranza. É venuto affinché oggi tu sia vivo, ed un giorno sarai tu occhi per altri in grado di dire: “passa Gesù, il Nazareno”.

“Signore,

abbi pietà di me,

un grido profondo dal cuore,

l’unica cosa che mi rimane.

Ho bisogno di Te e di quell’occasione

per non essere così per sempre,

per poter sentirmi vivo,

per vedere quello che i tuoi occhi vedono.

Gesù cosa vedi di me?

Amore!

É forte la Tua risposta.

Una risposta che sento e conosco

e che mi porta oggi

qui da Te, “di nuovo”.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

La strada

la strada

12 LUGLIO 2023

MERCOLEDÌ DELLA XIV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Gn 41,55-57; 42,5-7a.17-24a

Salmo: Dal Sal 32 (33)

Vangelo: Mt 10,1-7

Come in quel tempo il Signore chiama a sé i discepoli, anche oggi chiama a se discepoli perché lo seguano ed imparino da Lui. Come allora ci chiama dove siamo, nelle situazioni che viviamo, non sceglie i più ricchi, i più intelligenti, i più belli, tutti siamo suoi figli degni del suo amore.

Ci invita per darci il potere, ovvero la possibilita di fare il bene e di farlo pensando che Lui ha trasformato tutto in bene e non esiste nessuno che non possa partecipare e comunicare questo bene.

Nel film “La strada” di Fellini, c’è una scena molto commovente tra Gelsomina e il Matto. Gelsomina è in crisi perché dice: “Io non significo niente al mondo. Non significo niente per nessuno, voglio morire” . Allora, il Matto raccoglie un sassolino per terra, dalla strada, lo dà a Gelsomina e dice: “Vedi questo sassolino ha un suo significato, ha una sua funzione del mondo. Se non avesse un significato, se non avesse una sua funzione non sarebbe al mondo, non esisterebbe, quindi anche tu” . Gelsomina con gli occhi stralunati, si mette in tasca il sassolino perché le ricorda che lei ha un significato.

Tutto ha valore agli occhi di Dio, ogni persona ha un valore immenso, nessuno deve andare perso. Tutti per grazia di Dio siamo chiamati a cercare, accompagnare, sostenere ogni nostro fratello, sorella; tutti possimo guarire il cuore di qualcun’altro.

“Signore,

aiutami a camminare sulla strada di casa,

verso il tuo cuore,

cosi da ritrovare il mio posto,

la mia chiamata, il mio senso.

Donami la luce per poter dire a chi è smarrito:

coraggio non temere,

ho trovato Colui che ci ama.

Fai un pezzo di strada con me,

cosi poi troverai il tuo posto

ed accompagnerai qualcun altro”.

(Shekinaheart eremo del cuore)

Prima

prima

DOMENICA 15 GENNAIO 2023

II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 49,3.5-6

Salmo: Sal 39 (40)

Seconda lettura: 1 Cor 1,1-3

Vangelo: Gv 1,29-34

Giovanni Battista nel Vangelo di oggi, dice: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”.

Prima, in principio, ciascuno di noi ha Gesù. Qualcuno che l’ha incontrato più avanti nel cammino potrebbe averne il dubbio, poiché finora non era al suo primo posto, eppure il Padre al di là del tempo e dello spazio, localizza Gesù come “il prima”. E nel corso della nostra vita, abbiamo il dono di sperimentare questo “prima”, in grado di donarci un amore che precede.

Siamo i figli di Dio, il cui Padre ha posto per noi prima di tutto l’amore, la misericordia, la speranza, la verità, affinché illuminati da quella luce potessimo camminare lungo la scia di bene, che Dio stesso ha preparato ed ha un volto: Gesù.

Giovanni l’ha visto e ne da testimonianza, si, perché le cose belle non si possono tacere, non si possono oscurare, bisogna gridarle, perché giungano a tutti e consolino quanti non sanno ancora di avere questa speranza.

Pensiamo oggi a quando ci siamo accorti che Lui era prima di noi, per custodire la nostra strada, e chi ancora non lo sa, provi a pensarlo, chissa se per qualcuno sia proprio oggi il dono per scoprire un amore che sta davanti, così da poter dire come Giovanni: Ecco l’agnello di Dio, venuto per me!

“Signore,

aiutami a credere che Tu sei davanti a me

anche nelle difficoltà,

per prepararmi la strada,

e liberarla dai pericoli, affinché non inciampi.

E quando il buio si presenterà dinanzi,

sia sempre la Tua luce a illuminarmi,

per poter dire: non ho più paura,

perché l’Amore mi conduce in ogni passo”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Verso casa

verso casa

 

 

03 NOVEMBRE 2022

GIOVEDÌ DELLA XXXI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA       (clicca qui)

Prima lettura: Fil 3,3-8a

Salmo: Sal 104 (105)

Vangelo: Lc 15,1-10

 

Il Vangelo di oggi, ci fa pensare come la gioia di Dio sia l’averci ritrovato. Questo è una risposta alle tante voci, pensieri o preoccupazioni, che prendono il sopravvento quando pensiamo ai nostri sbagli. Oggi il Signore ci dimostra che non è così, mentre noi guardiamo alla mancanza, a ciò che non va, alla perdita, Egli invece è il buon pastore, che lascia tutto per cercarci e portarci a casa.

Saremo a casa quando ci lasceremo condurre da Lui, siamo cari, preziosi ai suoi occhi, unici e speciali, e mentre la gente punta il dito e dice: peccatore, Egli afferma: figlio mio ben tornato.

Tutta la storia biblica parla di salvezza e quell’amore di Dio tanto forte per il suo popolo, si traduce nell’evento più grande della storia: la nascita del Figlio. Avrebbe potuto mandare un angelo, invece no, sceglie il Figlio affinché noi potessimo sentire che è Dio stesso a cercarci, a portarci sulle spalle, a non abbandonarci. Allora la festa del cielo, è la festa del nostro cuore, il cui cielo ha preso dimora solo che non lo sapevamo, ma ora come pecore ritrovate, abbiamo il compito di comportarci come tali, che dopo tanto tempo stanno a casa con Dio e hanno tante cose da dirsi. Sia il nostro quotidiano così, vissuto nella pienezza!

“Signore,

fa che la mia vita sia una strada verso casa,

un ritornare a Te, nonostante tutto

e sappia farne memoria quando inciampando

temerò di perdermi.

Tieni stretta la mia mano

perché in me c’è voglia di ritornare,

solo che a volte non lo so fare.

Tu mi risollevi e non mi abbandoni,

nel Tuo amore non c’è traccia del mio peccato

ed io comprendo giorno dopo giorno,

che sono figlio e Tu mio Padre

e nel Tuo cuore c’è un posto per me”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

La strada per chiedere, bussare e cercare

La strada per chiedere, bussare e cercare, è nello Spirito Santo.

06 OTTOBRE 2022

GIOVEDÌ DELLA XXVII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Gal 3,1-5

Salmo: Lc 1,68-75

Vangelo: Lc 11,5-13

Durante il corso della nostra vita, accade qualcosa per il quale siamo spinti a chiedere, cercare, bussare, ed è proprio in quelle azioni che il Signore ci assicura di esserci.

Può mancarci la “terra sotto i piedi”, possiamo trovarci soli in difficoltà o in affanno, ma il Signore non ci abbandonerá, perché è Padre e come tale, indirizza, indica la via. Ci fa un dono alla base della nostra ricerca: lo Spirito Santo.

La strada per chiedere, bussare e cercare, è nello Spirito Santo. Esso non è solo una luce per domandare meglio le cose, ma è la terza persona della Trinità, ovvero: il dono di se stesso.

Con Lui e per mezzo di Lui, ogni giorno possiamo credere di attraversare ciò che viviamo, non da soli, e quando ci mancheranno le forze per chiedere, bussare e cercare, Lui ci sarà sempre.

Un padre non si dimentica dei suoi figli, neanche quando essi sono in silenzio. Siamo parte di qualcosa di più grande delle nostre forze, delle paure e dei nostri desideri e questa è una garanzia, perché vuol dire che a monte c’è sempre per noi una forza, un conforto, un desiderio di bene, proveniente dal cuore del Padre, che niente, nemmeno il peccato potrà mai cancellare.

Lo Spirito Santo ci conduce per le strade del mondo, parlandoci di Dio, rassicurando il nostro cuore e donando luce su dove sia bene chiedere, bussare e trovare. Sia il Suo amore a condurci in ogni istante e la Sua forza in ogni circostanza.

“Signore,

sostieni ogni mio passo

e donami la forza di credere nella Tua presenza.

Quando vacillo rassicura il mio cuore,

se sbaglio, perdonami.

Fa che il Tuo amore sia la risposta

al mio cercare, bussare e trovare,

affinché camminando non perda mai la strada

e riconosca in Te la via da proseguire,

la verità su cui ritornare

e nel tuo cuore un posto dove abitare”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

Con la ferma decisione

con la ferma decisione

 

MARTEDÌ 27 SETTEMBRE 2022

SAN VINCENZO DE’ PAOLI, PRESBITERO – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Gb 3,1-3.11-17.20-23

Salmo: Sal 87 (88)

Vangelo: Lc 9,51-56

Di villaggio in villaggio, il Signore passa con la ferma decisione di andare verso Gerusalemme. La meta del Suo viaggio non è nascosta, a Gerusalemme avverrà la Sua passione e nonostante ciò, Gesù prosegue senza indugio, affinché il dono del Suo amore raggiunga ciascuno di noi

Egli cammina anche per le nostre strade, dove a volte noi perdiamo quella determinazione e coraggio.

Quando siamo stanchi e la fatica, la fragilità, ci sembrano più grandi delle nostre forze, lasciamo sia Lui a dimostrarci la via. La Sua ferma decisione è di non lasciarci soli, e di continuare ad amarci, persino offrendo la Sua vita.

Non tornerà indietro, prenderà quella croce e sarà la forza di tanti crocifissi, e quell’amore ricevuto toccherà tanti cuori.

Un uomo che ha diffuso il Suo amore servendo tanti crocifissi, fu proprio San Vincenzo de Paoli, di cui oggi la liturgia ne fa memoria. Egli spese la sua vita per i poveri e costituì delle donne e uomini capaci di perpetuare la sua opera.

Chissà quante volte servendo i poveri ha percepito nelle sue mani la carne di Cristo crocifisso, si sarà sentito a Gerusalemme a guardare negli occhi un Gesù da amare, con la stessa ferma decisione con cui lui stesso è stato amato da Dio.

Nell’amore ricevuto scaturisce la nostra forza, e quella forza diventa un dono per altri e una solida testimonianza.

“Signore,

non ti sei tirato indietro,

hai percorso quella strada,

affinché io potessi fare esperienza di te.

Vorrei fermarti, ma Gerusalemme non è solo un luogo,

è un punto di partenza

dove porre fine a tanto dolore con determinazione

e lungo la strada raccogliere tutti i crocifissi che come me,

non avrebbero speranza,

ma che il Tuo amore soltanto ha perdonato”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

Lungo la strada

 

 

lungo la strada

 

 

07 LUGLIO 2022

GIOVEDÌ DELLA XIV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Os 11,1-4.8c-9

Salmo: Sal 79 (80)

Vangelo: Mt 10,7-15

 

Il Vangelo di oggi ci parla di incontri, che conducono a sperare e a fidarsi di Dio. Fede, speranza e carità, in questo testo si uniscono per aiutarci a comprendere a cosa il Signore ci chiama: fare esperienza di Lui e dare alle nostre vite un senso in Cristo. Se gli apostoli in altre occasioni sarebbero partiti equipaggiati, qui viaggiano senza nulla, solamente con un dono gratuito ricevuto, che è gratuitamente da ridonare ed è l’unico necessario: Gesù.

Coloro che Gesù ha chiamato a sé, hanno conosciuto e sperimentato quella guarigione, quel tocco, o quella Parola che ha cambiato la loro esistenza. Ed ora fiduciosi nelle parole del maestro, partono per donare a loro volta a chi incontreranno la fede, la speranza e la carità che hanno ricevuto.

È un brano di scoperte e rinascite, di speranza e attese, che riconducono ad una certezza fondamentale: sin dall’eternità siamo nel cuore di Dio; prima della nostra nascita era presente una Luce, così da poter vedere risplendere il volto di Dio, nella vita di ciascuno di noi.

“Signore,

oggi comprendo che nella mia storia ci sono dei solchi.

Essi rappresentano il segno di un percorso,

che altri prima di me hanno compiuto

per annunciarti, seguirti

e io ne faccio parte.

Le mie paure sono le stesse di chi mi ha preceduto

e desidero che a muovermi

sia la fede, la speranza e la carità,

che tu per primo hai dimostrato.

Aiutami a mettermi in cammino,

affinché possa lasciare la mia impronta

e incoraggiare gli altri che

una via di Amore e Misericordia

è possibile”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

Come luce

 

come luce

 

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: At 12,24-13,5

Salmo: Sal 66 (67)

Vangelo: Gv 12,44-50

 

 

“Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre”.

il Signore è quella luce che continuerà a mostrarci la strada, non sempre il tragitto è chiaro e illuminato, lo sappiamo, perché a volte ci sembra di brancolare nel buio, ma Egli è con noi, per indicarci la via, un pezzo alla volta.

È per questo che Gesù è venuto nel mondo, alla luce, per essere luce all’oscurità che abita il nostro cuore. Egli non desidera lasciarci rimanere nelle tenebre, bensì condurci a riconoscere Colui che l’ha mandato e credere.

Credere, è prendere parte a questo cammino di luce, ciò non esclude il buio, poiché in fondo senza di esso, non sapremo quanto la luce sia necessaria.

Credere, è partecipare alla consapevolezza del Figlio di un comandamento che è vita eterna: l’amore del Padre. Un amore che non condanna e perdona, accoglie, salva, recupera, affinché possiamo sentirci di casa con Dio.

Come la luce del mattino, rischiara il giorno dal buio della notte, così il Padre manda Suo Figlio, per essere quel sole che sorge sulle nostre notti.

Riconosciamo la Sua presenza nella nostra vita, nonostante la fatica del quotidiano: anche l’ombra, ha sempre una parte di luce e noi siamo chiamati a vivere di quella!

 

Una via, una strada, un posto

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Sof 3,1-2. 9-13

Salmo: Sal 33 (34)

Vangelo: Mt 21,28-32

 

Due figli, due modi di agire in cui potremmo identificarci, potremmo essere entrambi in base ai periodi della vita, è come avere due strade, ma in verità la strada è una: quella che Gesù chiama la via della giustizia. Chiamandola cosi sembrerebbe la strada di chi fa scelte giuste, buone, corrette, invece è la strada della figliolanza dove si incontrano anche quelli che sbagliano, ma anche quelli che si pentono e credono. Credere in che cosa? Che siamo Figli, che apparteniamo a un Dio che è Padre e non importa cio che facciamo, ma importa riconoscere chi siamo. Ciò che sta a cuore al Padre è che noi ci riconosciamo su questa strada, perché solo attraverso quest’esperienza possiamo sentirci meno peccatori, meno lontani da Dio e più vicini tra noi. Accanto al termine figlio mettiamo il nostro nome, noi fratelli di strada, gioiamo di chi ci passa davanti perché ha riconosciuto dov’è; sentiamoci perdonati per tutte quelle volte in cui è stato più forte non avere voglia e ci siamo sentiti deboli. Ciò che conta è oggi, tu in qualunque condizione ti senta, sei un Figlio, sei colui che ha un posto nel cuore di Dio.