BOMBE E MICROCHIP PER L’UMANITÀ, Verso un Nuovo Ordine Mondiale

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26.10.2023 – All’indomani dell’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001, il mondo si ritrovò precipitato in quello, che fu definito uno “scontro di civiltà” tra l’Oriente e l’Occidente.

Nel pensiero collettivo, si fece strada la percezione della “crisi di identità dell’Occidente”, che aveva perduto le sue radici culturali cristiane ed era caduto in balia di un fondamentalismo islamico, che poteva colpirci nelle nostre città e dichiararci guerra, secondo il proclama “Con il vostro umanitarismo, vi invaderemo. Con la vostra democrazia, vi domineremo.”

L’Occidente, in crisi, non sapeva come fronteggiare l’attacco, dilaniato dai suoi dilemmi politico-morali irrisolvibili. Accogliere i disperati ed essere travolti, o proteggere i confini della società e rifiutare aiuto alle vittime di violenza? Continuare a garantire libertà e rappresentanza ai cittadini, rischiando di consegnare la Nazione ad una popolazione straniera, o proteggere l’etnia e la cultura italiane, restringendo gli ambiti di democrazia?

Si decise, così, di prendere le armi e mandare gli eserciti occidentali a devastare gli equilibri geopolitici dei territori dell’Asia meridionale, portando la guerra in Afghanistan.
In tal modo, al fenomeno migratorio fu impresso un ritmo inarrestabile, lo scontro di civiltà fu istituzionalizzato, la crisi dell’Occidente divenne irreversibile.

IL NUOVO DISORDINE MONDIALE

Il Card.Ratzinger aveva scritto la prefazione al libro “Nuovo Disordine Mondiale” di M.Schooyans, tratteggiando le premesse del disastro globale, che si andava preparando in tale crisi:
“Questi tentativi stanno assumendo una configurazione sempre più definita, che va sotto il nome di Nuovo Ordine Mondiale, che nelle loro proposte di vie per arrivare a condizioni di vita diverse, lasciano trasparire una vera e propria filosofia dell’uomo nuovo e del mondo nuovo.”
Ossia, l’oggetto della “lotta per la storia futura”, che allora incominciava, verteva sullo stabilire quale immagine di umanità e quale modello sociale riuscirà a prevalere e ad affermarsi.

La crisi aperta obbligava a cercare una risposta ai “grandi problemi del futuro ordine mondiale”, con una “nuova antropologia” nascente e con la sua corrispondente nuova organizzazione sociale, le quali non potevano che essere o il compimento dei “tratti fondamentali dell’immagine cristiana dell’uomo”, oppure il suo opposto.
Nello scontro mondiale, stava iniziando a morire la società umana attuale, alla ricerca di un cambiamento definitivo verso la salvezza, o verso l’abisso.

ESCHATON, IL FINE

La crisi occidentale assume le caratteristiche di una rete di interrogativi irrisolvibili e di opposizioni inconciliabili, posti sullo sfondo di una dicotomia assiomatica tra fede e ragione.
E in tale dicotomia sta tutta la causa della crisi di identità dell’Occidente, perché in ciò si è persa la cognizione dell’Eschaton, del fine superiore della storia e della società umana, che sono state dall’origine strutturate e orientate alla salvezza della Specie, per il recupero della salute incorruttibile originale.

J.Ratzinger: “La fede nel progresso ha sempre messo da parte l’escatologia cristiana, finendo di fatto per sostituirla completamente. Il richiamo alla vita eterna, se fatto in maniera corretta, non si presenta mai come una fuga. Esso dà semplicemente all’esistenza terrena la sua responsabilità, la sua grandezza e la sua dignità.”

Nella Prefazione di J.Ratzinger si poteva indovinare la natura di questa dicotomia fondamentale del pensiero occidentale: una ragione umana insufficiente a decodificare la logica della storia del mondo e una visione cristiana incapace di convincere la ragione.
Perduto di vista il fine ultimo della storia e della società, la morale e l’etica abbandonano il piano della politica e dell’amministrazione. L’interesse particolare e locale si contrappone a quello universale e internazionale. Il corpo sociale dell’umanità è frantumato e dilaniato, in preda al conflitto e al caos.

Card.Ratzinger: “Il riflesso della luminosa immagine cristiana dell’uomo ha protetto l’universalità dei diritti; ora, man mano che questa immagine viene meno, nascono nuovi interrogativi. È a questo punto che deve emergere chiaramente ciò che di positivo il cristiano può offrire nella lotta per la storia futura. Non è infatti sufficiente che egli opponga l’escatologia all’ideologia che è alla base delle costruzioni “postmoderne” dell’avvenire. È ovvio che deve fare anche questo, e deve farlo in maniera risoluta: a questo riguardo, infatti, la voce dei cristiani si è fatta negli ultimi decenni sicuramente troppo debole e troppo timida. Non si può imporre al domani modelli di oggi, che domani saranno i modelli di ieri. È tuttavia necessario gettare le basi di un cammino verso il futuro, di un superamento comune delle nuove sfide lanciate dalla storia.”

Nella storia e nell’esistenza umana, non si può procedere inconsapevolmente, lasciandosi condurre dagli eventi. Dobbiamo scegliere, dobbiamo avere presente il fine.

L’IMMAGINE UMANA E IL SUO CORRISPONDENTE MODELLO SOCIALE

La dicotomia fondamentale, che mina le basi del pensiero occidentale, opponendo la fede alla ragione, si ripercuote nella riflessione culturale, opponendo la politica alla teologia e cosi privando dei principi di riferimento superiore il piano del governo della cosa pubblica, come anche la definizione stessa di cosa sia l’umano.

Per cui, non ci si deve chiedere cosa realmente risponda ai bisogni essenziali dell’umanità. Si può concepire l’introduzione di un microchip sottopelle per velocizzare procedure, o per iniettare farmaci d’emergenza. Si può avvicinare l’automa all’umano con trapianto di microchip cerebrale. E si può rischiare la deflagrazione della “guerra dei microchip” Cina-Stati Uniti nell’Indopacifico per il controllo di questa produzione tecnologica.

Separando la teologia dalla politica, lo Stato dal suo fine ultimo e salvifico, si è pensato di poter costruire in questo mondo un paradiso artificiale e arbitrario, chiudendo le porte al compimento della storia della salvezza.

Una chiusura della storia all’esito salvifico escatologico, che è stata analizzata nei documenti del Concilio Vaticano II e fissata nel Catechismo della Chiesa Cattolica, quale operazione dei poteri terreni e delle “potenze inique”, che dominano il mondo (artt.670 ss.)

La costruzione dei cosiddetti Stati moderni europei, avvenuta in questo contesto culturale, ha assunto quelle caratteristiche, che la dottrina sociale cattolica definisce messianismo politico.

Card.Ratzinger: “Si aspettava dalla marcia trionfale delle scienze un progressivo miglioramento della condizione del mondo e l’approssimarsi, sempre più incalzante, di una specie di paradiso”.

LA CONTRAPPOSIZIONE TRA I VALORI POLITICI E I PRINCIPI TEOLOGICI

Card.Ratzinger: “Emblematico della tendenza dell’uomo moderno è l’atteggiamento di Albert Camus, il quale alle parole di Cristo “il mio regno non è di questo mondo” oppone con risolutezza l’affermazione “il mio regno è di questo mondo”.”

Procedendo nella logica di questa contrapposizione tra il regno dei principi superiori salvifici e il regno dei valori umani, la politica ha perduto orientamento e autorevolezza nel governare e la teologia ha perso significato e concretezza per poter indicare l’immagine umana superiore, cui fare riferimento nel governo del quotidiano.
Così, nei valori politici del regno di questo mondo separato dai principi teologici del regno superiore, si è innescata la deriva ideologica antiumana.

Card.Ratzinger: “Da una parte, ci sono stati i sistemi di orientamento marxista che promettevano all’uomo di raggiungere il regno desiderato tramite la politica proposta dalla loro ideologia: un tentativo che è fallito in maniera clamorosa. Dall’altra, ci sono i tentativi di costruire il futuro attingendo, in maniera più o meno profonda, alle fonti delle tradizioni liberali.
Questi tentativi stanno assumendo una configurazione sempre più definita, che va sotto il nome di Nuovo Ordine Mondiale; trovano espressione sempre più evidente nell’ONU e nelle sue Conferenze internazionali, in particolare quelle del Cairo e di Pechino, che nelle loro proposte di vie per arrivare a condizioni di vita diverse, lasciano trasparire una vera e propria filosofia dell’uomo nuovo e del mondo nuovo.”

Da queste premesse, abbiamo visto ergersi nella storia le ideologie politico-economiche del Novecento, che ineluttabilmente, sotto forma totalitaria, o democratica, hanno disarticolato e contrapposto il corpo sociale umano, nella loro visione frammentata e conflittuale del mondo e dell’umano, giungendo a concepire una cultura tecnologica transumana per un cambiamento sociale e antropologico, che si configura come una vera e propria sostituzione della Specie umana con un ibrido biotecnologico.

Card.Ratzinger: “Sin dagli inizi dell’Illuminismo, la fede nel progresso ha sempre messo da parte l’escatologia cristiana, finendo di fatto per sostituirla completamente.”

L’EVOLUZIONE DEL SOCIALISMO SOVIETICO E DEL NAZIONALSOCIALISMO TEDESCO: Bolscevichi e Nazisti nella Liberaldemocrazia

Dopo la fine della seconda guerra mondiale, il periodo della “guerra fredda” ha segnato il tempo del ricambio della classe dirigente e della trasformazione del pensiero politico occidentale europeo, sotto l’influenza americana.

Alle grandi costruzioni ideologiche nazionali, che avevano contrapposto i due blocchi internazionali comunista e nazista in Europa, si sostituirono all’interno di ciascun territorio progetti politici ispirati all’uno e all’altro, per poi divenire la sinistra e la destra dei parlamenti nazionali.
Mentre, lo scontro, abbandonando le atrocità dei regimi totalitari, veniva proseguito mediante l’adozione del modello liberaldemocratico americano.

La logica dello scontro per la supremazia tra le due parti in lotta non fu superata, fu resa sostenibile agli occhi dell’opinione pubblica.

LA DERIVA FRAMMENTARIA IDEOLOGICA ANTIUMANA

La frantumazione della volontà politica all’interno ha reso i territori ingovernabili e facile preda di organizzazioni eterodirette, più o meno lecite, più o meno violente. Cosicché, l’autoritarismo e la sopraffazione dei regimi imperiali sette-ottocenteschi, che si era creduto di combattere con le ideologie novecentesche, sono sopravvissuti al potere, cambiando pelle.

Oggi, la Liberaldemocrazia si presenta come l’istituzionalizzazione del principio di frammentazione, sotto il quale la libertà dell’individualismo è assoluta e i bisogni collettivi delle maggioranze soggiacciono al soddisfacimento di quelli personali di un’oligarchia.
In questo modo, lo Stato di diritto ha tradito le sue finalità ed è divenuto anti-Stato.

IL VULNUS DELLA DEMOCRAZIA CHE HA CONDOTTO ALL’ANTI-STATO

Il vulnus, che impedisce l’effettivo esercizio e funzionamento della sovranità popolare, è un regime democratico gestito in spregio della dottrina dello Stato unitario e teleologico, costituzionale e tradizionale dei popoli monoteisti abramiti, che storicamente e giuridicamente costituisce la radice istituzionale dell’ordinamento vigente.

Lo Stato, che prescinde dalla sua concezione organica fondativa e si organizza come fine a se stesso, è una mostruosità, che non appartiene alla tradizione popolare sovrana delle radici culturali e storico-istituzionali masdeico-cristiane dei popoli abramiti, per i quali il regno terrestre è intriso di una religiosità civile e fondato su una teologia politica, che conduce l’umanità, nella solidarietà, al recupero della salute incorruttibile della Specie originale dell’Eden.

Secondo tali fondamenta costituzionali dell’ordinamento internazionale vigente:
il fine dello Stato e della politica è la salvezza dell’umanità;
lo Stato è uno strumento nazionale, non la salvezza dei popoli;
la salute pubblica è un patrimonio naturale originale da salvaguardare, secondo la costituzione biologico-normativa della Specie, fino al raggiungimento del recupero della salute incorruttibile, geneticamente inscritta nella Fotosintesi Mitocondriale umana.
Ogni forma di esercizio del potere statuale, o del suo apparato burocratico, che sia in difformità, o in contrasto, con queste fondamenta, mette in pericolo la società umana.

Il pensiero critico deve essere esercitato sempre, come vigilanza, anche sullo Stato, anche in Occidente.
I regimi politici sono elaborazioni temporali e transeunti della storia umana. Anche la Liberaldemocrazia, che non deve costituire un tabù intellettuale.
Così come la Liberaldemocrazia va emendata, la dicotomia tra fede e ragione va risolta, perché il fondamento spirituale della vita e della società umana è determinante ancora oggi, come l’attualità dimostra.

La perdita di conoscenza dell’Eschaton e della dottrina fondativa dello Stato, paralizza le istituzioni nella conflittualità e riduce la burocrazia amministrativa a macchina antistatuale, eclissando lo Stato.

IL CAPITALISMO LIBERALE ALL’ORIENTALE NELLO STATO FONDAMENTALISTA RELIGIOSO

La salvezza dell’umanità, che ci si illudeva essere un’idea puerile superata dal progresso, è oggi l’emergenza concreta della storia.
La saldatura tra centralismo politico, fondamentalismo religioso e capitalismo liberale, che muore nell’occidente cristiano, sorge all’orizzonte in oriente. È un bestiale coacervo illogico, in grado di rigenerarsi e costituire un internazionale congegno antiumano, che procede per via di bombe e microchip verso il Transumano.

L’emergenza bellica in Europa e in Medioriente e i progetti faraonici in corso di realizzazione, come Vision 30, Line e Neom dell’Arabia Saudita, ci fanno già gettare uno sguardo sulla magnifica società umana robotizzata e farmacologicamente trattata, che si va edificando sulle macerie di un oriente distrutto dalle bombe e di un occidente intellettualmente agonizzante.

La Palestina, territorio capitale ancestrale delle tre religioni del popolo abramita, in cui non esiste un governo rappresentativo della maggioranza dei cittadini residenti nel territorio, ma esiste una frantumazione in aree di influenza, che si combattono tra loro, opprimendo e massacrando i popoli, è l’icona dei guasti internazionalmente inflitti alla dottrina della concezione organica e costituzionale dello Stato del popolo abramita ed è la prospettiva del futuro, verso cui va il sistema iniquo e ipocrita di questa politica mondiale.

Card.Ratzinger: “A questo punto dello sviluppo della nuova immagine di un mondo nuovo, il cristiano – non solo lui, ma comunque lui prima di altri – ha il dovere di protestare.
È a questo punto che deve emergere chiaramente ciò che di positivo il cristiano può offrire nella lotta per la storia futura.
E deve farlo in maniera risoluta: a questo riguardo, infatti, la voce dei cristiani si è fatta negli ultimi decenni sicuramente troppo debole e troppo timida.
In questo senso, il richiamo alla vita eterna, se fatto in maniera corretta, non si presenta mai come una fuga. Esso dà semplicemente all’esistenza terrena la sua responsabilità, la sua grandezza e la sua dignità.”

La dicotomia tra fede e ragione, che ha devastato il millenario regno multirazziale e multiculturale della dottrina abramita ed ha causato distruzione e morte lungo tutta la storia, si risolve nell’osservanza del principio dottrinale “Io sono nel mondo, ma non del mondo”, che è la rivelazione dell’identità creatrice e salvatrice dell’umano e della dottrina fondativa dello Stato civile, per cui “Il mio regno è dell’altro mondo ed è in questo mondo per salvarlo.”

Questo sistema iniquo e antiumano deve essere combattuto.
I popoli hanno il diritto e il dovere di difendersi dall’oppressione e dalla violenza.
La guerra di liberazione dei popoli si combatte con la non violenza, con la solidarietà e con il sapere.
Dobbiamo spogliarci di ignoranza e tabù, dobbiamo esercitare la sovranità popolare con la comunicazione sociale, con l’iniziativa popolare e con il voto democratico per ricondurre la storia umana nel solco della salvezza.
I credenti, prima degli altri, hanno il dovere di impegnarsi nella missione di tale mobilitazione non violenta, culturale e politica contro il sistema internazionale antiumano.
Prima, che sia troppo tardi.

BOMBE E MICROCHIP PER L’UMANITÀ, Verso un Nuovo Ordine Mondialeultima modifica: 2024-04-17T13:13:13+02:00da simonettaleopardi
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