sinceramente lunatica e donna

6 Dicembre 2018, allo scattare delle 22:31

Il mio compagno dorme al mio fianco, ha 24 anni e dorme ancora come un bambino: col respiro pesante e regolare, tutto accoccolato e attorcigliato tra il mio ventre e il mio fianco. Ho 20 anni e non so esattamente perché non stia sfruttando questo tempo per studiare, per dormire o per guardare qualche avvincente serie su Netflix. Semplicemente sto scrivendo sul nuovo portatile senza sapere esattamente a chi arriveranno queste mie parole e senza conoscere il reale motivo per cui sto smanettando sulla tastiera in questo modo invece che godermi il respiro del mio compagno sul viso e addormentarmi avvinghiata a lui. Rifletto perché ne ho bisogno, ne ho bisogno come ne ha bisogno ogni donna a quest’ora. Ogni donna. Dalla giovane madre  Silvia, alle prime armi, in ansia per ogni cosa che fa “starò facendo bene?”, “ma se urlo in questo modo causerò qualche trauma al mio bambino??”  oppure “se non controllo il mio nervosismo e il mio stress lo trasmetterò alla mia piccola”, alla 50enne Clara in carriera, senza figli ne compagno, solo un’ amante americana, Lydia, con la quale sono anni che si vogliono ma non si sanno tenere e continuano ,cosi, una passione burrascosa e fuori dagli schemi “come d’altronde è tutta la mia vita: irrazionale, fuori dagli schemi” conclude posando il capo sul guanciale. Dalla ragazzina del Niger  Sarah che vive in Italia da 4 anni, parla correntemente la lingua italiana a scuola e la sua lingua madre in casa, riesce a danzare tra le sue due culture meglio di una ballerina alla Scala ma non se ne rende conto: a casa dicono che è troppo aperta e a scuola che è troppo chiusa, all’ anziana signora Margherita che si lamenta col marito perché la nipote 15enne ha iniziato una dieta “di cui non avrebbe alcun bisogno” dice, “e non c’è verso di farle cambiare idea”. Da Chiara, mamma single che si barcamena tra un lavoro e l’atro perché “in questo fottuto paese trovare un posto fisso è un’impresa” e  ogni mese non ha idea di come sarà il mese dopo: se riuscirà a pagare l’affitto, se potrà pagare la gita scolastica, o il calcio al suo bambino che già si sente diverso da tutti gli altri perché “gli altri hanno due genitori” mentre lui, invece, del suo papà non ha nemmeno il cognome. Fino a Marisa, madre e lavoratrice, in pieno scontro con la figlia adolescente che “non vuole capire mai nulla”, che si dimentica che lei è la madre e che se parla è solo per il suo bene, ma forse, anche Marisa  a volte parla più per un suo sfogo che per il bene di Paola, forse, a volte, inconsciamente invidia la libertà di sognare che la figlia può ancora avere, diritto di cui lei è stata privata dal giorno stesso in cui ha scoperto di aspettare la figlia: subito, ad esempio, ha smesso di fumare e bere. Da Margotte, francese, di Lione, immigrata in Italia per amore, lo stesso amore che le ha spezzato il cuore ma che, ormai, era stato rimpiazzato dall’amore per il calore italiano che dava un pizzico di colore ad ogni giornata e quindi “in fondo nella sfortuna è stata una fortuna” , a Giorgia, insegnante di lettere, vede crescere i suoi allievi e non chiede altro nella vita, fa il suo dovere col cuore, vederne i risultati , poi, la fa sentire “in pace con se stessa e con l’intero mondo”, vive sola con i suoi 4 gatti e beve ogni sera the e zenzero.

E poi si, ci sono io. Io che rifletto. Rifletto sulla mia relazione, sui miei problemi di ansia abbandonica e stress continuo dovuto ad una costante insicurezza mia e dei miei rapporti umani, sui problemi che ho nella comunicazione con  mia madre adottiva e su quanto, invece, mi manchi ogni giorno della mia vita la mia madre biologica, o , forse, la sua idea, ancora non so dirlo. Rifletto su quanto dovrei essere sicura e forte di me dopo tutto quello  che ho passato senza mai cadere in alchool, sesso con sconosciuti “terapeutico” o peggio droga, perché invece è come se fossi sempre così sbagliata e incompleta? Perché noi donne siamo cosi, anche la miglior donna del mondo, in carriera, ottima madre e figlia, perfetta cittadina e moglie (se esiste presentatemela perché voglio un autografo) alle 22.31 inizieranno a riflettere e pensare a quanto siano, in realtà, imperfette.

Forse, semplicemente, dovremmo iniziare ad amarci di più per quelle che siamo davvero. Con le nostre smagliature, i seni non plasticosi ed eccessivamente sodi, la mente non perennemente lucida, gli sbalzi d’umore repentini, le lacrime di rabbia, di dolore o di gioia, la gelosia e la rabbia  che partono dal fondo della pancia e arrivano direttamente alla bocca in un vomito di parole o in un rapido schiaffone, le giornate si e quelle no, o le giornate che iniziano si e finiscono no, semplicemente, forse, dovremmo smettere di ambire ad essere come gli uomini, “essere donne con le palle” ma, sinceramente noi stesse. Sinceramente donne, lunatiche, grintose e forti. Sinceramente e profondamente NOI.