Cisti al seno

Come si formano le cisti al seno?
Una cisti al seno può apparire come un nodulo, ma dopo un esame si può notare che il gonfiore è una sacca ghiandolare piccola e innocua piena di liquido piuttosto che un nodulo canceroso della mammella.
Si possono sviluppare una o più cisti.
Le cisti sono tra le cause più frequenti della formazione di un nodulo al seno e si possono sviluppare in uno o in entrambe le mammelle.
Si pensa che si sviluppino naturalmente durante i cambiamenti del seno con l’età, a causa della variazione dei normali livelli ormonali. Non è raro avere più di una cisti.
Spesso, sono descritte come dei noduli rotondi o ovali con i bordi distinti.
Solitamente una cisti al seno si sente come un acino d’uva o un palloncino pieno d’acqua, ma a volte è solida perché contiene del tessuto grasso.
Le cisti al seno non necessitano di una terapia tranne se sono grandi, dolorose o fastidiose.
In tal caso, il drenaggio del fluido da una cisti al seno può alleviare i sintomi.
Dato che sono formazioni benigne, le cisti non sono vascolarizzate.
La malattia è benigna e molto frequente, anche la malattia fibrocistica (o mastopatia fibrocistica) al seno non è maligna (cancerosa).
La malattia fibrocistica del seno è la causa più frequente del “seno gonfio” nelle donne e interessa oltre il 60% della popolazione femminile.
La malattia colpisce principalmente le donne tra i 30 e 50 anni e può diventare un problema minore dopo la menopausa.

In breve, le cisti del seno sono dei lobuli del seno normali che si riempiono con del liquido.
Quali sono le cause delle cisti al seno? Si ritiene che tali cambiamenti del seno siano causati dalle variazioni dei livelli ormonali.
Questo si verifica perché i tessuti del seno subiscono delle variazioni per tutta la vita di una donna e la maggior parte di questi cambiamenti è controllata dagli ormoni femminili. Durante il ciclo mestruale, i tessuti del seno producono e assorbono i liquidi secondo i cambiamenti ormonali.
In caso di livelli in eccesso degli estrogeni, i tessuti del seno producono e assorbono più fluidi.
Alla fine, i liquidi si raccolgono nei lobuli, formando delle cisti al seno.
Tale insieme di fluidi potrebbe essere la causa della dilatazione dei lobuli o della loro ostruzione.
Così, è stato dedotto che gli estrogeni in eccesso sono il motivo che causa queste cisti.

Chi può notare la formazione di una cisti al seno?

I noduli al seno possono apparire a tutte le età:

  • I neonati possono avere dei noduli al seno legati agli estrogeni dalla madre. Generalmente, il nodulo scompare da solo con il tempo. Può capitare sia ai maschi, sia alle femmine.
  • Le ragazze e le bambine spesso sviluppano le cisti poco prima dell’inizio della pubertà. Queste formazioni possono essere dolorose. Queste cisti sono frequenti intorno ai 9 anni, ma si possono verificare fin dai 6 anni.
  • I ragazzi adolescenti possono sviluppare un ingrossamento del seno a causa dei cambiamenti ormonali nella fase della pubertà. Anche se questo può angosciare l’adolescente, le cisti possono scomparire da sole in pochi mesi.
  • I noduli al seno in una donna adulta suscitano inquietudine, anche se la maggior parte di queste formazioni si rivela benigna.

Le cisti provocano il cancro?

Quasi tutte le cisti al seno sono identificate come “cisti semplici” dall’ecografia e sono benigne, quindi non diventano mai cancerose.
Si stima che 1 cisti su 1000 può diventare un tumore (di solito sono benigni).
Questi tumori al seno possono essere identificati dall’ecografia nella maggior parte dei casi.
Le donne con delle cisti non sono più a rischio per il carcinoma alla mammella e carcinoma duttale, anche se questo pericolo può essere leggermente superiore se c’è una storia familiare di cancro della mammella (madre, sorella o figlia).

Cause delle cisti al seno

Ciascun seno contiene dei lobi di tessuto ghiandolare, disposti come i petali di una margherita.
I lobi sono ulteriormente suddivisi in lobuli più piccoli che producono il latte durante la gravidanza e l’allattamento.
I piccoli dotti portano il latte verso il capezzolo.
Il tessuto di sostegno che dà al seno la sua forma è costituito da tessuto adiposo e tessuto connettivo fibroso.
Le cisti al seno si sviluppano quando si verifica una crescita eccessiva delle ghiandole e del tessuto connettivo (cambiamenti fibrocistici) che bloccano i dotti lattiferi.
La conseguenza è un ampliamento (dilatazione) e il riempimento con il liquido.
Non bisogna confondere le cisti con la mastite che è un blocco dei dotti lattiferi e causa un’infiammazione.
Le microcisti sono troppo piccole per essere sentite con la palpazione, ma possono essere viste durante gli esami, come la mammografia o l’ecografia.
Le macrocisti sono abbastanza grandi per essere sentite e possono crescere fino a circa 3cm o 5cm di diametro.
Le cisti al seno grandi possono mettere pressione sul tessuto mammario e nelle vicinanze, causando dolore al seno o fastidio.
La causa della cisti al seno rimane sconosciuta. Alcune evidenze suggeriscono che l’eccesso degli estrogeni nel corpo può stimolare il tessuto mammario e può influenzare lo sviluppo delle cisti al seno.

Sintomi delle cisti al seno

I segni e i sintomi delle cisti al seno possono essere:

  • Un nodulo al seno rotondo o ovale, liscio, mobile e con bordi distinti (in genere significa che è benigno).
  • Dolore al seno o dolenzia nella zona del nodulo al seno che si aggrava appena prima del ciclo;
  • Aumento delle dimensioni del nodulo al seno;
  • Riduzione delle dimensioni del gonfiore al seno e risoluzione degli altri segni e sintomi dopo il ciclo.

Le cisti non causano febbre.

Come riconoscerle?

Diagnosi delle cisti al seno
Di solito le cisti si trovano come un nodulo al seno o per caso durante una mammografia (raggi X del seno) di screening di routine o pur avendo indagini presso una clinica del seno per un altro motivo.
Se si va dal medico perché è stato trovato un nodulo, a volte lui o lei è in grado di dire se sente una ciste.
In certi casi sono addirittura visibili dall’esterno a occhio nudo.

Le cisti a contenuto corpuscolato sono più dense perché contengono delle cellule di sfaldamento oppure l’emosiderina, quindi non sono cancerose.
I noduli maligni hanno i margini irregolari e frastagliati, mentre la cisti è più arrotondata.
Tuttavia, si può essere indirizzati ad una clinica per il seno dove si può fare una visita da medici specialisti per effettuare alcuni test.
La biopsia si effettua solo se dagli esami preliminari (mammografia ed ecografia) è risultata una massa sospetta.
La diagnosi differenziale deve considerare il fibroadenoma.

Terapia per le cisti al seno

Non è necessaria nessuna terapia per le cisti al seno piene di liquido (semplici).
Se una donna non è ancora in menopausa, il medico può consigliare di monitorare da vicino una ciste al seno per vedere se si risolve autonomamente.
Le cisti lattifere spesso si riassorbono da sole, quindi non serve una terapia.
Le cisti acquose sono strutture benigne che non evolvono in formazioni cancerose, quindi non devono essere trattate né monitorate.

Quando togliere le cisti al seno?

Le cisti sono benigne e non pericolose, ma possono essere trattate se provocano dolore.
Poiché queste formazioni sono benigne, si possono lasciare tranquillamente nel seno.
Non bisogna effettuare la terapia per il tumore al seno e non serve seguire la dieta per il tumore.
Se una cisti è grande o dolorosa può essere facilmente drenata utilizzando una tecnica chiamata agoaspirato.
L’agoaspirato richiede solo pochi secondi e non provoca più dolore di un esame del sangue.
La procedura prevede l’inserimento di un ago molto sottile collegato a una siringa nella cisti.
Il medico preleva il fluido riducendo la cisti come un palloncino forato e piccolo.
L’ago aspirato si può effettuare in uno studio o in una clinica, da un medico esperto nella tecnica che abbia accesso a un laboratorio di patologia per esaminare il liquido della ciste.

Se si ha una cisti al seno, potrebbe essere necessario drenare il liquido più volte. Le cisti nuove o ricorrenti sono frequenti.
Tuttavia, se la cisti è persistente dopo due o tre cicli mestruali e aumenta di dimensione, si deve consultare il medico per la valutazione con l’ecografia.
Utilizzo di terapie ormonali
Utilizzando la pillola anticoncezionale (contraccettivi orali) per regolare i cicli mestruali, si può ridurre la ricorrenza delle cisti al seno. Ma a causa dei possibili gravi effetti collaterali, la pillola anticoncezionale di solito è consigliata solo alle donne con sintomi gravi.
La sospensione della terapia ormonale sostitutiva durante gli anni post-menopausa può ridurre la formazione di cisti.
Operazione chirurgica
L’asportazione chirurgica di una ciste è necessaria solo in circostanze insolite. L’intervento chirurgico può essere considerato se una ciste al seno si ripete mese dopo mese, se una ciste al seno contiene tracce di sangue o presenta altri segni preoccupanti.

Rimedi naturali per le cisti al seno

Cosa fare se le cisti al seno fanno male?
La prima cosa e probabilmente la cosa più difficile da fare è quella di evitare tutti i tipi di caffeina.
Il cioccolato, le bibite, il caffè e il tè sono inclusi in questo gruppo. Una cosa di cui si può non essere consapevoli sono gli antidolorifici da banco e i farmaci per dimagrire a volte contengono caffeina.
Mantenere gli ormoni estrogeni sotto controllo
Una parte importante per mantenere la cisti sotto controllo è imparare a controllare i livelli degli estrogeni.

Una dieta povera di grassi e ricca di fibra è un buon inizio.
La dieta dovrebbe contenere soprattutto questi tipi di alimenti: cereali integrali, frutta, verdura e legumi.
Per ingerire la giusta quantità di calcio giornaliera bisogna assumere integratori di calcio.
Dopo circa tre mesi si devono reintrodurre i latticini nella dieta quotidiana per vedere se ha fatto la differenza.
Integratori alimentari
Alcune donne hanno sollievo prendendo un multivitaminico giornaliero o della vitamina E.
Altri integratori che si possono aggiungere all’alimentazione sono il selenio (24-32 microgrammi al giorno), la vitamina A (1000 e 5000 unità internazionali al giorno), le capsule di olio di enotera, l’olio di semi di lino o l’olio di semi di ribes nero (500 milligrammi quattro volte al giorno).

Altri rimedi per le cisti al seno
Un massaggio può fare dei miracoli. Quando si sta in piedi tutto il giorno un massaggio ai piedi può essere d’aiuto.
Così, chi può dire che un massaggio non farebbe lo stesso per il dolore che la cisti causa al seno?
Infatti, un massaggio allevia il fastidio disperdendo il liquido in eccesso alle ghiandole linfatiche dove è canalizzato fuori dal corpo.

Cheratite

Le cheratiti, le patologie più frequenti della cornea, a seconda della regione principalmente interessata si dividono in:

  1. epiteliali o superficiali (sono rare, perché raramente il danno è così limitato)
  2. interstiziali, tipiche di alcune malattie granulomatose, anch’esse sono rare (l’evoluzione è spesso verso delle forme cicatriziali, con un’opacizzazione della cornea, a differenza della “restituito ad integrum” a cui generalmente va incontro la forma epiteliale)
  3. miste (ossia a partenza dall’epitelio, con un successivo interessamento dell’interstizio, sono decisamente più frequenti)

 

  1. Cheratiti epiteliali / superficiali

Queste sono le principali cause

  • piccoli traumatismi
  • infezione lieve da HSV (un’infezione cronica o recidivante causa invece un danno maggiore)
  • forme allergiche

 

Queste forme sono caratterizzate da una lieve tumefazione dell’epitelio e dalla formazione di piccole vescicole intra-epiteliali / sub-epiteliali fra l’epitelio e la membrana di Bowman.

 

Cheratite da Herpes Virus Simplex

Figura macroscopica: vediamo delle aree nebulose costituite da macchie biancastre sfumate che corrispondono alle bolle sub-epiteliali, le ulcerazioni sono difficili da vedere.

Figura microscopica: l’epitelio viene proprio scollato dalla membrana di Bowman, con delle vescicole intraepiteliali o sub-epiteliali aventi un infiltrato generalmente granulocitario, ma che può essere anche linfocitario, con delle cellule giganti plurinucleate ed il nucleo posto alla periferia.

 

La cheratite erpetica si manifesta con una lesione di tipo ulcerativo ed in genere evolve con una “restitutio ad integrum”, senza sequele e senza ripercussioni sulla struttura della cornea.

Ricordiamo che il virus, dopo l’infezione primaria, stabilisce una latenza e può riattivarsi in caso di stress, traumi, altre infezioni od eventuali condizioni di immunodepressione. In caso di infezione cronica o recidivante l’evoluzione può essere più seria: la flogosi si propaga lungo lo stroma arrivando fino alla membrana di Descemet ed all’endotelio, generando una reazione cronica di tipo granulomatoso che causa un danno tissutale, ossia la necrosi. A ciò fa seguito il processo di riparazione, con la formazione di un tessuto di granulazione e successivamente di tessuto fibroso, con un conseguente esito cicatriziale e la diminuzione dell’acuità visiva.

  1. Cheratiti interstiziali

Oggi sono molto meno frequenti e sono associate alle classiche malattie granulomatose: sifilide (è più tipicamente una patologia congenita o connatale, generalmente si ha l’evoluzione verso la forma fibrosa), TBC e lebbra.

Nella forma che compare in corso di lebbra (ma vale anche per la forma in TBC), tutto lo stroma è completamente interessato da una reazione granulomatosa con dei macrofagi pieni di lipidi che si estendono anche ai corpi ciliari ed all’iride. L’esito è una cicatrice fibrosa ancora più profonda di quella data dal HSV.

 

  1. Cheratiti miste

I possibili agenti eziologici responsabili sono:

  • batteri: stafilococco, streptococco, pneumococco e gonococco (Neisseria gonorrhoeae)
  • Chlamydia trachomatis
  • virus: Herpes Simplex
  • miceti: Candida ed Aspergillus
  • protozoi: Acanthamoeba

 

Per quanto riguarda i batteri, gli unici ad essere in grado di aggredire una cornea integra sono la Chlamydia ed il gonococco, responsabili di due malattie sessualmente trasmesse, il motivo per cui essi si localizzano prevalentemente a livello genitale. Per questo, durante il passaggio attraverso il canale del parto, possono trasmettersi al neonato di una donna con una cervico-vaginite da Chlamydia o da Neisseria gonorrhoeae.

Attualmente, nei paesi sviluppati queste infezioni vengono evitate effettuando una specifica profilassi prima del parto.

 

Cheratite batterica

Figura macroscopica: vediamo un’ulcera centrale con una raccolta di essudato purulento, costituito da cellule morte e da granulociti neutrofili a livello della parte più profonda della cornea od addirittura a livello della camera anteriore (ipopion).

 

Figura microscopica: possiamo osservare la cornea ulcerata ed un infiltrato flogistico con i granulociti nello stroma, è infatti una patologia dell’epitelio ma anche dello stroma.

 

Infezione da Chlamydia trachomatis

La Chlamydia è un batterio Gram-, un parassita endocellulare obbligato. La particolarità di questa infezione è il panno fibroso che si forma in seguito alla proliferazione del tessuto fibroso superficiale, a partenza dal limbus sclero-corneale: questo può aderire alla congiuntiva palpebrale provocando una retrazione dell’occhio fino al quadro della palpebra rovesciata. La cornea non è più trasparente e si arriva pertanto ad una cecità.

Microscopicamente si osservano dei piccoli granuli colorati con il Giemsa nel citoplasma delle cellule, corrispondenti ai corpi elementari della Chlamydia.

 

In alcune regioni (soprattutto in Africa), però, la Chlamydia trachomatis può causare da sola, specialmente nei bambini, il cosiddetto “TRACOMA”, una cherato-congiuntivite che può verificarsi in presenza di condizioni igieniche molto scarse, sia per mezzo del contatto con le goccioline di secrezione genitale (quindi per via sessuale), che in seguito al contatto con degli oggetti infetti.

La sintomatologia è progressivamente ingravescente: all’inizio abbiamo un infiltrato che configura un’ulcera, poi porta alla formazione di un tessuto di granulazione, che va incontro ad una trasformazione fibrosa, organizzandosi in un PANNO CICATRIZIALE che determina la retrazione della palpebra ed una cecità, soprattutto nei bimbi.

Cheratite da miceti

Figura macroscopica: l’ulcera da funghi è molto più evidente, con dei bordi irregolari e dei depositi di materiale micotico.

Figura microscopica: all’istologia vediamo l’ulcera, l’infiltrato linfogranulocitario, le spore fungine, le ife e l’essudato mucopurulento nella camera anteriore, quindi tutto lo spessore è interessato (anche questa comincia come una lesione ulcerativa, poi può andare ad interessare tutto lo spessore della cornea).

Un altro elemento molto importante relativamente alle infezioni fungine è che a partire dal limbus, il punto di passaggio tra la cornea e la sclera, si ha una neovascolarizzazione, con la comparsa del tessuto di granulazione che si trasforma poi in tessuto fibroso e può dare questi residui cicatriziali.