Mercato immobiliare, non solo case…

Parliamo di mercato della logistica in Italia. Solitamente quando affrontiamo l’argomento immobili ci riferiamo all’acquisto o vendita di case, appartamenti, ville…

Raramente ci capita di associare questo concetto agli immobili logistici. Eppure, sono una buona fetta del mercato n generale. Ce lo dice il Borsino immobiliare della Logistica.

Cos’è il Borsino della Logistica

Il Borsino Immobiliare della Logistica è uno strumento prezioso di analisi dedicato ai player della filiera logistica. Elaborato semestralmente da World Capitalautore unico in Italia. Al suo interno racchiude dettagliate analisi basate su determinati criteri di selezione e asset. Tra essi troviamo soprattutto:

  • rendimenti e tagli;
  • valori di vendita/locazione di nuovo e usato;
  • andamento del mercato in Italia e in Europa;

Quali fini persegue

Nato nel 2006, il Borsino rappresenta una vera e propria istantanea sul real estate logistico, cui fini sono:

– contribuire alla promozione e al miglioramento del settore;
 favorire la ricerca, l’informazione e la formazione immobiliare;
– approfondire temi di interesse e valore strategico per la filiera logistica;
– agevolare il confronto tra città italiane ma anche europee.

Come posso capire le dinamiche del mercato immobiliare

Se quindi io mi impegnassi nell’acquistare area industriale a Milano potrei consultare, per una stima,i valori d vendita/locazione di nuovo e usato; i rendimenti e i tagli; l’andamento del mercato in Italia e in Europa. Conviene di più un affitto capannone Milano vendita magazzino , Piacenza, Modena.. o affittare un capannone in una zona industriale in Germania?

È uno Strumento utile a chi appartiene e vive il settore, per essere costantemente aggiornato e informato sulle dinamiche di mercato, valori e nuove ricerche.

Il Borsino Immobiliare della Logistica è stampato in 6000 copie per numero ed è spedito ad abbonati e nostri clienti e distribuito a fiere e convegni di settore (Mipim, City Logistics Expo, Business Maching Meeting, Trasnspotec Logitec, Intralogistica Italia, Global Summit…).

Non solo indagini Tecnocasa riportare su quotidiani nazionali come Corriere e Repubblica rappresentano il mercato immobiliare italiano e internazionale.

Specializzazioni diritto, il nuovo decreto

Specializzazioni diritto, il nuovo decreto

 

Specializzazioni Diritto – Dal 14 novembre scorso, un avvocato può definirsi “specializzato”. Lo prevede il nuovo regolamento sulle specializzazioni degli avvocati che è stato introdotto nel mese di settembre all’interno del DM 144/2015 che introduce in Gazzetta Ufficiale diciotto aree di specializzazione del diritto, due tra le tante l’attività svolta dall’avvocato in diritto societario e diritto dell’ambiente.

Questa è la lista completa delle nuove aree di specializzazione del diritto ufficialmente riconosciute dal decreto:

avvocato diritto di famiglia, delle persone e dei minori (avvocato diritto famiglia Milano, Genova, Firenze..);

–  avvocato diritto agrario;

–  avvocato diritti reali, di proprietà, delle locazioni e del condominio;

–  avvocato diritto dell’ambiente;

–  avvocato diritto industriale e delle proprietà intellettuali;

–  avvocato diritto commerciale, della concorrenza e societario;

–  avvocato diritto successorio;

–  avvocato diritto dell’esecuzione forzata;

–  avvocato diritto fallimentare e delle procedure concorsuali;

–  avvocato diritto bancario e finanziario;

–  avvocato diritto tributario, fiscale e doganale;

–  avvocato diritto della navigazione e dei trasporti;

 avvocato diritto del lavoro, sindacale, della previdenza e dell’assistenza sociale;

–  avvocato diritto dell’Unione europea;

–  avvocato diritto internazionale;

–  avvocato diritto penale;

–  avvocato diritto amministrativo;

–  avvocato diritto dell’informatica.

Esistono due strade percorribili ai fini dell’ottenimento della qualifica di avvocato specialista. La frequenza di corsi biennali organizzati da atenei legalmente riconosciuti oppure dimostrazione pratica dell’esperienza accumulata all’interno del settore in cui ci si intende specializzare. In questo caso, l’avvocato deve essere ininterrottamente iscritto all’albo da almeno 8 anni ed aver esercitato attività forense nel campo della specializzazione nell’arco degli ultimi cinque anni.

Nel caso della frequenza ai corsi, invece, la durata è biennale, con prova finale annessa. A organizzare il percorso accademico ci penserà una commissione composta da magistrati scelti dalMinistero, esperti del Cnf e Miur, in collaborazione con le università ed in base ai vari settori di specializzazione.

Indipendentemente dalla strada intrapresa l’avvocato dovrà poi, una volta conseguita la specializzazione, mantenere tale titolo attraverso dimostrazioni. Con cadenza triennale dovrà provare di aver rispettato gli obblighi di formazione permanente, oppure di aver svolto in tribunale almeno 15 incarichi attivi nel campo della sua specializzazione.

Le competenze del Diritto privato in Italia

Diritto privato in Italia

Diritto Privato – Diritto pubblico e diritto privato hanno da sempre intrapreso strade differenti, pur appartenendo entrambi, in quanto diritto, alle scienze sociali, che studiano lo sviluppo della società civile ed i suoi fondamenti. Il diritto privato si eleva a regolatore dei rapporti tra privati oppure tra soggetti privati e pubblici. Nel ambito pubblico, invece, i rapporti che vengono gestiti sono quelli vigenti tra lo Stato (o altri enti pubblici) e altri soggetti pubblici o privati (rientra in entrambi i campi la complessa regolamentazione del mercato immobiliare, seguita nelle sue varie aree tematiche dall’avvocato esperto del settore immobiliare). La linea di demarcazione consiste nel ruolo che lo Stato recita: se si pone come Jus iuriis o Jure imperii, utilizzando cioè la propria forza pubblica per la tutela dell’interesse pubblico ed il rispetto dei provvedimenti, ci si addentrerà nel ramo del diritto pubblico. Qualora invece lo Stato agisca da soggetto privato, l’ambito da considerare sarà quello del diritto privato, appunto.

Uno dei tanti esempi possibili all’interno del privato riguarda il diritto immobiliare, ambito sempre molto discusso e nell’occhio del ciclone; non ultima la bolla speculativa sugli immobili privati del 2008 e la nuova regolamentazione sulla professione de mediatore immobiliare e che ha richiesto in molti casi l’intervento diretto in tribunale di avvocati in contratti di intermediazione. Un aspetto determinante per comprendere nel merito il diritto immobiliare è la questione legata al diritto reale che uno o più soggetti possono esercitare sulla proprietà di un bene, che può venire trasferita tramite contratti, donazioni decreti ed eredità.

A tale ambito si lega quasi inesorabilmente il lavoro dell’avvocato appalti privati nella stipulazione di quei contratti tramite cui l’appaltatore, solitamente un imprenditore, compie un’obbligazione in termini di realizzazione di un’opera di cui si “accolla” il rischio e la gestione di quest’ultimo, nei confronti della seconda parte in causa, colui che appalta (dicesi in gergo “appaltante”); il tutto regolato da un contratto d’appalto stipulato tra privati o tramite gara d’appalto in caso di presenza di un soggetto pubblico.

Sempre catalogabile sotto la sfera di influenza del diritto privato figura l’attività del diritto al lavoro (competenza dell’avvocato diritto lavoro Milano, Genova..) dei media, pubblicità e diritto d’autore volta a tutelare, creativamente ed economicamente, un’attività che può essere definita “intellettuale”  per quanto riguarda la sua diffusione artistica e il riconoscimento di una serie di diritti dell’autore originario dell’opera. Tale tutela legale permette al soggetto interessato (l’autore) di potersi remunerare in un periodo di tempo limitato attraverso lo “sfruttamento” commerciale dell’opera stessa (per intenderci, quando parliamo di diritti S.I.A.E. ci riferiamo soprattutto a questo).

Il diritto privato va ad estendere la propria influenza anche su altri due “temi” molto dibattuti soprattutto all’interno del nostro paese nel più recente periodo storico: il diritto alla famiglia e il diritto al lavoro. Il diritto alla famiglia che veniva codificato nel 1942 ha subito determinanti variazioni nel corso degli anni con conseguente riconoscimento di nuovi diritti che, come nella maggior parte dei casi, da vita parallelamente a nuovi conflitti e dispute, una su tutte quella sull’affidamento dei figli.

Per quanto concerne il diritto al lavoro, esso studia essenzialmente gli aspetti e le problematiche connesse alla disciplina che regola i rapporti di lavoro e tutte le varie tematiche ad essi indirettamente collegate come possono essere i contratti di intermediazione.

Le norme d’azione del diritto amministrativo

 

Le norme d’azione del diritto amministrativo

Diritto Amministrativo – In quanto appartenente alle scienze sociali, la disciplina del diritto può essere ripartita in una serie di branche differenti (anche se non assolute), le cui principali sono sicuramente quelle relative all’ambito pubblico e privato. La differenza principale risiede nei soggetti protagonisti: il diritto pubblico, infatti, regola i rapporti stipulati dallo Stato con soggetti pubblici o privati, in qualità di garante della tutela dell’interesse pubblico e dei vari provvedimenti; il diritto privato, differentemente, si pone come obiettivo la regolamentazione dei rapporti tra soggetti privati, o tra privati e pubblici (nel caso in cui questi ultimi agiscano legalmente da soggetti privati).

Il diritto amministrativo regola l’organizzazione della pubblica amministrazione, il perseguimento dei suoi interessi pubblici ed il rapporto con i cittadini (ambito che da non poco lavoro agli avvocati diritto amministrativo-Appalti pubblici, avvocato diritto amministrativo Milano, Roma..). Pertanto, rientra all’interno delle mansioni esercitate dal diritto pubblico, e fa del principio di costituzionalità e legalità due cardini delle cosiddette norme di azione che vanno a disciplinare il campo autoritario dell’Amministrazione.

Altri campi del diritto pubblico, uno dei quali connesso implicitamente al diritto amministrativo, sono quelli relativi all’ambito tributario e al lavoro di esperti avvocati in diritto tributario, oltre alla regolamentazione sulla sicurezza dei propri dati online.

Anche grazie alla sua complessa articolazione gli va riconosciuta ormai una certa indipendenza, il diritto tributario studia di norma il diritto finanziario inteso come studio delle entrate in tributi della pubblica amministrazione, e  regola le procedure al fine di reperire le risorse finanziarie necessarie ad alimentare la spesa pubblica.

Nell’ultimo ventennio, poi, il diritto tributario ha visto espandere i propri confini oltre alle questioni legate alla spesa pubblica: la rivoluzione tecnologica e internet hanno prodotto la nascita del diritto tributario telematico, con annessi problemi di sicurezza e uso dati archiviabili attraverso azioni di spyware e social engineering, gestiti in tribunale da avvocati esperti ICT internet e privacy.

Università, quanto le soft skills rappresentano un asset

Il compito principale della scuola superiore è quello di formare nel miglior modo possibile i propri studenti nell’affrontare l’università che li attende.

Questo è l’obiettivo che ogni liceo dovrebbe porsi al pari dell’insegnamento delle discipline scientifiche. Non tutti gli istituti però provvedono.

L’istituzione dei licei è del 1923 (Riforma Gentile) e da allora la struttura didattica è rimasta pressoché immutata, salvo le modifiche che riguardano l’insegnamento delle lingue classiche e l’inserimento dell’educazione civica e dell’educazione stradale, ed il processo di sperimentazione adottato da molti licei negli ultimi decenni, dopo la nuova riforma.

Tra i pochi a farlo da quarant’anni c’è il Liceo Scientifico Milano FAES, da sempre impegnato nella formazione dell’individuo tout court,nell’ambito delle “soft skills”, quelle caratteristiche personali che emergono all’interno di un qualsiasi contesto lavorativo (ma non solo). Esse ci contraddistinguono, perché influenzano il modo in cui noi affrontiamo di volta in volta ciò che ci viene chiesto da parte dell’ambiente lavorativo che ci circonda. Introducono, se vogliamo, in maniera più approfondita l’individuo all’interno di una comunità.

In quest’ottica proiettata verso il futuro e certamente influenzata dalle nuove dinamiche del mondo del lavoro, insegnare discipline scientifiche non vuol dire solamente numeri e calcoli ma introdurre gli studenti all’esercizio della razionalità e all’uso della logica, senza tuttavia mai prescindere dalla interazione umana, presupposto fondamentale affinchè materie tanto impegnative siano affrontate con piacere, senza che l’allievo sviluppi avversità e ostilità, maturando la convinzione di non avere i presupposti e le capacità per questo genere di studi, tanto importanti ai nostri tempi.

Quanto alle competenze didattiche, invece, al biennio generalmente si segnala l’utilizzo di tecniche e procedure del calcolo aritmetico e algebrico, il confronto ed analisi delle figure geometriche, l’uso di adeguate strategie alla risoluzione dei problemi, l’analisi e l’interpretazione di dati secondo deduzioni e ragionamenti e con l’ausilio di rappresentazioni grafiche e con strumenti di calcolo e mezzi informatici.

L’indice FGA per capire quale scuola superiore fa per te

L’Indice FGA è l’indicatore utilizzato come metrica dal portale Eduscopio, che pesa in maniera paritaria al 50% la velocità nel percorso di studi, ossia la percentuale di crediti formativi universitari ottenuti, e la qualità nell’apprendimento universitario; la media dei voti agli esami di cui si è fatta menzione precedentemente.

Fondazione Giovanni Agnelli valuta da anni la qualità delle scuole secondarie di II grado di tutta Italia attraverso la classifica Eduscopio, sulla base della loro capacità di formare agli studi universitari, permettendo a studenti e famiglie di scegliere nel modo migliore l’istituto adatto dopo la terza media, nel segno della trasparenza e della voglia di informare in modo corretto in tutti gli istituti d’Italia.

Ogni anno si aggiungono ai raggi X della Fondazione un numero sempre maggiore di istituti, anche se sono tendenzialmente determinati istituti ad avere ottimi risultati che vengono poi confermati di anno in anno nella top ten 2015 della classifica Eduscopio e, allo stesso modo, quelle con risultati pessimi restano confinate nelle parti basse delle classifiche.

Fattore discriminante è sempre la qualità nel preparare gli allievi per gli studi successivi è qualcosa che si costruisce nel tempo e non si acquisisce o si perde in modo significativo nell’arco di un solo anno, come il Liceo Classico Milano Faes, dell’omonima Associazione Faes, figlio di un percorso intrapreso più di quarant’anni 40 anni nella formazione degli studenti per prepararli al meglio per gli istituti universitari, così come l’Istituto Carducci (parliamo dell’area metropoitana milanese).

Per quanto riguarda la situazione e la classifica nella città di Milanoscende il Leone XIII uscendo addirittura dalla top 10, mentre Sacro Cuore, Carducci, Brechet eLiceo Classico Milano FAES si confermano ai primi posti di qualità.

Ecco la classifica Eduscopio dei migliori istituti di Milano sull’indice FGA

1) Sacro Cuore

2) Giosuè Carducci

3) Giovanni Berchet

4) Cesare Beccaria

5) Giuseppe Parini

6) Alessandro Manzoni

7) Tito Livio

8) Primo Levi

9) San Raffaele

10) Liceo Classico Milano FAES

Studi umanistici, i dati del MIUR li inchiodano

Il MIUR, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, ha elaborato e diffuso i dati relativi alla scelta accademica degli studenti una volta usciti dalla scuola secondaria di primo grado (le scuole medie).

Essi denotano una linea di tendenza che è ormai sotto l’occhio di molti, se non tutti, da anni:

La metà dei ragazzi italiani che esce dalla scuola media oggi sceglie un istituto tecnico o professionale. La minoranza, il 48%, sceglie di intraprendere la “carriera” da liceale.

All’interno di questo 48%, si opta per una formazione pratica, a scapito delle scienze umane o studi umanistici puri.

C’è un ulteriore sotto-dato che ci dà la dimensione di quanto stia accadendo: solo il 6 % dei futuri liceali sceglie l’indirizzo classico.

Ma perché al giorno d’oggi si disprezzano così tanto gli studi umanistici? Viviamo in una nazione che non ha eguali al mondo per tradizioni, storia, cultura e patrimonio; in cui l’unica protezione e valorizzazione che possiamo fornire alla nostra straordinaria eredità è nelle mani di coloro che hanno le conoscenze per preservarla.

Forse la motivazione principale risiede nel fatto che siamo saturi delle nostre bellezze e i nostri ritrovamenti arceologici,, forse siamo semplicemente stufi di posare semplicemente il nostro sguardo oltre l’orizzonte. Per non parlare della noia della nostra tradizione letteraria: saturi di Dante, Manzoni e Leopardi.

Siamo arrivati quasi al punto di disprezzare i mezzi che ci permettono di conoscere effettivamente questa grandezza.

O forse il mercato del lavoro odierno richiede determinate skills e know how che possiamo acquisire solo intraprendendo un percorso accademico di tipo scientifico.

I datori di lavoro oggi richiedono questo, figli della rivouzione digitale che ormai ha preso piede ovunque in ogni settore della produzione.

Questo paese, però, da Olivetti in avanti, ha dimostrato come per partorire idee geniali e rivoluzionarie non serva uno “scienziato”, figlio dell’opinione fuorviante delle “due culture”  data da P.C.Snow, per cui esiste un forte rifiuto per la materia che non è propria, così marcato da divenire spesso spocchiosa superiorità.

Il vero rivoluzionario è un esperto sia di materie scientifiche che umanistiche in egual misura. È sbagliato credere che la formazione classica fornita degli studi umanistici non sia ‘all’altezza’ di una carriera nel campo scientifico, o addirittura che non sia adattabile alla sfera pratica. Il fattore chiave è ancora un’istruzione a tutto tondo, che supplisce al minore approfondimento sulle scienze – purtroppo, un dato di fatto – fornendo agli studenti moltissime capacità utilissime e dai molteplici risvolti pratici, come nel caso del Liceo Scienze Umane Milano Faes, esempio di eccellenza didattica sociologica e pedagogica applicata alla formazione degli studenti e il loro inserimento nel mondo del lavoro attraverso seminari formativi con manager, oltre che alla formazione della persona nelle sue capacità professionali ed etiche. Il tutto con un grosso respiro internazionale.

 

Come tradurre un testo professionalmente

Nel definire un testo intraducibile intendiamo generalmente sottolineare alcuni aspetti negativi quali l’assenza di una corrispettiva parola letterale che possa sostituire quella originale, o di un intero costrutto. Non sempre è così. Molto spesso nel lavoro di traduzione subentrano alcune teorie che permettono di strutturare un buon lavoro in termini di risultato finale, sia esso appannaggio di un’agenzia traduzioni tecniche alle prese con brevetti e manualistica, di un’agenzia che traduce testi letterari, o perchè no, anche un’agenzia traduzioni nel settore finanza. La prima teoria è quella dello spazio intertestuale, sostenuta dallo studioso estone Peeter Torop, il quale sostiene come all’interno di una traduzione sia inevitabile che il traduttore faccia riferimento ad informazioni di cui è già a conoscenza, alterando quindi il significato originale, come inevitabile conseguenza della cultura, che porta immancabilmente ad esercitare un attività di confronto e giustapposizione con qualcosa di diverso. Questa teoria amplia anche la definizione di traduzione stessa, che da mero passaggio da una lingua a un’altra diventa interpretazione del discorso altrui. La teoria vista dal punto di vista semiotico invece tende ad escludere la monodimensionalità della traduzione. In altre parole: quando noi definiamo testo originale e testo tradotto, stiamo delineando uno spazio in cui il processo di cambiamento prende forma. Questo processo, la traduzione, è composta però anche dalla dimensione temporale e culturale. Da qui vengono ridefiniti semanticamente i due testi, quello di partenza e di arrivo: il primo sarà “prototesto”, il secondo “metatesto”. L’ultimo aspetto teorico sulle traduzioni che andiamo ad affrontare è relativo alla strategia comunicativa utilizzata. Noi tutti dobbiamo partire dal presupposto che ogni azione o atto comunicativo che noi compiamo comporta un “residuo comunicativo” di fronte al quale noi ci blocchiamo inevitabilmente, sia esso un concetto o una singola parola. Nel cercare di gestire questo residuo poniamo particolare attenzione nel trovare tutte le parti della nostra traduzione che potrebbero non venire comprese appieno, e cerchiamo di mettere in atto alcuni strumenti metatestuali, come potrebbe essere il caso di un’agenzia traduzioni settore marketing. Così prende forma la strategia comunicativa, che coincide in buona parte con la strategia traduttiva e terrà conto della dominante e del lettore del testo tradotto. Qualsiasi discorso facciamo quindi, verbale o scritto (tradotto), è inserito in un contesto che influenza il senso del discorso.