LA “STANZA” VIRTUALE DEI NOSTRI PENSIERI.

L'arco della notte


                                      L'arco della notte è scavalcato su questo campo desertico che sono. Non esiste una presenza umana o animale che disturbi la calma, solo io e il desiderio per te che è quasi tutto in me. Respiro e lo faccio lentamente, al ritmo di ricordare la mia mano che ti scorreva lungo la schiena. E nell'espirazione gli ultimi baci che sono stati lasciati alla tua eco di cura. E il disagio mi assedia, se fa una pausa. Non sapere, non essere in grado... E non puoi essere sorpreso in modo volgare, deve essere fatto con l'arte, perché non c'è nulla di volgare in te da perdere. Allungo le braccia fino a quando la materia non esiste più e cingolano sottilmente la tua vita, leggera, insignificante brezza. E a volte ti perdo, le fratture del mondo e gli abissi prendono il sopravvento su tutto. E i ricordi ombelicali trasformati in acciaio affilato improvvisano una rientranza di se stessi.