La luna di carta

Senti come piove


“La verità è che c’è stato un tempo in cui le parole scorrevano nelle mie vene. Anche se non sapevo quanto amore (il senso è lato e ipotenuso) contenessero. Rileggerle è depravazione. Maniacale ripercorrere di strade che non esistono più. Non le stesse curve, né gli stessi rami da sfiorare. Lieve traccia del passaggio di qualcuno (ero io) che doveva fermarsi ed è andato oltre. Che doveva andare oltre e si è fermato. Stavo, ancora una volta, per cancellare ogni cosa. Invece l'ho solo nascosta. Perché ho capito che ciò che ho scritto, non detto, scritto aveva più sangue e pelle e capelli e occhi e respiro di quanto adesso è qui seduto a guardare il cursore. La metamorfosi è una delle chiavi. Che non apre nessuna porta, finché non è completa. Posso rimpiangere di non aver colto fiori che allora mi crescevano sotto gli occhi? Non mi rispondo. Adesso sento quella lieve vertigine del ritrovarsi, ancora una volta. Stentare il riconoscimento. Io? Io, quella? E dirmi di sì fa paura, rispondermi no è morire.

Ancora.”