L'Osservatore Anonimo

Giovani fortunati ma sempre egoisti


Continuo ad assistere a dibattiti sulla mancanza di socialità dei giovani. “Poverini, non ce la fanno più a stare chiusi in casa mentre il virus corre". Eppure, questi ragazzi hanno l’occasione, tramite i social, di comunicare tra di loro in ogni istante, di rimanere connessi, di creare gruppi, di corteggiarsi, perfino di conoscersi. Hanno l’opportunità di continuare la scuola da casa. Se questa pandemia fosse successa 20 anni fa, noi avremmo comunicato al massimo al telefono. E la scuola ce la saremmo scordati. Cosa, per giunta, che hanno vissuto altri prima di noi. Mi dispiace, ma le pandemie sono cicliche, accadono e accadranno sempre. Ieri era la Spagnola, oggi il Covid, domani ne sarà un'altra. Non lo sappiamo. Sappiamo solo che i ragazzi di oggi sono fortunati. Non stanno subendo i bombardamenti che hanno subito i nostri nonni, costretti a riparare nei rifugi di fortuna. Stanno subendo un flagello naturale pur rimanendo comodamente a casa loro. Forse questo farà capire loro l'importanza della salute, del rispetto per l'ambiente e per il prossimo. Ma vedendo i party all'aperto dei centri cittadini, mi sa che stiamo crescendo una generazione che, se pur connessa a una socializzazione virtuale, sta diventando, nel reale, sempre più egoista e sempre più menefreghista.