L'Osservatore Anonimo

Michela Murgia: quando "stai zitta" è doveroso


Il suo libro, Stai zitta, è finito in cima alle classifiche dei libri più letti. Copie vendute: 12mila. Una bazzecola davanti ai best-seller che hanno fatto registrare milioni di copie vendute nel mondo. Stiamo parlando di Michele Murgia, la scrittrice che sta cavalcato l'onda del vittimismo femminista per guadagnare soldi sulla pelle delle donne che lei finge di difendere. La Murgia non è una femminista vera. E' solo un'opportunista che vive in un periodo di conformismo nauseante per cui basta allinearsi al politicamente corretto e i tuoi libri finiscono nelle librerie. Un po' come quando tifavi per Hitler e i nazisti ti premiavano con la pubblicazione, la distruzione e la promozione dei tuoi libri. Una così, che dal punto di vista letterario non è mai stata quotata, in un'epoca diversa avrebbe scritto sulle panchine. Ma cosa volete? Viviamo in una società dove la cultura italiana si inventa qualunque cosa pur di vendere e guadagnare. Questa scrittrice, che va dove soffia il vento per farsi pubblicità, punta sui titoli ad effetto per essere ospitata nei talk show televisivi, illustrando non la sostanza del libro, ma solo il significato del titolo, così da camparci sopra e fare la furba. Un modo di agire degna di una speculatrice che si fissa non sulla violenza contro le donne o sui femminicidi, ma sulle frasi che lei non vorrebbe più sentire dagli uomini, come se questo fosse una questione di vita o di morte. E davanti al quale un sonoro "ma stai zitta", diventa un comando doveroso.