L'Osservatore Anonimo

Giustizia o vendetta?


La decisione alla fine è arrivata. Matteo Salvini dovrà affrontare un processo con l’accusa di sequestro di persona per aver tenuto "prigionieri" 147 migranti a bordo della Open Arms prima di autorizzarne lo sbarco. “L’ho fatto per difendere i confini nazionali”, aveva silurato diritto Salvini. Ma questo non ha convinto il giudice che lo ha rinviato a giudizio. Un’occasione ghiotta per la sinistra che spera così di liberarsi del leader del Carroccio e per le Ong che già sognano una nuova ondata di sbarchi sulle coste italiane. Il giudice che ha preso la decisione, Lorenzo Jannelli, non è nuovo a decisioni discutibili e che hanno alimentato polemiche da parte di chi lo ha accusato di essere un “buonista”. Quattro anni fa, infatti, si trovò a trattare il caso di  Khadiga Shabbi, una ricercatrice libica dell’università di Palermo, accusata di propaganda terroristica a favore dell’Isis. Ebbene, in quell’occasione il pm aveva chiesto quattro anni e mezzo di carcere, ma il giudice Jannelli ci andò morbido: un anno e otto mesi con la condizionale e la donna si ritrovò libera come un uccellino. Chissà, magari il suo eccessivo buonismo avrà influito parecchio sulla decisione di processare Salvini, ritenendo severi i decreti Sicurezza varati dal capo della Lega per contrastare l’immigrazione clandestina. Ma una cosa è certa: il verdetto di oggi potrebbe dare il via ad una nuova ondata di arrivi di migranti in Italia, con la benedizione della sinistra che già in passato ha usato la magistratura per far fuori i suoi avversari politici. Silvio Berlusconi su questo ne sa qualcosa. Non vorrei che stesse facendo la stessa cosa con Salvini. Più che un dubbio, questo sembra essere una certezza.