L'Osservatore Anonimo

Non ti piace? Non dirlo, sennò sei bigotto e omofobo


Dunque, Valentino sceglie un modello un po' effeminato per sponsorizzare una borsa, i lettori si dicono disgustati e subito parte la solita raffica di offese e di accuse che vanno da "bigotti" a "omofobi". Dicono che è uno scatto artistico, una moda non convenzionale. Ma le persone che sponsorizzano le borse da donne non dovrebbero essere donne? No, in un mondo che vuole sovvertire la natura, rendendo uguale ciò che non può essere uguale per fattori genetici e antropologici, non si può più dissentire su un tipo di pubblicità perché partono le inevitabili sentenze. Non sono un simpatizzante dell’omofobia. Però se dico che una pubblicità non mi piace perché la trovo di cattivo gusto, posso essere offeso; se un gay  mi dice che sono bigotto e troglodita, viene applaudito, perché si uniforma al politicamente corretto. Credo che prima o poi ci arriveremo a ghigliottinare chiunque si discosti da una certa linea di pensiero imposta alle masse. In questo mondo dove la libertà di parola è sottoposta a una censura selettiva, dire che una pubblicità è disgustosa è già sufficiente per finire sul patibolo del boia. Credo che dovremmo seriamente tornare a riflettere sulla facoltà di poter manifestare i propri gusti senza subire offese e condanne. Tutto il resto é buonismo da operetta, predicozzi di persone che vogliono sembrare tolleranti e gentili ma che hanno dentro di loro una ferocia estrema verso chi non concepisce il mondo come lo concepiscono loro. Questa foto é bella? Secondo me no. Secondo i miei canoni non é bella. Sbaglio? Forse. Sono sbagliati i miei canoni? Può darsi. Questo spot troverà qualcuno che lo adora e lo reputa lo spot più bello del mondo? Glielo auguro. Ma smettiamola di giudicare le opinioni e i gusti altrui, sennò di questo passo finiremo per diventare tutti degli androidi.