L'Osservatore Anonimo

La strage infinita degli omosessuali


È un'altra storia di gaycidio quella che arriva dall’Iran. Un giovane di 20 anni è stato assassinato dai suoi stessi familiari a causa della sua omosessualità. In Iran amare persone dello stesso sesso è considerato un reato punibile con la morte. Lì non sono contemplate leggi Zan e decreti similari. Lui era fidanzato con un ragazzo turco e aveva deciso di fuggire in Turchia proprio a causa delle leggi imposte nel suo Paese contro le persone gay. Ma non ha fatto in tempo. Il fratellastro e due cugini lo hanno massacrato e decapitato. Un orrore avvenuto in un mondo, quello arabo, dove l'omosessualità è vista come una depravazione. Il giovane sapeva che la famiglia avrebbe reagito male alla notizia del suo amore per un altro ragazzo. A informarla era stato l'esercito che aveva congedato il ragazzo per questa sua tendenza. E così il fratellastro, con il pretesto che suo padre voleva vederlo, lo ha caricato in macchina, lo ha portato fuori città e, dopo averlo ucciso massacrandolo di botte, gli ha reciso pure la testa. Dopodiché ha chiamato la madre dicendo di averlo “finito”. La polizia ha arrestato i responsabili del delitto, mentre la madre del ragazzo, saputo dell'omicidio, è stata ricoverata in ospedale in stato di choc. Questa notizia è l'ennesima che arriva da una società che gli omosessuali li aggredisce, li picchia, li massacra, li uccide. Una mattanza infinita che non si potrà fermare con le leggi, ma con una maggiore tolleranza. Una cultura del rispetto che nei paesi musulmani è però un tabù. E non per una mentalità chiusa. Ma per un'ideologia religiosa radicata nella cultura islamica che non ha alcuna intenzione di fare compromessi su questioni di natura sessuale.