L'Osservatore Anonimo

L'attacco della trans Lea contro Silvia Toffanin


"Le parole censura e discriminazione non ci appartengono. Non appartengono a Mediaset, non appartengono a Verissimo e certamente non appartengono a me". Con queste parole Silvia Toffanin ha messo a tacere Lea T, modella transgender di origini brasiliane, che si è lamentata del fatto che la trasmissione di Verissimo abbia trasmesso prima l'intervista a Giorgia Meloni, una delle principali nemiche delle teorie gender, e poi la sua. Si è lamentata di non aver avuto la precedenza, perché evidentemente lei crede che per il solo fatto di esse sessualmente diversa debba avere la precedenza su tutti. La modella brasiliana ha offeso il programma condotto da Silvia Toffanin con questo tono: "Ho già dedicato troppo tempo al vostro programma. Preferisco continuare il mio percorso senza di voi, sperando con tutto il cuore che la puntata non esca mai, poiché il mio pensiero socio-politico è distante anni luce dal vostro Silenziare certi gruppi è la prima mossa per continuare seduti in quel vostro trono sporco di sangue! Questo CIStema è miserabile come la vostra storia!". La risposta di Toffanin non si è fatta attendere ed è stata una risposta data con quella eleganza che la caratterizza. Una replica lontana anni luce dalle accuse della trans secondo cui è la nostra storia a essere miserabile e non certi comportamenti arroganti e presuntuosi. "Lea T ci accusa di censura con delle offese e dei commenti sui social molto pesanti e ci chiede di non mandare in onda l'intervista perché abbiamo dato spazio ad una persona che la pensa in modo diverso da lei. Allora chi è che discrimina? Le parole censura e discriminazione non ci appartengono", ha replicato la Toffanin che ha dovuto anche spiegare le dinamiche interne della televisione dettate dalla tempistica e non dalle preferenze. "Noi a Verissimo abbiamo dato voce a tutti: uomini, donne, omosessuali e transessuali. Lo abbiamo fatto con grande rispetto, attenzione e sensibilità, dando voce a tutti i pensieri da Vladimir Luxuria a Tiziano Ferro e Gabriel Garko. Con loro abbiamo raccontato le loro storie e ci siamo molto emozionati. Discriminazione non è far sentire tutte le idee ma l’esatto contrario". Giusto. Ma certe persone evidentemente non hanno idea di cosa significhi il rispetto e credono di dover avere la massima considerazione solo perché hanno il vento dalla loro parte. A questo punto è doveroso chiedersi da quale parte stia cominciando a pendere l'intolleranza di genere.