Warhol aveva torto, non 15 minuti di celebrità ma di privacy

“Andy Warhol aveva torto. Diceva che in futuro tutti avrebbero avuto i loro 15 minuti di celebrità. Invece prima  o poi tutti aspireranno a 15 minuti di privacy. La privacy, così come la possibilità di essere visti, diventeranno simboli del successo e la gente si disconnetterà dalla rete per imitare quelli che evitano di essere sempre esposti”.

Chuck Palahniuk

Con buona pace di certi ingranaggi social che hanno trasformato milioni di individui in stereotipi trasversalmente privi di una seppur minima parvenza di autenticità, per alcuni di noi, i più risolti, è giunto il momento di prendere le distanze dal virtuale o perlomeno a esso proporsi per sottrazione. Se quest’ultima scelta è percepita dai più come la frontiera estrema del narcisismo è solo perché da sempre darsi al mondo con parsimonia è considerato un atteggiamento snob.

Il punto invece è un altro: quando vi è equilibrio tra interiorità ed esteriorità viene naturale non sovraesporsi e di conseguenza chiamarsi fuori da contesti che valutano l’individuo in base a criteri che trovano fondamento nella vanagloria.