Quentin Tarantino e quel romanticismo che non t’aspetti

“Ammetto di amare le commedie romantiche. Le guardo in maniera quasi compulsiva quando sono in aereo, per esempio. Adoro quelle di Kate Hudson, ma pure film come C’è posta per te o La rivolta delle ex: mi sono commosso quando da bambina Jennifer Garner regala una macchina fotografica a Matthew McConaughey”.

Se è vero che siamo tutti orfani degli dèi e dunque costretti a navigare a vista, tra i mezzi di conoscenza a nostra disposizione c’è senz’altro il cinema e, quantunque singolare, una delle mie stravaganze passate prevedeva di  cercare chiavi di lettura della persona alla quale mi accompagnavo prendendo in considerazione il genere cinematografico che la stessa aveva eletto a principale fonte di interesse. Ad esempio, non facendo mistero del profondo disprezzo nutrito per i cinepanettoni, l’uomo che avesse rivelato una predilezione in tal senso sarebbe stato fulmineamente escluso dalla rosa degli eletti senza avere facoltà di risentimento. Per fortuna non ho mai dovuto essere tanto perentoria ma la mia stima restava prerogativa della mente in cui albergava la predisposizione al thriller.

Per quanto concerne le commedie  ammetto, con buona pace dell’Overlook Hotel, che non mi dispiacciono ma a condizione che siano dei capolavori; cionondimeno trovo grottesco il lieto fine a corollario di ogni narrazione: neppure il gusto di scommettere su chi sposa chi perché il filone fa della sublimazione dell’ovvietà la sua cifra.