Maurizio Patriciello
Gli anni passano, il corpo invecchia, le malattie avanzano. La nostra vita, anche quando si fa faticosa e dura, è sempre immensa, unica, irripetibile. Non è vero che la giovinezza, la ricchezza, il successo, la bellezza fisica diano all’essere umano una sorta di supplemento di dignità su questa terra. In questa menzogna, purtroppo, le generazioni inciampano spesso. Non è vero che la vita sia degna di essere vissuta solo quando ci sorride ed è in discesa.
Ci sono cose che si imparano solo nel silenzio della notte, quando, con gli occhi spalancati come due voragini, i dolori che ti fanno compagnia, i pensieri che ti affollano la mente, ti poni con estrema serietà le domande antiche: e adesso? Dove vado? Ci sarà qualcuno ad attendermi? Quando davanti allo specchio stenti a riconoscere quel volto sfigurato e stanco che ti fissa. Che succede? Alla fine il corpo ti ha tradito? Proprio quel corpo cui avevi dato il meglio di te stesso? Questo tempo non è da rigettare, rinnegare, maledire. Al contrario, è un tempo prezioso. Merita attenzione: ascoltalo. Siamo eterni, è vero, ma non su questa terra. Anche l’ultimo, faticoso, tratto della vita è vita vera. Vita nostra, da attraversare, gustare, condividere.
È l’insieme che fa il tutto. Il puntino invisibile che fummo nel grembo della mamma si è trasformato milioni di volte. Per alcuni i giorni sono scivolati via con più serenità; altri invece hanno dovuto scavare con le unghie il pane da mangiare. Non chiedetemi il perché, non ve lo saprei dire. Le gioie, piccole o grandi, però, sono per tutti. Gli abbracci non si comprano, non si pagano, non si barattano. Ogni mamma sa donare e ricevere amore. Ogni innamorato può sperimentare l’ebbrezza di “sentirsi in due”.
….. continua
Articolo molto bello ed interessante su Avvenire