Non era mai stata così nervosa prima.
Con lo sguardo, appena poteva, fissava la seconda fila di poltrone in platea dove ne spiccava una ancora vuota.
Con le mani percorse un arco aggraziato – maledetta poltrona, – pensò, mentre piegava la testa nel senso opposto delle braccia.
Il successivo arabesque non le riuscì proprio perfetto, con la gamba non completamente slanciata – dove sei? – Si chiese facendo finta di non cogliere la smorfia della sua insegnante dietro le quinte.
– Sorridi – recitò mentalmente – sorridi e non sbagliare la sissonne – Fece il salto nell’attimo che l’uscio in fondo alla sala si apriva e sentì la caviglia d’appoggio tremare.
La serie di pas de bourré le permise di riprendere fiato, lui era arrivato! Piccole gocce di sudore percorsero la sua schiena nuda facendola brillare alle luci del proscenio.
Solo allora si rese conto di quanto fosse stato tirato il sorriso… sentì i muscoli della faccia dolere per lo sforzo. – Respira ora – si impose – ancora tre fouetté, tre piroette e sarà finita.
Finita – si disse – … in realtà sarà appena cominciata (ed il sorriso si allargò).
Abel Korzeniowski – Satin birds
ferma nel pensiero, ma veloce il silenzio che scrive emozione di un’anima che danza
Un’anima che danza…
Si. Hai ragione. Il teatro era pieno quel giorno, ma non tutti videro lo stesso spettacolo. I più solo un balletto.
Questa musica che scivola, si insinua e batte, svelandosi.
Quanta grazia nei rintocchi e nelle parole di una malìa che questo mondo mostra nei limiti e nel superarli.
Quanto seducente.. alla fine, può esser quel sorriso.
Bella.
e quanto poco poi, resterà di quel sorriso, se non nella memoria di chi ebbe la fortuna di vederlo.
Un inchino
L’istante di quel sorriso è paragonabile al tremito della vita..
… od al tremolìo della morte.
La sua danza non è soltanto nella bellezza del suo corpo che fluttua ,
ma nell’intensità che si percepisce quando la si vede danzare, pathos
ed Emozione.
Un caro saluto , buon sabato.
Rosy
L’intento era quello. Ti ringrazio.