Il funerale della volpe. Ad ridendum, Faina. La doppia maglia ovale

mosaico

 Faina ma a te che ti frega chi ci legge?  :DD

La vigilanza sconfigge l’astuzia, la lega e ne ostenta le morte spoglie. All’apparenza.  Mai fidarsi del male, mai vantarsi di averlo sconfitto senza aver prima duramente lottato. Ma certo dar del diavolo ad una gallina, pardon faina, è una lode che forse nel 1140,  la data del mosaico, in alto medioevo, sarebbe riuscito all’uomo medioevale.  Dunque si  parlava della Faina da tastiera,  ladra di parole, a rimediare Uova e roba altrui. Notoriamente famelica. Per scovare il mio cortiletto s’è messa di ronda ma, la fame annebbia a la vista, e nella nuova rete preparata, stretta stretta, è rimasta impigliata. Così,  mentre un gallo e un miscuglio di galline avendovi un libro di musicali note, si preparavano a celebrare le ultime memorie della giacente, mi sono avvicinato per guardare da vicino la surplus killing infervorata :DD.

Né mansueta, né generosa nè pacifica. Bellicosa, arrampicatrice, la faina stenta a credere di essersi incastrata, dagli anfratti dei ruderi, nella modernissima doppia maglia ovale. Di fabbricazione sovietica. La rete, una geniale combinazione di ellissi di cui la prima capiente, da farci entrare il muso e le zampe anteriori. Convinta  di poter proseguire, nella seconda trasversale e più stretta, infilata a forza, la faina resta  fuori di coda,  intrappolata. Guaiolava, ronchiava, fischiava dalle narici frementi.

Guardo il muso, le lunghissime vibrisse roteano all’impazzata per la trappola in cui è bloccata. Le stuzzico allora la mascella con un topolino finto, lei apre la bocca ad angolo retto, scorgo il molare tubercolato, ha una carie,  una tonsilla tumefatta, e qualche cresta di gallo.

«Brutta golosona di uova, e stasera niente carne – dico alzandole la coda –  d’estate bella mia, aggiungo, ti si vede anche di giorno! Per questa notte invece  resteremo a sentire il tuo  lamentoso richiamo di accoppiamento. E si leggeranno in un ristretto tali parole: ad ridendum»…

Le galline, le pollastre, le anitre, le oche, ti faranno il letto,

ti assisteranno, ti danzeranno intorno ma non

potrai toccarle, e sarai  condannata a pascerti solo della loro vista

e del tuo mestiere andato.

 Dal ciclo poetico di Roman de Renart~Il Pavimento Musivo di San Donato

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