Odio stare in fila indiana agli sportelli, alle casse dei supermercati, ai caselli autostradali. Interminabili ed inutili attese per il sacerdote di turno che ci benedice tra sorrisi, resti e scontrini.
L’attesa che preferisco è quella che mi separa dalla tua bocca, quando furtiva, scendi in ginocchio aggrappata alla fune invisibile e tesa dei nostri sguardi. E’ un dolce scorrere di istanti che mi dondolano verso la mia volta.
Tocca a me quando le tue mani attraversano i capelli e li organizzano in una splendida coda.
La codaultima modifica: 2024-06-21T10:10:25+02:00da