La terza dimensione

La coda


Odio stare in fila indiana agli sportelli, alle casse dei supermercati, ai caselli autostradali. Interminabili ed inutili attese per il sacerdote di turno che ci benedice tra sorrisi, resti e scontrini. L’attesa che preferisco è quella che mi separa dalla tua bocca, quando furtiva, scendi in ginocchio aggrappata alla fune invisibile e tesa dei nostri sguardi. E’ un dolce scorrere di istanti che mi dondolano verso la mia volta. Tocca a me quando le tue mani attraversano i capelli e li organizzano in una splendida coda.