Non farò mai il barista.

Siamo fatti strani. Lo penso quando vedo una coppia litigare in spiaggia.
Lui non me lo ricordo, non è importante. Lei indubbiamente bellissima, costume succinto, bel culo in mostra.
L’ho visto io mentre fingevo di leggere un libro… e lo ha visto la signora al mio fianco, che muoveva la testa ora là ora qua per cercare di interrompere la partita di tennis ormai in atto tra i miei occhi e la sua tonda racchetta .
Ma lo hanno visto anche il vicino di ombrellone con gli occhiali scuri che legge la gazzetta al contrario e quel signore che avrebbe dovuto spalmare la crema sulla schiena di sua moglie ma per suggestione con le mani è finito troppo in basso, beccandosi il vomito delle parole di lei.
E poi lo hanno visto tutti, quando  la bella ragazza accaldata ha imboccato la passerella per andare a fare un tuffo in mare.
Al suo incedere ancheggiante quintali di occhi son volati oltre gli occhiali da sole, lontano dagli ombrelloni per posarsi leggeri come farfalle su quelle rotondità che si muovevano grevi e lente al ritmo dei suoi passi.

Ora i due litigano. Lui si agita infervorato contro di lei.
Ma perché? Non capisco… Eppure è stata così carina da portargli persino una bottiglia di birra dal bar in cui è appena stata. Forse non ha preso la bottiglia che lui gradisce? Forse non è troppo ghiacciata? Ascolto meglio, voglio capire…

Mi dici perché diavolo te ne vai al chiosco così tutta nuda????

Ecco, almeno ora l’ho capito. Finalmente mi è chiara ed è del tutto nuova la teoria.
Che vedano tutti quanti ma il barista proprio no!!!!! Lui non deve vedere!

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C’è bisogno di resistere

“La meraviglia dei miei occhi non si sgretolerà
Mi accarezzerei e mi farei a pezzi
Ancora queste mani non riescono a credere
L’immensità dei cieli azzurri
Senza la paura di cadere, di sbagliare
Senza limiti, senza regole”

“Voglio provare ad esistere
La mia natura è resistere
E non mi importa di perdere
Quello che mi serve adesso è vivere”

 

La sciocchezza

Potrei stare a guardare per ore la tua schiena nuda mentre dormi di lato.
E percorrerla con gli occhi in tutta la sua lunghezza, fino a dove si inarca e infine ricurva ad offrirmi la rotondità di un bianco culo che le lenzuola non coprono del tutto.
E’ come fissare la luna che tanto ispira i poeti e fa scrivere quintali di inchiostro
“d’amore, di morte e di altre sciocchezze” come direbbe il buon Francesco.
E mi chiedo così come io ci sia finito in questa stanza, in questa notte.
Se sia questo il posto giusto, la cosa giusta per me per poter smettere una volta per tutte di vivere da morto.
Ma mi chiedo anche se questo mio malessere che mi urla da dentro possa essere solo quella sciocchezza da dovere ignorare, da non dovere ascoltare perché tanto ci sta che per tornare a vivere in qualche modo si deve anche un pò morire.

All’improvviso un tuo sospiro rompe il silenzio. I miei pensieri forse hanno fatto troppo rumore.Tu non dormivi, mi aspettavi.

Gli occhi tornano sui nudi fianchi, le mani sono già nella loro direzione .

E’ il momento di prendermi la vita.

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LA VITA è STUPIDA

Con una persona mi è capitato di parlare di scelte qualche sera fa, una pioggia di parole.
Giuste o sbagliate, prese alla leggera o sofferte, coi rimorsi o senza, siamo noi oggi il risultato di tante scelte prese nei vari incroci della vita.

Se ci soffermassimo a specchiarci in una qualche pozzanghera per vedere cosa siamo diventati oggi grazie a quelle scelte, probabilmente troveremmo sempre in noi qualcosa che non ci piace.
Qualcosa che se anni fa avessimo scelto diversamente oggi saremmo tutt’altro, magari migliori, magari più sereni.
Qualcuno addirittura potrebbe arrivare a desiderare di annegare in quella pozzanghera pur di non vedersi così imperfetto o addirittura colpevole.

Ma un tuono ci avvisa che indipendentemente da quello che siamo o che avremmo potuto essere, potrebbe sempre valere la pena alzare lo sguardo e sperare di scorgere nel cielo un bellissimo arcobaleno.
Perché la vita è stupida. Però è bellissima. Essendo inutile.

 

La coda

Odio stare in fila indiana agli sportelli, alle casse dei supermercati, ai caselli autostradali. Interminabili ed inutili attese per il sacerdote di turno che ci benedice tra sorrisi, resti e scontrini.

L’attesa che preferisco è quella che mi separa dalla tua bocca, quando furtiva, scendi in ginocchio aggrappata alla fune invisibile e tesa dei nostri sguardi. E’ un dolce scorrere di istanti che mi dondolano verso la mia volta.

Tocca a me quando le tue mani attraversano i capelli e li organizzano in una splendida coda.

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Una donna con le palle

A meno che non si stia parlando di transessualità, questa espressione, usata spesso da molte donne per rivendicare la loro capacità di gestire anche le situazioni più intricate, altro non è che un riconoscimento involontario della supremazia dell’uomo. Gli si riconosce una specifica peculiarità di cui lui (ma quando mai???) sembra essere l’unico detentore.E così se per caso una donna dovesse arrivare a tagliare importanti traguardi, necessariamente lo si dovrebbe a una sua mascolinità nascosta.

Che un paio di sfere destinate alla riproduzione possano conferire così tanto prestigio è materiale da approfondimento per gli studiosi. Così pensando possiamo continuare ad augurare figli maschi in nome di questo superpotere acquisibile solo col fiocco azzurro.
Ma non ci viene in mente che se il buon Dio per generare la donna ha dovuto togliere una costola all’uomo è solo perché non aveva di meglio da cui attingere? Il cervello è troppo piccolo e per di più alimentato dal sangue a brevi tratti, solo quando è il suo membro a non averne bisogno.

Capite quindi che un appello va fatto a tutte le donne: smettete per favore di usare la brutta espressione “sono una donna con le palle”. Se arrivate a prestigiosi traguardi il merito è soltanto vostro. L’uomo qui non c’entra un bel niente. Non riconoscetegli meriti che non ha. Vedrete che così facendo, piano piano, passo dopo passo, con altri passi accanto a questo passo, la nostra società sarà meno patriarcale e più equilibrata nelle questioni di genere.

Di questo ne sono sicuro. Ma voi donne per sicurezza…    toccatevi le palle!!!.

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La linea dei due mondi: il costume perizoma

Ci sono due mondi che la quarta dimensione (il tempo)  per natura tende a dividere: i giovani dai meno giovani. Due ecositemi che non hanno punti in comune se non i legami interpersonali e le relazioni che ne derivano. Tuttavia non si può negare la distanza tra questi due mondi nella sfera delle possibilità. I corpi che li racchiudono come contenitori sono lì a sottolinearlo.

Inutile che voi signore più in là con gli anni ancora non vi rassegnate ad aver perso per sempre quel culetto sodo e quelle tette che stanno su che è una meraviglia, alla faccia di Newton e delle teorie gravitazionali!. Avete provato a riconquistare quel mondo a colpi di lifting e botulino  e ad un certo punto della storia vi è sembrato anche di averlo riconquistato. Siete state brave c’è da ammetterlo, con la cura e dedizione e spendendo parecchio di palestra e farmacia siete riuscite ad accorciare le distanze col mondo delle giovani.

Fino a quando però non è arrivato lui: il costume perizoma.

Ormai spopola sulle spiagge e chi può esibirlo non esita ad indossarlo. E’ la riscossa delle giovani. Voi meno giovani non ci provate nemmeno ad indossarlo, date retta… il paragone potrebbe essere impietoso. Lasciate stare! Tanto è nella natura delle cose, inutile illudersi: c’è e ci sarà sempre quella linea sottile a separare i due mondi.

E’ questo il gran culo che abbiamo e facciamo bene a dividerlo con un perizoma.

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La terza dimensione

coordinate-cartesianeLe dimensioni compongono il tessuto dell’universo in cui viviamo. Ogni evento può essere descritto attraverso quattro dimensioni : lunghezza, larghezza, profondità e tempo. Ma è la terza a rendere concreta la vita. In un mondo che vuole sempre più essere bidimensionale, appiattito come un foglio di carta, quello che possiamo fare è tornare a ridare spessore alle cose.