Perché scegliere una platea virtuale?

 

A volte ammettere le proprie debolezze risulta davvero difficile con persone cosiddette ‘reali’.

Per questo capita di affidarsi ad una platea virtuale. Non perché essa non sia altrettanto reale, ma liberarsi dei propri crucci con un lettore incorporeo da l’illusione di essere protetti dall’effetto che le reazioni altrui possono esercitare sulla nostra emotività.

Ad esempio…Ho dovuto declinare un invito proposto con entusiasmo da qualcuno a cui ero stata raccomandata, ed è stato particolarmente imbarazzante perché mi sono sentita costretta a rifiutare motivando la cosa esponendomi, rivelando le mie debolezze, come scusante per non poter accettare l’entusiastica proposta (commerciale ma non troppo)

Lo sforzo impiegato mi ha scatenato un rimuginare che mi ha rovinato la giornata.

Ed eccomi qua a parlarne con la mia platea virtuale, sperando di alleviare il disagio che provo.

Uffa!

Perché scegliere una platea virtuale?ultima modifica: 2020-10-22T17:14:51+02:00da surfinia60

6 pensieri riguardo “Perché scegliere una platea virtuale?”

  1. Pensa te se fosse stata occasione per una scarica di adrenalina che avrebbe potuto scuotere il tuo essere riservata. 🙂
    Essere coerenti è importante. Anche cambiando abitudini, cercando di migliorarsi, si resta sempre se stessi.

    1. Ne dubito fortemente. Una base di interesse verso una proposta ci deve sempre essere. Ma forse parto da un livello troppo basso perchè mi si muova qualcosa, figuriamoci l’adrenalina poi! Esaurita senza appello, ma va bene così 🙂 Ben riletto anche qui 🙂

  2. Hai fatto quello che ti sei sentita di fare. Evidentemente la proposta che ti hanno fatto creava più disagio che entusiasmo. E pazienza se qualcuno si è entusiasmato al tuo posto e pensava di poterti trascinare… Il tuo scusarti è dovuto al fatto che ti dispiace deludere qualcuno o forse l’altra persona è stata così insistente da farti sentire come una che non è in grado di capire quello che vuole

  3. Spesso può capitare, per una ragione o per un’altra, di dire anche un po’ troppo di noi e poi, magari, persarci su e provare un certo imbarazzo, pentiti anche di averlo fatto. Più disponibili , invece, a lasciarci andare e a dire di noi, dove chi ci legge non ha consistente fisicità, con reazioni immediate che, nel reale, ci imbarazzerebbero, Scrivere su di uno schermo ha, il vantaggio di farci sentire protetti, quasi come la grata di un confessionale… Facilmente confidiamo di noi nel virtuale, dove, infine, nessuno ce lo chiede, ma pure la cosa avviene , quale arbitrio che riteniamo, forse a ragione, liberatorio. Ma perchè, infine, a volte ci sentiamo costretti a motivare un rifiuto? Perchè doversi scusare per un rifiuto dettato da motivi strettamente personali.? A queste domande, rispondo che ciò avviene quando si è troppo sensibili e troppo preoccupati di quello che, di noi, possano pensare gli altri. Notte serena, gentile amica e grazie per esserlo diventata.

    1. Forse la domanda mi è giunta inaspettata e mi ha colto di sorpresa (oltretutto telefonica). Il mio imbarazzo, ripensandoci, è forse dettato da come mi sento e da come vivo la mia vita, a come sono, tutte cose di cui io stessa non vado fiera, temendo, pertanto, il giudizio altrui. Sono tutte ‘seghe mentali’ ma che preferisco tenere per me, non certo spiattellarle ad un venditore. Normalmente butto giù il telefono e basta, ma si trattava di un conoscente di un amico comune. Scusa per la risposta tardiva. Buon we

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