Ci sono persone che hai incontrato poche volte, in occasioni per lo più casuali,
come una vacanza, un viaggio o un … ‘passo dalle tue parti, ci vediamo?”.
Ma tanto è bastato a farti capire chi sono.
Da un’amica di questo tipo, contattata per i canonici auguri di fine anno,
ho appreso che ha attraversato un periodo davvero difficile,
di quelli che ti fanno guardare dentro e dire ‘con che coraggio mi lamento?’.
Il dispiacere poi aumenta, sapendo che si tratta di una persona speciale,
buona e generosa, dedita agli altri e poco a se stessa.
Mi sono sempre chiesta come facesse a trovare la forza per svolgere un lavoro sfibrante come il suo, con orari impossibili,
ancora giovane e anch’essa con problemi di salute.
Fa parte di quelle persone con le quali vorresti
semplicemente poterti sedere al tavolo di un bar
a parlare ed ascoltare, senza timore di essere giudicata,
con qualche risata di gusto e senza frasi di circostanza,
senza quei riempitivi che oramai caratterizzano
i pochi scambi con altri esseri umani in questo periodo di distanze e isolamenti.
A lei sì, mi sento di fare degli auguri davvero sentiti e molto poco convenzionali.
Ci sono persone intrappolate in un percorso di vita che rimane sempre quello, per anni e anni,
senza cambiamenti, dal quale pensano di non poter uscire perché ‘mi tocca’.
E tu che osservi da fuori e pensi com’è facile dare consigli quando non si è coinvolti nelle situazioni.
E poi, ancora, pensi alle tue, di trappole, alla tua cronica tristezza per non poter fare, e al vero problema che è, piuttosto,
non avere le palle per farlo.