L’ordinario straordinario

Giornata di pausa lavorativa.
Sveglia un po’ più tardi, parrucchiere, piccola spesa e casa.
Poche faccende e un risotto con la zucca per pranzo. Oggi sono sola.
Di solito ho sempre un sottofondo musicale dal pc. Qualcosa di soft.
Solo piano è uno dei miei canali preferiti.
Una musica carezzevole, che accompagna senza invadere i pensieri.
La casa è immersa nel silenzio nelle prime ore del pomeriggio.
Sto portando avanti la lettura di un libro che ho scoperto per caso.

“Cambiare l’acqua ai fiori”.
Narra di una giovane ragazza, poi donna madre e sposa infelice,
che finisce a fare la guardiana di un cimitero.
Mi piacciono le atmosfere e la serenità che trasmettono le sue pagine.
Non sono brava a fare recensioni perciò mi limito a questo.
Ho anche riguardato vecchi video sul cellulare.
Il compleanno di mio figlio 2 anni fa.
Il cane che non ho più, morto lo scorso febbraio.
Giornata all’insegna della nostalgia.
Penso a chi non c’è più o è lontano.
Al dispiacere di non poter pianificare una reunion.
All’ assurdità di com’è diventata questa vita. 
Intanto ascolto il silenzio e la musica che lo scandisce.

cambiare-lacqua-ai-fiori

L’ordinario straordinarioultima modifica: 2021-02-16T16:20:10+01:00da surfinia60

11 pensieri riguardo “L’ordinario straordinario”

  1. Una bella giornata dicata a te stessa, alla cura di te stessa nell’atmosfera di una musica dolce ed una gradita lettura. A volte, basta poco per sentirsi più sereni.
    La lettura è sempre un’ottima compagnia e la musica che non invade i pensieri , ma riesce a cullarli è un vera risorsa in momenti particolari della propriainteriorità. Abbi sempre cura di te. Ciao.

  2. posto il commento direttamente qui sotto, anche se quelle “facce” enormi e sgranate mi disturbano (possibile che l’aspetto di questi nuovi blog di Libero non sia migliorabile…?); malinconia e fastidio pervadono anche la mia giornata; non so più come gestire mia moglie che soffre perché non vediamo nostro figlio dall’inizio di novembre dell’altr’anno; vive a Salisburgo e, tra il nostro lockdown di Natale e quello austriaco di adesso, non è stato possibile rivedersi se non in videochiamata; incredibile come qualche centinaio di chilometri diventi improvvisamente una distanza lunare; anche lui comincia ad essere depresso; ha solo 25 anni e, sebbene sempre indaffarato con la sua attività, non dispone più delle serate e dei weekends da dedicare al suo “sport” preferito, la caccia alle ragazze; del resto, io e sua madre non facciamo che raccomandargli prudenza e giudizio; ma vediamo che morde il freno e dissimula a fatica il disappunto per la clausura e l’improvvisa mancanza di “contatti umani”; specialmente mia moglie è assai preoccupata e nervosa; debbo fare appello a tutte le mie capacità di moderatore (e non sono poi così sterminate…) per rassicurarla e tranquillizzarla; se aggiungi che pure la figlia maggiore è poco presente (vogliamo evitare, quanto più possibile, di incontrarci di persona, per tutelarci a vicenda e preservare intatta la salute del nostro adorato nipotino), comprendi bene quanto difficili, e talvolta tristi, siano le giornate, da un pezzo a questa parte; so che ciascuno guarda ai casi propri, ma ritenevo giusto alleviare un poco la tua angustia, condividendo con te la mia; piangersi sulla spalla è sovente una valvola di sfogo; un saluto.

    1. Capisco e ti ringrazio. Ognuno di noi è stato privato di qualcosa in questo frangente. Chi ha la fortuna di avere i figli ancora piccoli, o conviventi, almeno ha evitato queste separazioni. Aggiungici che mio figlio è poco incline alle videochiamate, perciò mi devo accontentare di un resoconto annoiato delle rispettive quotidianità (a questo non rinuncio, glie l’ho detto chiaro e tondo!). Per fortuna lui ha già una sua famiglia, anche se non ufficiale, con cane e compagna, così non mi devo preoccupare di concessioni alla movida o alla caccia 🙂 Almeno suo padre vive vicino a lui e si possono vedere di tanto in tanto. Io ahimè sto a 500 km. Andiamo avanti, altro non si puo’. Ricambio il saluto

  3. Ho già sentito parlare di questo romanzo.
    Insomma, una di quelle giornate malinconiche, tipiche del periodo fra novembre e l’Epifania, secondo me, quando la nostalgia, i ricordi e le assenze delle persone care pesano di più.

  4. Beh, se non è un diario privato e intimo, poco ci manca. Un elencare una giornata (qualunque) sottolineando con flash istantanei, momenti salienti del quotidiano. Una introspezione spartana, ma significativa. Un assicurarsi che la vita continua anche tra mille difficoltà.
    Una bella serata Surfy.

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