“Dobbiamo parlare.”
Altri tempi, altra vita.
Quando una semplice conversazione faceva paura.
Ora sono i silenzi ad atterrire.
Infiniti e duri da rompere.
Pensieri accarezzano un altrove.
L’immaginazione ti osserva, intento nelle tue faccende.
Ti vede respirare un’aria lontana, diversa.
Ti guarda guardare.
Cosa vedi? Cose ignote, che non afferro.
Così determinato, tenace, diretto.
E’ giusto farsi da parte?
Me lo chiedo. E mi chiedo anche, cosa accadrebbe se…?
Tempo e distanza, i nostri nemici.
Quando ti volterai indietro non devi avere rimpianti.
O almeno, io ci proverò.
Altroveultima modifica: 2024-11-09T17:00:34+01:00da
I silenzi sono comprensibili solo se c è stato un confronto e non si è raggiunto un accordo e allora ogni parola diventa superflua se almeno uno delle due parti non cede su qualcosa. In altri casi, vedi incomprensioni, i silenzi sono da rompere
Mi trovi d’accordo. I silenzi sono un po’ come le pause di riflessione: non possono essere definitive. Altrimenti si sconfina nei ‘mai più’. Allora non valeva la pena prendere una pausa, ma mettere un punto fermo
Bisogna sempre farsi da parte. Mettersi in un cavolo di angolino perchè gli altri contano di più? Perchè loro sono più forti? O perchè alla fine non si ha voglia di far fatica a sprecare parole quando spesso non servono. Ci hanno dotati di parola ma spesso non sappiamo comunicare. Serena giornata
Non sappiamo, non vogliamo. Inutile fare mea culpa. I difetti non stanno mai da una parte sola. Ma se di mezzo c’è l’amore, stare in silenzio, o farsi da parte, è l’unica scelta possibile. Ciao
Sì è vero a volte farsi da parte è l’unica scelta possibile 🙁 un caro saluto
“Dobbiamo parlare” fa paura perché implica il doversi assumere una qualche forma di responsabilità. Quando un problema non lo si conosce – o si fa finta di non conoscerlo – si può procedere relativamente tranquilli. Quando ti si chiede di affrontarlo è un altro paio di maniche.
Certi silenzi al contrario si temono perché denotano un mancato interesse nel volerli risolvere, i problemi.
Perdonami, forse ho divagato un po’. Buona serata.
Non hai affatto divagato. Hai dato una tua lettura con i pochi elementi forniti. Non si puo’ fare di meglio se l’autore non è più esplicito. Ma va bene così. Ti ringrazio
La resa. Qualcuno disse che gli uomini non falliscono, ma si arrendono. Deporre le armi, non è poi così brutto. La lotta continua è un estremismo che crea dolo ad ogni parte. Rassegnarsi è inevitabile. Tutto sta nel punto di vista. Come vedi le cose. È sempre stato così. C’è ci leggerà negativamente le tue parole e chi invece positivamente, chi comprenderà una cosa chi ne comprenderà un’altra. Se il punto è? Affrontare o non affrontare. Oh? Liberare o non liberare i pesi di una scelta? Allora non è sbagliato scegliere ed è giusto vivere ogni conseguenza come un atto d’amore verso sé stessi.
Condividere faccende personali in modo volutamente poco esplicito, espone ad interpretazioni. E’ giusto così. Ed è interessante condividere pensieri. Grazie
Passo con una piccola riflessione, la comunicazione è un modo di relazionarsi con il mondo a volte siamo noi che lasciamo le porte socchiuse lasciando passare un piccolo spiraglio di luce. Lieta serata ciao
Purtroppo a volte tutto lo spazio del mondo non basta a far entrare chi vorremmo accanto. Buona domenica
I silenzi mi spaventano tanto quanto le parole urlate
A chi lo dici…
Beh, non conti balle, esprimi concetti relativi alle tue sensazioni che non sono campate in aria. Mancano contatti reali basati sulle relazioni, scambi diretti, confronti e si tira a campare con le impressioni, le idealizzazioni, le fantasie personali che scaturiscono nella testa e nel cuore senza passare da una diretta conversazione e/o discussione. Spero e ti auguro tu riesca, quando sarà il momento, a voltarti senza avere rimpianti.
Bella serata mia cara Paola.
Hai colto nel segno Carlo. Ma i rimpianti non sono i miei quelli che vorrei scongiurare. A volte scrivo per me e non sempre sono chiara. Se non capiscono la colpa non è di chi legge. Buona domenica
Mai come in questi anni, caratterizzati da un criminale depauperamento delle intelligenze, si riaffacccia la necessità di una radicale verifica dei poteri ma soprattutto dell’ educazione in senso lato. In verità sussiste un solo lavoro che siamo tenuti a ben realizzare, cioè quello di avere una totale consapevolezza nel senso di rispondere con la propria vita in azioni corrispondenti. A ben rileggerci.
Non sono sicura di cogliere l’attinenza con il mio post nel tuo commento. Ma di sicuro il difetto è tutto mio.
Hai una grande classe nel raccontare emozioni e pensieri profondi. Anche i silenzi comunicano, anche se sembrano duri da rompere, anche se sembrano portarci nel nichilismo. I silenzi e le parole autentiche aiutano a superare l’angoscia e il vuoto. Senza rimpianti.
Sono solo parole, le mie, che zampillano da ferite aperte. Ti ringrazio per i tuoi apprezzamenti.