Vuoto

 

Viene chiamato “vuoto” 

ma poi è come se dentro ci fosse 

racchiuso di tutto…

Il nome di qualcuno che non c’è 

o che non esiste,

la rabbia per una sconfitta, 

la nostalgia di una mancanza,

tutto l’affetto che vorremmo dare, 

tutto quello di cui avremmo bisogno,

tutta la felicità dispersa nella tristezza, 

quei mal di testa forti 

e anche quelle canzoni un po’ tristi 

che in un modo o nell’altro 

ci tengono compagnia…

Sono pieni di così tante cose che, 

alla fine dei conti,

vengono chiamati vuoti,

ma sono fottutamente pieni.

~ F.Russo ~

Scelte

Fuori il tempo è pessimo.
Classico weekend funestato da freddo e pioggia.
Quindi, che fare se non fermarsi a riflettere, magari dopo aver fatto un giro per blog?
Dopo San Valentino e Sanremo, ancora in corso, mi sto sforzando di non esprimere opinioni che potrebbero risultare sgradevoli.
Come ‘domo’ la mia tentazione a dissentire? Dico a me stessa che, dopotutto, la minoranza a volte fa più rumore di quanto dovrebbe, anche se in svantaggio statistico.
Certe cose esisteranno sempre, malgrado noi e il nostro disappunto.
Tanto vale farsene una ragione. 
E poi, che male c’è?
Ci sono cose ben peggiori con le quali conviviamo da sempre e di cui abbiamo perfino smesso di parlare (a voi la scelta).

 

Connessione

Passando in un blog ho captato una parola che ha del magico.
CONNESSIONE.
Mi sono chiesta spesso perchè con certe persone scatta subito l’intesa e con altre invece,
anche dopo anni di frequentazioni, proprio non ci si ‘prende’.
Sì, decisamente una forma di magìa.
Tralasciando il significato ‘giovanile’ dell’amore a prima vista,
per ovvi motivi, lo considero un mistero.
Capita anche qui, nel web.
Ho una lista di blogger, salvati sul browser, così da non perdermi niente.
Succede anche di rimuoverli, quando questo feeling si esaurisce.
O magari ci si è semplicemente sbagliati, oppure era frutto di un particolare momento di vita.
Qualcosa di buono, a portata di click.