Saperlo prima

È ironico osservare come ci si affanni a sembrare più giovani, più belli, più performanti, più fighi.

E poi si muore. La morte banale. Quella che non ti aspetti.
Passi da essere l’anima della festa a schiantarti contro un muro in tempo zero. Come si dice? ‘A guardare le margherite dalle parte delle radici’. Perché non riusciamo a vivere con la consapevolezza che tra mezzo minuto potremmo non esserci più?

E tutti i tuoi sforzi per essere ‘er mejo‘ finiscono in un fosso o sotto un metro di neve o di acqua.  Oppure semplicemente il tuo cuore emozionato ti tradisce, e si ferma così, all’improvviso.

Poterlo sapere prima. Quante cose cambierebbero…

Senza titolo

 

Stato: alla ricerca di un motivo per cui la vita meriti di essere vissuta.

Non si tratta di una vera e propria ricerca.

Nessuno la pratica davvero, credo.

E’ l’amara constatazione che l’accompagna.

Ossia: per quanto aguzzi la vista, l’unico motivo che scorgo è

“la paura della morte” (nel senso di darsela).

Del resto, se uno come Gene Hackman ha potuto morire ed essere trovato dopo oltre una settimana (quando qualcuno si è finalmente accorto che il suo pacemaker aveva smesso di funzionare), chi sono io per fare di meglio?

Non ho 95 anni e neppure l’Alzheimer, certo.

Ma puo’ questo essere una risposta alla ricerca citata in premessa?

 

Potrebbe essere un buon quesito per Cassetta.